12.30.2008

Travis - Od to J. Smith (2008, Red Telephone Box)

I Travis e il loro rockettino ultra leggero che ogni tanto fa bene.

6.5/10

Highlights:
Chinese blues, Long way down, Last words, Song to self, Before you were young.

12.29.2008

Sam Sparro - Sam Sparro (2008, Universal Island)

Se l'album di debutto di Sam Sparro avesse raggiunto l'equilibrio di raffinatezza e forza pop del tormentone "Black and gold" sarebbe stato un vero miracolo; ci si accontenta comunque volentieri dell'approccio del venticinquenne di origine australiane, che prende la tradizione soul e la veste di nuovo con un certo gusto. Non che non subentri la banalità ("21st century life", "Sick" e "Waiting for time"), ma anche quando succede il più delle volte i risultati del lifting stilistico fanno da contrappeso alla mancanza di vere sorprese melodiche. Moltissima forma insomma, ma anche un bel po' di sostanza che invita a ben sperare per il futuro.

7.5/10

Highlights:
Too many questions, Black and gold, Waiting for time, Hot mess, Pocket, Cut me loose, Still hungry.

12.24.2008

Kanye West - 808s & heartbreak (2008, Roc-A-Fella)

Quanto è difficile oggi immaginarsi Jay-Z che mette in dubbio le potenzialità di Kanye West come frontman. Per non parlare delle assurde prese di posizione dell’industria hip-hop tutta che qualche anno fa non credeva in lui perché carente quanto a immagine da street rapper. Ma Kanye non si è dato per vinto e ha messo a tacere tutti a colpi di hit e Grammy, con un disco di debutto che è già (giustamente) nella storia del rap grazie ad un approccio inconsueto ed estremo nell’utilizzo di campioni soul (“Through the wire”) e meno soul (“Harder, better, faster, stronger). Adesso che l’orsetto mascotte di “The College Dropout” si è preso il suo tempo con “Late Registration”, per poi laurearsi meritatamente con “Graduation”, non c’è più motivo perché appaia anche sulla cover del nuovo “808s & Heartbreak”. Ora è il momento di stupire affrontando la sfida più difficile, quella che prevede il passaggio da rap a canto. E chi se ne importa se la transizione è agevolata da un massiccio uso di vocoder quando il risultato è un album soul futuristico così misterioso e affascinante. Quel vocoder rappresenta la sua irrefrenabile voglia di evolversi senza strafare, di tentare di raggiungere i propri limiti senza superarli per cadere nel ridicolo, di dare forma alla moltitudine di idee ed emozioni che ha nel cervello e nel cuore evitando di avventurarsi in imprese impossibili. Se esiste un equilibrio, Kanye West l’ha trovato.

8/10

Highlights: Say you will, Welcome to heartbreak, Love lockdown, Paranoid, Robocop, See you in my nightmares, Coldest winter.

12.17.2008

Nine Inch Nails - The slip (The Null Corporation)

Standard Nin: nessuna infamia ma poche lodi.

6/10

Highlights:
1000000, Discipline, Head down, The four of us are dying.

12.15.2008

Dido - Safe trip home (2008, Sony Bmg)

Cinque anni orsono l'inglesissima Dido Florian Cloud de Bounevialle O'Malley Armstrong diede luce al suo secondi disco ("Life for rent"), bissando almeno parzialmente il successo dell'esordio "No angel", un album che è già storia del pop. Ascoltare il nuovo singolo "Don't believe in love" (di per se non male) lascia perplessi: è una vera sfida riuscire a dimenticare che chi canta è la stessa persona che in passato ha scritto pezzi del calibro di "Hunter" o "Here with me". Anzi, ad essere schietti è francamente impossibile non soffermarsi sulla banalità della melodia e sulla stanchezza dell'arrangiamento. Il sospetto di un'ispirazione forzata diventa reale con "Quiet times" (da dimenticare) e "Never want to say it's love" (di cui basta basta metà ritornello per indovinare come andrà a finire). Quando ogni speranza sembra affievolirsi spunta il signor Brian Eno: "Grafton Street" da il giusto spazio alla inattaccabile voce di Dido, ed ecco che finalmente si materializzano le tanto agognate emozioni d'altri tempi. Anche "It comes and it goes", "Look no further" e "The day before the day" riescono a trovare il giusto equilibrio tra minimalismo e concretezza, "Let's do the things we normally do" spicca con un che di Bacharach che è una gioia, "Northern skies" è semplice e ad effetto. Meno fondamentali risultano invece "Us 2 little gods" e "Burnin' love", ma la falsa partenza è rimediata: non un capolavoro, ma comunque a suo modo una conferma.

7.5/10

Highlights: Grafton Street, It comes and it goes, Look no further, The day before the day, Let's do the things we normally do, Northern skies.

12.13.2008

Infadels - Universe in reverse (2008, Wall Of Sound)

Per il secondo disco i cinque londinesi affidano la produzione alle mani fatate di Martin Glover, che aggiustando il tiro (già super-pop) dei dieci nuovi pezzi plasma un disco rock da ballare brillante e vincente.

8/10

Highlights:
Make mistakes, Play blind, Free thing for poor people, A million pieces, Universe in reverse, Chemical girlfriend.

12.11.2008

Bomb The Bass - Future chaos (2008, Studio !K7)

Nello spazio di dieci anni Tim Simenon è venuto alla ribalta con "Beat dis" (uno dei primi pezzi a portare a galla la tecnica del sampling selvaggio e ad elevare tale arte a vero e proprio strumento musicale), ha influenzato in modo impressionante degli stili che ai tempi avrebbero ancora dovuto vedere la luce (Big Beat e Trip-Hop) attraverso "Unknown territory" (1991) e "Clear" (1995), per approdare infine al banco mixer dei Depeche Mode ("Ultra", 1997). Da quel momento in poi si è rintanato nell'underground, aprendo una sua etichetta (Electric Tones) e producendo in maniera sporadica, quasi inesistente. Torna ora con un disco che ripartendo dal tanto bistrattato "Clear" in termini di impostazione (niente sampling, solo vere canzoni e molti featuring vocali) basa l'arrangiamento in gran parte sull'immortale suono del minimoog. Storia.

8/10

Highlights:
Tutto.

12.10.2008

The Cure - 4:13 dream (2008, Suretone / Geffen)

Basterebbero i sei minuti e diciassette secondi introduttivi, dove la voce di Robert Smith fluttua con riverberi capovolti su un ritmo lento attraverso spazi dilatati, per farsi convincere della buona vena di Gallup e soci. E invece è solo l'inizio. L'intero disco ricalca quel perfetto mix di rock, punk, new wave e romanticismo decadente che li ha resi grandi, indistruttibili, senza tempo; poesia a tratti abbagliante.

8.5/10

Highlights:
Tutto.

12.08.2008

Fujiya & Miyagi - Lightbulbs (2008, Deaf Dumb & Blind)

Funk delicato ma convinto con arrangiamenti essenziali e soluzioni armoniche semplici e ad effetto; e il basso canta.

7/10

Highlights:
Knickerbocker, Goosebumps, Rook to queen's pawn six, Pussyfooting, Lightbulbs.

12.07.2008

Morgan Geist - Double night time (2008, Environ)

Semplicemente il miglior blend di techno, house, disco e soul che si possa ascoltare.

8.5/10

Highlights:
Tutto.

12.04.2008

Autokratz - Down & out in Paris & London (2008, Kitsunè)

Melodie iperdistorte e glitch robotici supportati da beat electro compressi oltre i limiti dell'ignoranza quando va bene, disperati tentativi di synth-pop tamarro quando va male; probabilmente bastavano i Digitalism, vietatissimo nominare i Daft Punk.

5/10

Highlights:
Reaktor, It's on, Pardon garcon (Rewerk).

12.03.2008

Flying Lotus - Los Angeles (2008, Warp)

Cosa aspettarsi da un pronipote di famiglia Coltrane? Esperimenti. Per la precisione esperimenti in musica. Flying Lotus, all'anagrafe Steven Ellison, aveva già lasciato il segno due anni fa con uno sconvolgente "1983"; uno di quei dischi che ti fanno ancora credere nella Warp per come è nata, e non solo per come si è evoluta. La prima e più importante cosa da chiarire è che qui un processo standard come la quantizzazione implode nel suo stesso significato, diventando qualcosa di soggettivo: i beat seguono comunque un pattern matematico (e come potrebbe essere altrimenti, soprattutto quando si parla di musica elettronica?), ma la bravura del musicista di L.A. sta nel camminare sul filo dell'impossibile, esagerando l'impostazione già di per se "storta" tipica delle ritmiche hip-hop. Seconda cosa fondamentale: qui non ci sono canzoni. Dimenticatevi strofa, bridge e ritornello. Per apprezzare questo disco bisogna lasciarsi trasportare in maniera completa e ascoltarlo dall'inizio alla fine, non esistono compromessi. Oltretutto non si tratta di un viaggio morbido; l'aria è tetra e nebbiosa, si colgono spunti jazz attraverso rumori inquietanti e suoni che ti lacerano la testa, affiorano influenze brasil in mezzo a strati di elettronica sudicia e compressa, si captano abbozzi di melodia nella confusione di loop distorti e macchinosi. E' impegnativo e assolutamente sconsigliato a chi non sappia dell'esistenza di gente come Aphex Twin e Squarepusher. E' estremamente tecnico. E' quasi completamente concettuale. Ma ha anche un'anima.

8.5/10

Highlights:
Tutto.

12.02.2008

Bloc Party - Intimacy (2008, Wichita)

Non vengono citati i Chemical Brothers nelle note di copertina, ma quando parte il loop di batteria di "Ares" l'associazione con "Let forever be" è automatica; se non si tratta di un campione pochissimo ci manca, anche se la questione passa in secondo piano visto che il brano è troppo confuso e risulta inoffensivo. Tutt'altro risultato viene invece raggiunto con "Mercury", grazie ad elementi di orchestra sintetica che creano un'atmosfera bizzarra e divertente. Sono passati due pezzi ed è già il momento di chiedersi che fine abbiano fatto i Bloc Party di "A weekend in the city", perchè anche se il rock deciso di "Halo" non è niente male in fin dei conti un po' di quella poesia che aveva caratterizzato il loro ultimo disco manca. "Biko", "Signs" e "Ion square" sono ciò che più vi si avvicina (e non a caso sono tutti momenti memorabili), l'energica "One month off" lascia il segno, "Zephyrus" mostra in maniera chiara ed inequivocabile tutta l'influenza che Robert Smith può avere avuto su Kele Le Roc e sul suo modo di piegare la melodia vocale, mentre la strofa di "Talons" si avvicina pericolosamente a quella di "Always" degli Erasure. Un lavoro nell'insieme buono anche considerando il deciso cambio di direzione della band, con alcuni brani anonimi ("Trojan horse", "Better than heaven") che non ne pregiudicano il valore.

7.5/10

Highlights: Mercury, Halo, Biko, Signs, One month off, Talons, Ion square.

11.26.2008

Future Loop Foundation - Memories from a fading room (2007, Louisiana Recordings)

Un viaggio progressivo e cinematico che poco dopo la mezz'ora raggiunge il climax con "The sea and the sky", composizione balearica a tutti gli effetti centro e perno dell'intero disco.

7.5/10

Highlights:
Vision on, Everything as it should be, Inbetween somewhere beautiful, Sunshine philosophy, The sea and the sky, (1976).

11.24.2008

808 State - Quadrastate (2008, Rephlex)

Correva l'anno 1989, e contestualmente alla seconda summer of love Graham Massey, Martin Price e Gerald Simpson plasmavano "Pacific state", pezzo scolpito nel tempo in qualità di inno acid-house; vent'anni dopo "Quadrastate" rivive in tutto il suo valore storico.

8/10

Highlights:
Tutto.

11.23.2008

Funeral For A Friend - Tales don't tell themselves (2007, Atlantic)

La formazione gallese che si dimenava e urlava ai tempi di "Casually dressed and deep in conversation"(2003) si piega alle esigenze delle chart e sforna un disco completamente inoffensivo. Leggi "Quando le major rovinano il possibile futuro di una band". Ma anche "Quando le band si lasciano rovinare il futuro dalle major"...

4/10


Highlights: Into oblivion, All hands on deck part 2 - Open water.

11.22.2008

Keane - Perfect symmetry (2008, Island)

"Perfect symmetry" si allinea al precedente "Under the iron sea", album che aveva in parte disatteso alcune promesse dell'esordio "Hopes and fears", confermando i pregi (scrittura pop esemplare, arrangiamenti cristallini e funzionali) e i difetti (staticità e prevedibilità) della band inglese.

7/10

Highlights:
Spiralling, The lovers are losing, Perfect symmetry, You don't see me, Again and again, Love is the end.

11.21.2008

Conor Oberst - Conor Oberst (2008, Merge)

Conor Oberst veste i panni dell'hobo e va in messico a scrivere un disco fiabesco e misterioso; la sua interpretazione rimane spontanea e diretta, in linea con ciò che ha mostrato finora con il progetto Bright Eyes, con la differenza non proprio trascurabile che le sue capacità tecniche sono migliorate sensibilmente e la sua già notevole proprietà di scrittura si è ulteriormente affinata. Già da un po' c'era chi scomodava Bob Dylan; adesso questo paragone, sebbene ancora prematuro, sembra assumere dei contorni più definiti.

8.5/10

Highlights: Tutto.

11.19.2008

Jason Mraz - We sing, we dance, we steal things (2008, Atlantic)

Godibile e fresco quando si abbandona senza vergogna al pop (soprattutto soft, vedi "I'm yours", "A beautiful mess" e la sontuosa "Love for a child"), si perde un po' quando si intestardisce con un funk superorchestrato ("Only human" e "The dynamo of volition" si addentrano pericolosamente in territori Jamiroquai), poco credibile quando si cimenta con un qualcosa di simile al rap ("Coyotes"); alla fine quello che rimane è una bellissima voce accompagnata da una chitarra, che poi è il succo della bravura di Jason Mraz.

7.5/10

Highlights:
I'm yours, Lucky, Love for a child, Details in the fabric, If it kills me, A beautiful mess.

11.16.2008

Oasis - Dig out your soul (2008, Big Brother)

Il termine giusto non è resurrezione, ma evoluzione: niente di definitivo o radicale, solo un tentativo ben riuscito di applicazione dello stile Oasis (dei giorni belli che furono) alla storia del rock.

7.5/10

Highlights: Bag it up, The turning, The shock of the lightning, I'm outta time, To be where there's life, Soldier on.

11.13.2008

Tv On The Radio - Dear science (2008, 4D / Interscope)

Nella musica, come in molte altre situazioni, la vera difficoltà sta nel ripetersi una volta che si è consapevoli di avere fatto qualcosa al di fuori dall'ordinario. I Tv On The Radio si sono già ripetuti con "Return to cookie mountain" due anni dopo l'album di esordio che li aveva giustamente messi su un piedistallo; il terzo disco va oltre. Ci sarebbe davvero da sbizzarrirsi se si provassero ad elencare tutte le contaminazioni musicali che possono avere influenzato la band; alla base senza dubbio ci sono funk, soul e rock, ma riproposti con una mentalità aperta e multicolore, che valorizza e rende unico il loro modo di esprimersi. Considerato il fatto che i ragazzi sono migliorati anche sotto il profilo strettamente tecnico e interpretativo, questo "Dear science" entra di prepotenza nella lista dei dischi dell'anno.

9/10

Highlights: Tutto.

11.12.2008

Guy J - Esperanza (2008, Bedrock)

Israel is taking over. La perfezione tecnica non soffoca l'anima, anzi: la esalta. Profondissimo.

8/10

Highlights: Indigo fields, Nebula, Geko, Under pressure, Save me, I see you next time, Druma.

11.10.2008

Thom Yorke - The eraser remixes (2008, Xl)

Lo si poteva intuire che lo stile di Burial sarebbe stato perfetto per accompagnare la voce di Thom Yorke e le atmosfere del suo disco solista del 2006; ma "And it rained all night"(Burial Remix) scorre piuttosto liscia e prevedibile. Molto meglio "Skip divided" nella versione di Modeselektor o "Analyse" nella spiazzante rivisitazione di Various; poco incidono i tocchi di Christian Vogel su "Black swan" e di Surgeon su "The clock", stravince Four Tet con una "Atoms for peace" che è poesia.

6/10

Highlights:
Skip divided (Modeselektor Remix), Analyse (Various Remix), Atoms for peace (Four Tet Remix), Harrowdown hill (The Bug Remix).

11.02.2008

Emiliana Torrini - Me and Armini (2008, Rough Trade)

Dichiarare che l'album in uscita è un disco di transizione non è la norma; è una definizione che troppo spesso assume un significato negativo, che suona come critica, che pone dei limiti all'ascolto prima ancora di cominciarlo. E' qualcosa che però ci si aspetta da un personaggio come Emiliana Torrini, capace di attirare l'attenzione con un piccolo capolavoro post trip-hop ("Love in the time of science") per poi scomparire per qualche anno e tornare con "Fisherman's woman" mettendo nel cassetto l'elettronica e scrivendo pezzi con il solo ausilio della chitarra acustica. Alla luce di quello che la cantautrice islandese ha dimostrato negli anni la sua dichiarazione va letta in un altro senso, va interpretata come ricerca del perfezionismo piuttosto che come insoddisfazione latente: perennemente alla ricerca di se stessa, senza prendere in considerazione l'ipotesi di accontentarsi, Emiliana Torrini non arriverà mai. Continuerà a scrivere pezzi dolci in equilibrio sul filo del pop, che interpretati con quella voce assumono un valore emozionale senza pari.

8.5/10

Highlights:
Tutto.

10.28.2008

Does It Offend You, Yeah? - You have no idea what you're getting yourself into (2008, AlmostGold)

Un alternarsi continuo di punky new wave alla Radio 4 e french electro-punk alla Kitsunè; non esattamente qualcosa di nuovo, ma è interessante l'attitudine "live" della band anche nei brani più elettronici.

7.5/10

Highlights:
Battle royale, With a heavy heart (I regret to inform you), Dawn of the dead, Beingg bad feels pretty good, Epic last song.

10.27.2008

Jamie Lidell - Jim (2008, Warp)

Chissà che cosa è successo nella testa di Jamie Lidell in questi 8 anni: dall'Idm assurda di "Muddlin' gear" al soul mezzo elettronico di "Multiply", per arrrivare a questo "Jim" che è un disco soul purissimo. Evoluzione artistica o percorso pianificato in tutte le sue mosse e concepito per stupire? Non importa. L'importante è essere arrivati qui, a "Jim"; e ai suoi dieci pezzi degni del miglior Stevie Wonder.

8/10

Highlights:
Another day, Out of my system, All I wanna do, Little bit of feel good, Where's you go?, Rope of sand.

10.24.2008

Kidda - Going up (2008, Skint)

Skintalgia. Si sente puzza di Midfield General e Fatboy Slim fin dalla copertina. E allora quando parte "Strong together" senti degli echi lontani nel cervello, e poco dopo ti accorgi che qualcuno sta bussano alla porta (del cervello, s'intende): la apri e vedi che è il sole in persona ("Under the sun"). All'improvviso ti spunta uno smiley beato e beota in faccia e fai accomodare il sole, pensando che allora si può ancora cercare quel ritornello, quel frammento, quella strofa anni 60-70 e manipolarla-picharla-scratcharla per poi metterla in loop sopra grassi beat hip-hop. Non è vietato dalla legge; si chiama Big Beat, mette allegria e non ci sono effetti collaterali.

8/10

Highlights:
Strong together, Under the sun, Hey y'all, Good for you, Shining 1, Smile.

10.19.2008

Nightmares On Wax - Thought so... (2008, Warp)

"Thought so..." è un affare prettamente old-school, e va inteso e ascoltato considerando il background e l'attività produttiva di George Evelyn; solo così si possono apprezzare le vibrazioni dub di "195 lbs"e "Be there", i ritmi funky di "Moretime" e "Bringin' it" (pezzo che sembra appartenere all'era acid jazz), e il chill-out di "Pretty dark", "Hey ego" e "Calling" (con il fantasma di "Les Nuits" sempre in agguato). Non c'è niente di nuovo qui, soltanto un'ostinata coerenza che riesce comunque a dare i suoi frutti.

7/10

Highlights: 195 lbs, Be there, Bringin' it, Calling, Moretime, Hey ego.

10.18.2008

Unkle - End titles...stories for film (2008, Surrender All)

Non c'era bisogno di trarre ispirazione da un film per fare un album: la musica di Lavelle e Clements cinematica lo è sempre stata, e tale attributo ha rivestito un'importanza notevole nella forza del progetto Unkle. Questo è il quarto lavoro in studio, un album che non è un album ma un concetto astratto, un mucchio di schizzi abbozzati, una serie di immagini sfocate; purtroppo l'ispirazione non è ai livelli dei tre dischi precedenti, tempi e spazi sono fin troppo dilatati e si fa fatica a cogliere il senso di tutto questo.

6/10

Highlights:
Cut me loose, Against the grain, Trouble in paradise (variation on a theme), Clouds, Black mass, Heaven.

10.16.2008

The Verve - Forth (2008, Parlophone)

Verrete perdonati se la scorsa estate sentendo per radio il singolo "Love is noise" il vostro primo pensiero è stato "Non me la ricordo questa canzone dei Verve...", dimenticandovi del fatto che dopo 8 anni Ashcroft e soci hanno deciso di riunirsi. Nessun cambiamento rispetto a "Urban hyms"(1997), semmai una preoccupante involuzione e una pigrizia imbarazzante.

5.5/10

Highlights:
Love is noise, I see houses, Valium skies, Appalachian strings.

10.15.2008

N.e.r.d. - Seeing sounds (2008, Star Track Entertainment)

Chissà se uscirà mai su Virgin il nuovo album di Williams e Hugo; intanto gira su Star Track Entertainment, l'etichetta lanciata dai due Neptunes intorno al 2003 che aveva in precedenza ospitato artisti "protetti" dal duo come Clipse e Kelis. "Seeing sounds" non cerca niente di simile a quel "Fly or die" di quattro anni fa che aveva sconfinato nel pop grazie al successo di singoli come "She wants to move" e "Maybe"; non fa nemmeno il bastian contrario underground e radicale a tutti i costi. Molto semplicemente queste tredici tracce sono il frutto del genio di questi due peronaggi bastardi per definizione, tra linee funky ("Time for some action", "Windows", "You know what"), imprevedibili crossover hip-hop/jazzy drum & bass ("Anti matter", "Spaz"), old school party music allo stato puro ("Everyone nose") e un'immancabile dose di soul ("Yeah you", "Sooner or later", "Love bomb") ; a onor del vero va detto che ci sono dei pezzi insipidi ("Happy" e "Kill joy" su tutti) , ma quando l'idea c'è e vanno subito al dunque con la freschezza nella scelta di suoni che da sempre li contraddistingue è sempre un piacere.

7.5/10

Highlights:
Time for some action, Everyone nose (all the girls standing in the line for the bathroom), Anti matter, Sooner or later, Love bomb.

10.12.2008

Anthony Rother - My name is Beuys Von Telekraft (2008, Telekraft Recordings)

Anthony Rother fonda un'etichetta e la inaugura con un doppio concept; citare i Kraftwerk è assolutamente superfluo (l'introduzione nonchè title-track parla da sè) e a parte un paio di momenti noiosi il disco gira che è un piacere. Poi ecco la traccia 8 ("Frequency from reality"), che rallenta il ritmo e pone le basi per l'ascolto del cd 2, "Geomatrix Part 1-10": cinquantacinque minuti da ascoltare d'un fiato lasciandosi trasportare su un altro pianeta in un'altra dimensione.

7.5/10

Highlights:
My name is Telekraft, Welcome to my laboratory, 64 bit audio, Liquid system, Frequency from reality, Geomatrix Part 1-10.

10.11.2008

Wildbirds & Peacedrums - Heartcore (2008, Leaf)

I Wildbirds & Peacedrums suonano un qualcosa che si potrebbe definire alternative-blues minimale: nella maggior parte delle occasioni la bella voce di Mariam è accompagnata solo da elementi percussivi (è il caso di "The way things go", della poesia tribale molto morrisoniana "Bird", oppure delle incalzanti "Doubt / Hope" e "The ones that should save me get me down"), altre volte spuntano dei timidi accordi di chitarra ("Pony") o un carillon ("A story from a chair") a supporto. L'influenza di Nico e compagnia bella è evidente soprattutto in pezzi come la splendida "I can't tell in his eyes", la dolcissima "The battle in water" o l'intima "Nakina"; nel suo genere e di questi tempi un album preziosissimo.

8/10

Highlights: Pony, The way things go, I can't tell in his eyes, The battle in water, The ones that should save me get me down, Lost love, The window, We hold each other song.

10.10.2008

Estelle - Shine (2008, Atlantic / Homeschool)

Gli indizi che portano a Lauryn Hill sono tanti, a partire dalla modulazione della voce che riesce ad essere calda e soul nelle melodie e a conservare la sua personalità nel rap; c'è inoltre lo zampino di Wyclef in uno dei pezzi più riusciti dell'intero disco ("No substitute love") e le influenze reggae non sono per nulla nascoste ("Magnificent", "Come over"). Forse è solo una questione di tempo, intanto questo è un ottimo disco.

7.5/10

Highlights: Wait a minute (just a touch), No substitute love, American boy, Come over, Back in love, Pretty please (love me).

10.09.2008

2562 - Aerial (2008, Tectonic)

La bravura di Dave Huismans consiste nel sapere utilizzare alla perfezione gli spazi, condizione necessaria ma non sufficiente per potersi cimentare con il dub. Tale condizione diventa ancora meno sufficiente se i territori diventano dubstep, dove è fondamentale un background techno con tutto ciò che quella parola si porta dietro (suoni, strutture ritmiche e armoniche, attitudine); aldilà di qualsiasi tentativo di creare eccitazione intorno ad un presunto "nuovo" suono (il dubstep, appunto), "Aerial" rappresenta un tassello importante nell'evoluzione dello stile elettronico tutto che a livello underground va preso in considerazione molto seriamente.

7.5/10

Highlights:
Morvern, Moog dub, Channel 2, Techno dread, Greyscale, Kameleon.

10.06.2008

Angus & Julia Stone - A book like this (2007, Emi)

Qualcuno potrebbe obiettare che di dischi così ce ne sono davvero troppi; due fratelli che impugnano i loro strumenti e cantano una canzone a testa, che scrivono delle melodie tra il folk e il pop-rock semplici semplici e le arrangiano in modo prevedibile ma perfetto, che non si preoccupano di strafare ma di fare bene. Quando però il risultato sono tredici pezzi di valore e la noia è nulla non c'è scusa che tenga, e un album come questo diventa automaticamente un piccolo segreto da custodire gelosamente e da ascoltare all'infinito.

8.5/10

Highlights:
Tutto.

10.04.2008

Leila - Blood, looms & blooms (2008, Warp)

Esordì dieci anni fa su Rephlex, replicò due anni dopo su XL e ora il suo terzo album esce su Warp; da quel "Courtesy of choice" del 2000 solo qualche remix per la musicista iraniana Leila Arab. Il suo ritorno ricalca lo stile già messo in mostra sul finire del secolo scorso: psichedelia ("Mollie", "Mettle", "Carplos"), fedeltà alle tradizioni ("Little acorns", "Young ones") e la sua ben nota predispozione al trip-hop ("Why should I" insieme a Martina Topley-Bird, " Teases me" con il fido Luca Santucci, ma soprattutto "Daises, cats and spacemen" con la voce della sorella ex-Archive Roya Arab, che profuma di Portishead).

7.5/10

Highlights: Time to blow, Little acorns, Daises cats and spacemen, Teases me, Deflect, Lush dolphins, Ur train, Why should I.

10.01.2008

Kraak & Smaak - Plastic people (2008, Jalapeno)

"Plastic people" prosegue il discorso funk iniziato tre anni prima con "Boogie angst", con mestiere impeccabile ma un'ispirazione in troppi momenti latitante.

6/10

Highlights:
Squeeze me, Man of constant sorrow, Thinking back, Ain't gonna take it no more.

9.30.2008

Madonna - Hard candy (2008, Warner Bros.)

I presupposti sono scontati, e a questo punto "dovuti": super produzione (Timbaland, Timberlake, The Neptunes, Andrew Coleman), featuring di lusso (Kayne West e qualche intromissione dei due Timb e di Pharrell), dodici tracce pop con obiettivo e destino che si incontrano nella parola "chart". Probabilmente il valore intrinseco delle canzoni è qualcosa che passa in secondo piano, considerata anche la maestria della signora Ciccone nell'attirare l'attenzione con un approccio universale e non concentrato unicamente sulla musica; ma se va tutto a gonfie vele fino al brano 4 ("Heartbeat"), passando attraverso due ottimi singoli ("4 minutes" e "Give it to me") e un'apertura convincente ("Candy shop"), con lo scorrere delle tracce la tensione si allenta un po' troppo, e a questo punto il pensiero che questo disco sia stato riempito di tracce per motivi commerciali (scadenze o quant'altro) vince.

6.5/10

Highlights: Candy shop, 4 minutes, Give it to me, Heartbeat, Beat goes on, Voices.

9.29.2008

Autechre - Quaristice (2008, Warp)

Bleeps, glitches, schiaffi di rumore bianco, interferenze, deviazioni pseudo-ambient, strappi e ritmi fuorilegge. Quello che ti aspetti dagli Autechre.

7/10

Highlights: The plc, IO, Perlence, Simmm, Tankakern, Bnc castl, Theswere, Outh9x.

9.28.2008

My Brightest Diamond - A thousand shark's teeth (2008, Asthmatic Kitty Records)

Quando Shara Worden si lascia andare vengono fuori delle cose mezze sperimentali davvero disorientanti ("Apples" è un ottimo esempio), mentre quando contiene la sua musica all'interno di uno schema il risultato tocca nel profondo: solenne malinconia, quel timbro commovente, strumentazione prettamente classica applicata a stesure folk-rock, tempi dilatati e un'aura ammaliante e fatale.

8/10

Highlights: Inside a boy, Ice and storm, From the top of the world, To Pluto's moon, Bass player, Goodbye forever.

9.27.2008

Il Nucleo - Io prendo casa sopra un ramo al vento (2008, Riservarossa)

Un conto è imitare; tutt'altra cosa è assimilare lo stile di band che compongono la storia del rock contemporaneo e fondere tali ispirazioni con un solido background tradizionalmente italiano per produrre del sano e coinvolgente pop-rock.

7.5/10

Highlights:
Che cosa conta, Cambiano le cose, Io prendo casa sopra un ramo al vento, Vorrei un motivo, La mia occasione.

9.25.2008

Bang Gang - Ghosts from the past (2008, Discograph)

Il percorso intrapreso da Bardi Johannsson è molto vicino all'evoluzione stilistica della band londinese "Archive", prima salita sul carrozzone trip-hop per poi virare verso una scrittura di pezzi propriamente rock. Forse l'esperienza di "Lady & Bird" (con Keren Ann) ha influito sulla sua prospettiva, ha stimolato in lui una voglia di compiere il grande passo, da produttore a cantautore; la conferma principale sta nel fatto che in questo terzo disco scompaiono in maniera pressochè totale i featuring vocali, sostituiti dalla sua voce (che non è niente di unico, ma il suo dovere lo fa). E' inevitabile che ci siano dei passaggi fin troppo semplici ("I know you sleep", "Black parade") e di certo i testi e la pronuncia inglese hanno spesso un che di maccheronico, ma sarebbe ingiusto non chiarire che ogni singola traccia di "Ghosts from the past" ha una forte componente emotiva ed è interpretata con il cuore.

7.5/10

Highlights: One more trip, Lost in wonderland, Every time I look in your eyes, Ghosts from the past, Don't feel ashamed, You won't get out.

9.24.2008

Tricky - Knowle west boy (2008, Domino)

Non si può non sentire almeno un po' la mancanza di un tipo come Adrian Thaws, un personaggio camaleontico che nei primi novanta ha contribuito a cambiare la musica grazie alla sua innata capacità di varcare i confini con una padronanza e una calma paradossali. "Knowle west boy" esce dopo 5 anni di astinenza e comincia senza preamboli, con un bluesaccio distorto come "Puppy toy", uno schiaffo in faccia che pretende attenzione, che urla "sono tornato, eccomi qui, adesso vedi di aprire bene quelle orecchie"; segue "Bacative", un oggetto misterioso che mischia ragga, funk, punk e prevede anche a supporto un pad cosmico e un violoncello(!). "Joseph" è un pezzo soul futuristico, senza beat, due accordi ma un atmosfera che valla a creare tu; e poi parte "Veronika", una lezione di pop minimale (che Peaches se la sogna di notte) con quella linea vocale contagiosa intervallata da pause volutamente ostentate. Il rock nella testa di Tricky è "C'mon baby", ma soprattutto "Council estate" (con Switch in regia) che rappresenta in modo perfetto il suo lato più rumoroso ed eclettico; il Tricky di "Aftermath" lo si ritrova invece nella successiva "Past mistake", con la sua voce cupa e trascinata a creare contrasto con la dolce melodia sospirata da Lubna Mhaer: senza alcun dubbio il punto più alto del disco. "Coalition" è una canzone di denuncia dura e spigolosa, gli archi pizzicati della morbida "Cross to bear" alleggeriscono la tensione, poi arriva la cover di "Slow" di Kylie Minogue che è puro e semplice genio; chiudono il funky dub di "Baligaga", l'ottimo pop-rock di "Far away" e un ennesimo piccolo capolavoro come "School gates". Un personaggio come Adrian Thaws serve alla musica.

8.5/10

Highlights:
Tutto.

9.23.2008

Munk - Cloudbuster (2008, Gomma)

Il ritorno di Mathias Modica e Jonas Imbery è un affare ancora più italo del precedente "Aperitivo", con beat disco e pianoforte in bella vista; immutata invece l'ironia che in passato ha contraddistinto le produzioni del duo, con la differenza che mentre qualche anno fa aveva un certo impatto oggi si fa notare solo quando diventa ridicola ("No milk") e viene cassata in tempo zero. E si che il singolo in apertura ("Live fast, die old!") non è così ripugnante, anzi, se preso singolarmente funziona; una volta che viene seguito da pezzi piatti come "Down in L.A." e "You never see me back down" perde un po' della sua forza. Le dissonanze di "The rat race" non aiutano certo a risollevare lo spirito, il crescendo di "Under kontrol" brilla solo per l'inesistenza di tutto quello che c'è stato prima, lo scempio della già citata "No milk" rappresenta a questo punto la tentazione più grande per raggiungere il tasto eject il più presto possibile. Ma la buona notizia è che probabilmente l'apice del cattivo gusto è stato raggiunto, anche perchè la successiva "Bohemian mud strut" è almeno interessante e "Il gatto" (con voce sibilata a metà fra horror e fattanza di Asia Argento) ha un senso. Naturalmente purtroppo il risultato globale cambia poco: "Cloudbuster" è un disco scarno, ripetitivo e approssimativo, nulla più.

4.5/10

Highlights: Live fast die old!, Bohemian mud strut, Il gatto.

9.22.2008

Hadouken! - Music for an accelerated culture (2008, Surface noise recordings)

Salta subito all'occhio la similitudine fra il titolo del disco di debutto di questo quintetto di Leeds (la cui ragione sociale si ispira ad una mossa di un personaggio di Street Fighter) e una pietra miliare come "Music for the jilted generation" dei Prodigy. Ed è solo l'inizio di un disperato collage che infrange alcune regole base della musica, soprattutto in un ambito in continua evoluzione come quello dell'elettronica. Che Liam Howlett e soci abbiano deciso di dedicare un album alla generazione fottuta dei primi anni novanta è cosa buona e giusta: le implicazioni sociologiche del concetto di "rave" sono oramai chiare come il sole, prese in considerazione seriamente e all'unanimità. Non ci sono dubbi invece quando si tira fuori un termine senza senso come "nu-rave", una mera invenzione della stampa, un'etichetta che si appioppa a caso, talvolta a band indie (Klaxons?) altre a progetti dance come gli Hadouken!; ecco, già la base non esiste. Undici tracce che sono un misto di grime, industrial, linee melodiche brit-pop, un pizzico di 8 bit, rappate eventuali e ovviamente old-school techno; come se non bastasse a questo cannolo riempito oltremisura si aggiunge una voce che definire fastidiosa è un eufemismo. Come dire, un viaggio nel passato (ripeto, in un ambiente nel quale i viaggi nel passato fini a se stessi sono suicidi) senza un punto di arrivo; una zuppa senza ricetta, un "tutto" che è talmente "troppo" che diventa "niente". Musica per una generazione "accelerata", una generazione che scarica file a 128k e crede di possedere il vinile, che consuma musica senza fermarsi un secondo a riflettere sulle radici e sulle evoluzioni degli stili, che vuole l'impatto a prescindere dalla sostanza. "Welcome to our world / we are the wasted youth / and we are the future too": roba da brividi sulla schiena e quasi mi mancano gli Audio Bullys. Ho detto tutto.

3/10

Highlights: -

9.19.2008

Dr. Dog - Fate (2008, Park The Van)

Il quintetto di Philadelphia continua a pescare dalla tradizione americana anni 60 e unisce folk, rock, soul e blues nelle giuste misure.

7.5/10

Highlights:
The breeze, Hang on, The old days, Army of ancients, From.

9.18.2008

Sigur Rós - Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust (2008, Xl)

Quinto disco, ma l'ispirazione non sembra abbandonare i quattro folletti islandesi, che con un ronzio nelle orecchie continuano a suonare all'infinito la loro musica più dolce che mai. Heaven on earth.

8/10

Highlights:
Tutto.

9.14.2008

Foxboro Hot Tubs - Stop drop and roll (2008, Jingle Town Records)

I Green Day sotto mentite spoglie che giocano a fare i rocker anni 50; date queste premesse è inutile dire che si tratta di un ascolto super-leggero, ma è giusto sottolineare che il risultato è davvero spassoso.

7/10

Highlights:
Stop drop and roll, Mother mary, Ruby room, The pedestrian, Dark side of the night, Pieces of truth.

9.13.2008

Cut Copy - In ghost colours (2008, Modular)

"In ghost colours" contiene tutti gli ingredienti necessari per confezionare il disco pop nel 2008. Le basi post-disco del precendente "Bright like neon love"(2004) vengono arricchite da un'attitudine in perfetto equilibrio fra new wave e rock melodico, i suoni sono semplicemente perfetti e contribuiscono non poco alla definizione cristallina della produzione, le canzoni hanno un impatto devastante ma non stancano anche dopo una quantità industriale di ascolti. Elegante e al contempo universale: uno dei risultati più difficili da ottenere, soprattutto nel 2008.

9/10

Highlights:
Tutto.