7.23.2013

Stereophonics - Graffiti on the train (2013, Stylus Records)


Con tutte le aspettative che i fan degli Stereophonics si erano creati sul finire degli anni 90, le ultime due rumorose cadute ("Pull the pin" e "Keep calm and carry on") avevano causato un bel po' di confusione. Poteva la band autrice di perle come "Mr Writer" e "The bartender and the thief" raggiungere picchi di tale bassezza? Dove era finita l'ispirazione? Ed è stato forse un caso che la spirale discendente (già in atto dal quarto disco) avesse clamorosamente aumentato la velocità di caduta libera dall'album solista di Kelly Jones (il notevole "Only the names have been changed") in poi? Da parte mia confesso che li attendevo al varco. Volevo toccare con mano il risultato di quattro anni di lavoro, per capire se fossero in qualche modo recuperabili; ma - è giusto essere onesti - con scarso ottimismo. E invece, gli Stereophonics sono ancora tra noi. Anche se "Graffiti on the train" non è un disco memorabile, i segnali di ripresa sono percettibili: la title-track conta su un'apprezzabile progressione armonica e un efficace arrangiamento di archi, una significativa percentuale di lenti (da sempre fiore all'occhiello dei Gallesi) è intensa al punto giusto, pezzi come "In a moment" e "Been caught cheating" rassicurano, mentre "Roll the dice" osa un pochetto.  Ci sono poi brani che si dimenticano molto in fretta ("We share the same sun" e "Catacomb", per esempio), ma considerando il punto (morto) di partenza l'ottavo album di Kelly Jones e soci merita un'ampia, incoraggiante sufficienza.

7/10

Highlights: Graffiti on the train, Indian summer, Take me, Roll the dice, Been caught cheating, In a moment.

7.16.2013

Disclosure - Settle (2013, PMR / Island)


I fratelli Guy e Howard Lawrence - rispettivamente di classe '91 e '94 - conducono un'impeccabile lezione sul tema 'house music'. La conservazione di anima e certi estetismi old-school filtrati attraverso un suono moderno ed elegante rendono "Settle" un miracolo pop destinato a resistere allo scorrere del tempo.

9/10

Highlights: Tutto.

7.10.2013

Goo Goo Dolls - Magnetic (2013, Warner Bros.)


Premessa (oggettiva e incontestabile): anche se i Goo vanno per i cinquanta, ogni volta che si chiudono in studio per registrare un disco il loro spirito da teenager ha la meglio. Detto questo, entrano in ballo considerazioni personali (soggettive, e quindi condivisibili o contestabili). Da una parte c'è chi potrebbe invidiarli. Beati loro, che si sentono così giovani; alla fine scrivono benino, e sembra tutto molto naturale. La voce di John Rzeznik regge che è una meraviglia. E poi quanto sono romantici, con quella nostalgia mai vissuta con tristezza, ma sempre con un sorriso e con energia positiva. Dalla parte opposta, c'è chi potrebbe criticare i testi o le melodie - operazione troppo semplice. Sottolineare la prevedibilità di parole, arrangiamenti e note è un esercizio che non richiede alcuno sforzo; loro hanno scelto di non rischiare, è bene farsene una ragione. Irrimediabilmente pop, "Magnetic" diventa quindi un nuovo tassello che va ad arricchire la loro discografia in maniera piuttosto anonima; ma suonato un paio di volte - magari sfrecciando su qualche highway californiana - tiene compagnia e si fa canticchiare.

6.5/10

Highlights: Rebel beat, When the world breaks your heart, Slow it down, Caught in the storm, Bulletproofangel.