4.30.2015

MG - MG (2015, Mute)

Circola qualche indiscrezione su un possibile album dei Depeche Mode previsto per il 2016, ma sono voci tutte da confermare. Intanto Martin Lee Gore – che non è mai stato un tipo che ama stare con le mani in mano - terminato il Delta Machine Tour ha pensato bene di tenersi occupato con un nuovo lavoro, che diventa il secondo tassello ufficiale della sua discografia solista. Circa un quarto di secolo fa (1989) Martin aveva inciso 6 cover, raccogliendole nel "Counterfeit e.p."; quattordici anni dopo – mentre Gahan si isolava con il suo "Paper monsters" e Fletcher era rimasto folgorato dalle CLIENT e si stava concentrando sulla produzione del loro debutto - Gore approfondiva l'argomento cover pubblicando l'album "Counterfeit2", per sua stessa ammissione “una raccolta di canzoni che avevano influenzato la sua scrittura con i DM”. Oggi però il discorso è completamente diverso; l'attitudine del moderno MG prende le distanze dalla forma canzone, ed è direttamente collegabile ai recenti esperimenti in studio con Vince Clarke. Tre anni or sono i due avevano creato un progetto (sinteticamente abbreviato con le iniziali VCMG) che lasciava completamente da parte le voci, sbizzarrendosi con la techno e più in generale con la musica da club; il disco era curato e di qualità, ma per ovvie ragioni – leggi: lo strapotere pop e il valore storico dei Depeche Mode – se lo ricordano in pochi. MG farà inevitabilmente la stessa fine. Anzi, probabilmente se ne starà buono buono sullo sfondo, trasformandosi immediatamente in un mero feticcio riservato agli accaniti sostenitori di ogni singola nota che proviene dalla mente di Gore e agli appassionati di musica elettronica pura. Se Ssss (questo il titolo dell'album sfornato da Clarke e Gore nel 2012) poteva trovare terreno fertile perlomeno nelle playlist dei dj (non è un caso che venne “suddiviso” in 3 e.p. e presentato in anteprima esclusiva su Beatport), qui l'affare si fa decisamente più elitario. Siamo lontani anni luce dall'ottica dancefloor, e i 16 brani aprono a sperimentazioni senza compromessi. Dalle sospensioni nel nulla di "Islet" ai cervellotici arpeggi di "Pinking", dalle ostinate terzine acide di "Brink" alla crudezza di "Crowly", dalle nebulose "Trysting" e "Hum" alle più spensierate (ma comunque ostiche) "Spiral" e "Stealth" traspare la ferma intenzione di non porsi limiti e lasciare via libera all'immaginazione. Così i temi di "Elk" e "Southerly" sembrano la colonna sonora di un film di fantascienza (incantevole la seconda, che pare una composizione orchestrale eseguita da strumenti elettronici), mentre episodi come "Exalt", "Creeper" e "Swanning" concedono pochissimo alla melodia, concentrandosi quasi esclusivamente sul suono. Fatte le dovute premesse (prima fra tutte il fatto che l'ascolto di questo disco presupponga interesse verso composizioni elettroniche strumentali), il consiglio è quello di lasciarvi trasportare senza fare domande: l'estro e il gusto di Martin Gore non si discutono.

7/10

Highlights: 
Pink, Elk, Brink, Stealth, Islet, Crowly, Southerly.

4.19.2015

The Pretty Reckless - Going to hell (2014, Razor & Tie / Cooking Vynil)

Non sarà facile (anzi, sarà probabilmente impossibile) abbattere i pregiudizi legati a Taylor Momsen e ai suoi trascorsi da "Gossip girl"; ma i Pretty Reckless farebbero bene a fregarsene delle testate più radicali (leggi Pitchfork e compagnia bella). Perché "Going to hell" suona perfino meglio del disco di debutto del 2010, e Taylor sfoggia grande sicurezza e un'energia rara.

8/10

Highlights: 
Follow me down, Going to hell, Heaven knows, House on a hill, Sweet things, Blame me, Why'd you bring a shotgun to the party, Waiting for a friend.

4.13.2015

The Sonics - This is The Sonics (2015, ReVox)

Esattamente 50 anni fa usciva "Here are The Sonics!!!", il primo album in studio della breve e frammentata carriera della band di Washington capace di lasciare un segno indelebile nella storia del rock. Come dice Jack White: "I Sonics erano punk molto prima che il punk esistesse". Oggi ritornano con "This is The Sonics", un album energico e sfrontato composto da 12 schegge rock & roll senza pause che raramente superano i 3 minuti, rivendicando così la paternità di un'attitudine che probabilmente avrebbe fatto più fatica a furoreggiare senza il loro fondamentale contribuito negli anni '60.

8/10

Highlights: 
I don't need no doctor, Be a woman, You can't judge a book by the cover, Sugaree, Leaving here, I got your number, Spend the night.

4.03.2015

Awolnation - Run (2015, Red Bull Records)

L'esuberanza di Aaron Bruno provoca inevitabilmente un po' di confusione, e questa è l'accusa che viene frequentemente mossa al suo progetto Awolnation. Ma non ci si può dimenticare di un singolo come "Sail", pezzo di un'intensità rara qui rievocato dalla meno incisiva (ma comunque degna di nota) "Jailbreak". "Run" punta molto sulla semplicità delle melodie e sfoggia una libertà stilistica che talvolta finisce per offuscare il reale potenziale delle canzoni. Rimane comunque un disco da segnalare, se non altro per il suo eclettismo non comune.

8/10

Highlights: 
Run, Hollow moon (bad wolf), Jailbreak, I am, Headrest for my soul, Windows, Woman woman, Lie love live love, Drinking lightning.