12.27.2007

Maximilian Hecker - I'll be a virgin, I'll be a mountain (2007, V2)

Dodici standard lamenti d'amore.

6/10

Highlights: Snow white, Velvet son, The saviour, You came to me when I was born.

Björk - Volta (2007, One Little Indian)

Se c'è una caratteristica che nella musica permette di rischiare è quella dell'inconfondibilità. Björk in 30 anni di carriera (la metà dei quali in assolo) è riuscita ad entrare nelle classifiche pop quasi senza volerlo (il suo "Post" del 1995 rimane a tuttoggi uno degli episodi pop meno convenzionali della storia), ma soprattutto mantenendo una credibilità cristallina e proseguendo la sua carriera ascoltando il suo cuore e il suo cervello, senza preoccuparsi troppo del pubblico. "Volta" è l'ennesimo album impeccabile, dove la produzione di Timbaland ("Earth intruders", "Innocence", "Hope") va a braccetto con le sue stravaganti ballad minimali tipo "Pneumonia", dove il duetto con Anthony Hegarty (che raggiunge i livelli emotivi di "I've seen it all" cantata insieme a Thom Yorke nel 2000) si sposa bene con pezzi ultra-cinematici come "Wanderlust" e "Vertebrae by vertebrae" o con spaccati di folktronica ambientali tipo "I see who you are" o "My juvenile". L'unica stecca è "Declare independence", abbozzo noise ingiustificato del quale si può fare a meno; per il resto, ancora una volta, è magia.

8/10

Highlights:
Tutto.

12.26.2007

Iron And Wine - The shepherd's dog (2007, Sub Pop)

Roba acustica e sussurrata, in perfetto stile Sam Beam.

7.5/10

Highlights:
Lovesong of the buzzard, Carousel, House by the sea, Resurrection fern, Fightless bird american mouth.

12.24.2007

Embrace - This new day (2007, Independiente)

Sebbene non si siano mai dannati l'anima per tentare di proporre qualcosa di nuovo non si può negare che in passato gli Embrace qualche buona melodia da fischiettare l'abbiano scritta. Il relativamente recente interesse di Chris Martin (che oltre ad esserseli portati in tour ha scritto per loro il successo del 2004 "Gravity") porterebbe a confermare la tesi che nonostante i cinque vengano bollati come una delle tante band inglesi "post brit-pop" qualcosa valgano. E invece questo "This new day", purtroppo, è un disastro. Se l'apertura "No use crying" raggiunge dei buoni livelli di epicità, già il secondo brano (il singolo "Nature's law") sembra quasi una presa in giro da quanto è già sentito. Comincia "Target" e uno pensa subito agli U2 anni 80, ma non bestemmiamo per favore. Dopo la bruttina "Sainted" ecco finalmente una buona ballad, "I can't come down"; poi il nulla, ovvero una serie di pezzi stra-orchestrati e che non lasciano il minimo segno. Che peccato.

4.5/10

Highlights:
No use crying, I can't come down.

12.21.2007

Unkle - War stories (2007, Traffic Inc. / Surrender All)

Non si può certo dire che il percorso degli inglesi Unkle non sia stato travagliato; i continui ripensamenti di uno dei due fondatori della band (Tim Goldsworthy, ora Lcd Soundsytem) lo hanno portato ad abbandonare il progetto ancora prima che l'album di debutto vedesse la luce. "Psyence fiction" (1998) è una bella promessa, e i featuring di Richard Ashcroft, Badly Drawn Boy e Thom Yorke lo impreziosiscono ulteriormente. La sostituzione di Goldsworthy con Dj Shadow dura solo lo spazio di un tour, poi anche lui molla e viene rimpiazzato live dagli Scratch Perverts; la stabilità arriva con Richard File, che da questo momento in poi farà coppia fissa con James Lavelle. Anche il secondo "Never, never land" del 2003 conta su una line-up di ospiti da brivido (Jarvis Cocker, Brian Eno, Robert Del Naja, Ian Brown), e pur scontando un piccolo tributo in termini di freschezza e ispirazione rimane un prodotto curato e sopra le righe. In "War stories" l'attitudine new wave di Lavelle e File viene nettamente a galla, mentre non cambia la loro precisione in quanto a perfezione sonora; non è nulla di nuovo, ma si fa ascoltare che è un piacere.

8/10

Highlights: Tutto.

12.20.2007

Norah Jones - Not too late (2007, Blue Note)

Poco importa che lo strumento preponderante sia il piano (come nei suoi album precedenti) o la chitarra (come in questo caso) : il risultato rimane come sempre delicatamente perfetto.

8/10

Highlights:
Tutto.

12.19.2007

Cortney Tidwell - Don't let stars keep up tangled up (2006, Ever Records)

Psichedelica poesia electro-folk.

7.5/10

Highlights:
Eyes are at the billion, Pictures on the sidewalk, Don't let stars keep up tangled up, New commitment, Our time, The tide.

12.18.2007

Ash - Twilight of the innocents (2007, Infectious Records)

Dopo 9 anni di militanza Charlotte Hatherley se n'è andata, lasciando Tim Wheeler, Mark Hamilton e Rick McMurray alle prese con i fantasmi del loro passato. Il loro quinto e (dicono) ultimo disco è intrappolato in autocitazioni e melodie strasentite, intervallate da esitanti balzi verso una supposta maturità ("Polaris") che non riescono ad esorcizzare la monotonia.

5/10

Highlights: I started a fire, Blacklisted, Polaris, End of the world, Shadows.

Nine Inch Nails - Y34RZ3R0R3MIX3D (2007, Interscope)

Che una raccolta di remix risulti migliore del disco originale è da sempre cosa estremamente rara; specialmente in questi tempi segnati dalla "crisi" dell'industria discografica, che in troppi frangenti ha evidenziato confusione spacciando per validi tonnellate di rework spesso un po' troppo fini a se stessi o comunque, in tutta sincerità, evitabili. Ma questo è un argomento che non si può rinfacciare a Trent Reznor, uno di quei personaggi che ha sempre puntato tantissimo sulle rielaborazioni (anche e soprattutto ad opera sua), credendo fino in fondo in una seconda vita dei suoi pezzi. E come era già successo con "Fixed" e con "Further down the spiral" anche questo "Y34RZ3R0R3MIX3D" ha una sua ragione d'essere che va oltre il semplice proporre delle versioni alternative di tracce già esistenti: forse non sta in piedi da solo, ma riesce per certo a dare un punto di vista interessante anche ad alcuni momenti poco felici di "Year Zero", e non è poco.

7.5/10

Highlights:
Guns by computer (Saul Williams), The great destroyer (Modwheelmood), The beginning of the end (Ladytron), Capital g (Epworth Phones Remix), The warning (Stefan Goodchild), Another version of the truth (Kronos Quartet & Enrique Gonzalez Müller), In this twilight (Fennesz), Zero-sum (Stephen Morris & Gillian Gilbert).

12.12.2007

Komputer - Synthetik (2007, Mute)

Back to Kraftwerk.

7/10

Highlights:
International space station, Headphones & ringtones, Like a bird, Rain, Liquid gold.

12.10.2007

Arctic Monkeys - Favourite worst nightmare (2007, Domino)

Che gioia avere la conferma che l'eccitazione per una nuova band era ampiamente giustificata.

8/10

Highlights:
Tutto.

12.09.2007

My Brightest Diamond - Tear it down (2007, Asthmatic Kitty Records)

13 ottime rielaborazioni dei pezzi contenuti in "Bring me the workhorse"; ma gran parte del merito va attribuito alla forza delle canzoni originali.

7.5/10

Highlights:
Workhorse (Lusine), Freak out (Gold Chains Panique Mix), Disappear (Stakka), We were sparkling (Haruki), Disappear (Wheat To Whiskey Mix).

My Brightest Diamond - Bring me the workhorse (2006, Asthmatic Kitty Records)

Indie rock con una vena malinconica Bristol mid-nineties. "Gone away" da i brividi.

8/10

Highlights:
Tutto.

12.06.2007

Roisin Murphy - Overpowered (2007, Emi)

Roisin Murphy è una potenza. Da sempre leader incline all'abbattimento di ogni confine musicale, al punto che catalogare la sua musica già ai tempi dei Moloko risultava arduo. Non si ferma un attimo Roisin. E dopo lo splendido "Ruby blue", scritto a quattro mani con quel geniaccio di Matthew Herbert, ora riesce a stupire anche con il suo secondo lavoro solista. Si parte con la title track, prodotta insieme a Seiji dei Bugz In The Attic (che metterà le mani su diverse tracce): linea di basso 303, appoggi eterei, quattro note che omaggiano Corey Hart ("Sunglasses at night"), ritmica scarna e secca. Perfetto. I bpm si alzano con "You know me better", disco-house pensata insieme a Andy Cato dei Groove Armada e mixata dal signor Eric Kupper; ed ecco che il titolo "Overpowered" comincia ad assumere un significato tangibile. "Check on me" è orchestrata a meraviglia; ma è con la successiva "Let me know" che l'album raggiunge il suo picco. Intro praticamente acappella che ostenta una sicurezza non da tutti, e poi quel beat incalzante spezzato da accordi di piano discoduemila; c'è ancora Cato in fase di produzione, e si sente. In "Movie star" Roisin si trasforma in una Kylie Minogue tamarra, "Primitive" è un ibrido r&b-synth-pop che solo lei può cantare, "Footprints" pesca ancora a piene mani nella disco fine settanta, "Cry baby" è un inno a Moroder. Con la doppietta finale "Tell everybody" e "Scarlet ribbons" si toccano nuovamente livelli di qualità eccellenti: la prima scherza con un arrangiamento volutamente finto-Timbaland, la seconda è una ballad dilatata e tenerissima. Altro che confessioni da dancefloor.

8/10

Highlights:
Tutto.

12.05.2007

Samim - Flow (2007, Get Physical Music)

Underground house music di buona fattura. L'ascoltatore è caldamente invitato a skippare la traccia quattro.

7/10

Highlights:
Springbreak, Blackdeath, Setupone, Zleep.

12.04.2007

Fairmont - Coloured in memory (2007, Border Community)

Secondo long playing per il side-project di Jake Fairley, dopo quel "Paper stars" del 2002 passato quasi inosservato e l'exploit del singolo "Gazebo" nel 2005. Techno morbida e melodica che talvolta rischia di annoiare, ma nella maggioranza dei casi emoziona; ottimi i momenti downbeat.

7/10

Highlights:
Fade and saturate, Mobula, I need medicine, Calm before the storm, Flight of the albatross.

Christian Prommer - Christian Prommer's drum lesson Vol.1 (2007, Sonar Kollektiv)

Una manciata di anthem techno e house in versione jazz. Straraffinato e godibilissimo.

8/10

Highlights:
Rej, Plastic dreams, Trans-europa express, Strings of life, Beau mot plage.

12.03.2007

The Shins - Wincing the night away (2007, Sub Pop)

L'ennesimo miracolo firmato Sub Pop che si concretizza in questo terzo disco praticamente perfetto della band statunitense che debuttò 6 anni fa. Qualità.

8.5/10

Highlights:
Tutto.

Rooney - Calling the world (2007, Geffen)

Ambizioni brit che si fondono con un'attitudine power-pop a stelle e strisce. Viene fuori un qualcosa dal suono curato, ma molto, troppo standard. Un bel velo pietoso sui testi che neanche un adolescente alle prime esperienze con l'altro sesso avrebbe potuto partorire.

5/10

Highlights:
When did your heart go missing?, What for, Believe in me.