6.30.2007

The Music - Welcome to the north (2004, Capitol)

Scariche rockpostdisco a sottolineare il talento già espresso nel debutto del 2002.

7.5/10

Highlights: Welcome to the north, Bleed from within, Breakin', Fight the feeling, Guide, I need love.

6.27.2007

John Tejada - Cleaning sounds is a filthy business (2006, Palette)

Minimalismi di qualità da un signore che può, anzi deve dire la sua in una scena tanto inflazionata.

7/10

Highlights: What happened to manners?, The end of it all, The zone, Science I think, Panorama.

6.22.2007

Justice - † (2007, Because)

Rumoroso e distorto party-funky rock elettronico post Daft Punk.

8/10

Highlights: Let there be light, D.a.n.c.e., New jack, Phantom pt.II, The party, Stress, Waters of Nazareth.

Cousteau - Nova Scotia (2005, Endeavour)

Un bel po' di carattere è andato perso con l'addio dell'imprescindibile Davey Ray Moor, soprattutto a livello di composizione; ma tutto sommato Nova Scotia rimane un disco decoroso, e gran parte del merito va a quella voce profonda come il mare.

6/10

Highlights: Sometime, She's not coming back, To sail away.

6.21.2007

Kaiser Chiefs - Yours truly, Angry Mob (2007, Polydor)

I cinque di Leeds continuano a suonare il loro hooligan rock senza pretese di scrivere chissà quale capolavoro della musica; da consumarsi preferibilmente sulla strada per lo stadio.

7/10

Highlights: Ruby, The Angry Mob, Love's not a competition (but I'm winning), I can do it without you, Everything is average nowadays, Learnt my lesson well.

Herbert - Scale (2006, !K7)

Ambizioso, disinibito e completo; l'approccio di Matthew Herbert alla composizione è geniale, e il modo in cui vengono miscelati beat e stili diversi ha dell'incredibile. Estremamente cool, ma nel senso buono (ovvero quello non abusato) del termine.

8.5/10

Highlights: Tutto.

6.20.2007

Verdena - Requiem (2007, Universal)

I Verdena non sono musicisti perfetti; ma non penso che abbiano mai voluto esserlo o che coltivino l'ambizione di diventarlo. Il loro approccio è strettamente emozionale e il suono di Requiem (il loro quarto album) è una citazione continua di più di trent'anni di rock, fra richiami psichedelici e concetti punk, intermezzi misteriosi e un paio di ballad toccanti (con l'aiuto di Mauro Pagani). Il tutto naturalmente è guidato e supervisionato dallo spirito di Kurt Cobain, che aleggia perpetuo e costante come una sorta di maledizione senza cura.

8/10

Highlights: Don Calisto, Non prendere l'acme Eugenio, Angie, Canos, Il gulliver, Muori delay, Trovami un modo semplice per uscirne.

6.15.2007

Timbaland - Shock value (2007, Blackground Entertainment)

Timothy Mosley è un genio. Lo shuffle instabile e quel suono liquido che accompagnano la voce della compianta Aaliyah in "Try again" (anno 2000) resiste in vetta alla mia classifica personale delle basi hip-hop meglio riuscite di tutti i tempi. Se aggiungiamo che senza di lui Missy non sarebbe Missy, Justin non sarebbe Justin e molto probabilmente Nelly Furtado non sarebbe quello che è diventata grazie al suo zampino nell'ultimo "Loose" i conti sono belli e che fatti. "Shock Value" è una scontata conferma del talento di Timbaland e contiene tutti gli spunti stilistici che l'hanno reso e lo mantengono il producer più richiesto della scena. Tantissimo rispetto.

8.5/10

Highlights: Tutto.

The Chemical Brothers - We are the night (2007, Astralwerks)

Partiamo dal seguente presupposto: non è facile parlare del sesto album dei Chemical Brothers. Il motivo principale è che l'esordio discografico dei fratellini chimici risale ormai a dodici anni fa; un altro momento storico, un altro mondo, un'altra concezione di musica elettronica e, più in generale, di vita. C'è chi li ha accusati di essersi mossi in direzione del mainstream con il loro "Push the button"; ma a qualcuno è venuto in mente che forse è avvenuto l'esatto contrario? Non c'è alcun dubbio sul fatto che il mercato discografico si sia ispirato e in molti casi si sia addirittura impossessato del loro stile e del loro modo di pensare la musica. Quindi è ragionevole che "All rights reserved" (con il featuring dei Klaxons) suoni già sentita oggi; il segreto sta nel non dimenticare che questo tipo di accostamento fra elettronica e rock che nel 2007 appare banale Tom Rowlands e Ed Simons lo propongono da almeno una decina di anni (Noel Gallagher in "Setting sun" o "Let forever be"). E che i due sappiano fare musica credendoci senza però prendersi troppo sul serio lo si evince dall'umorismo hip-hop della curiosa "The salmon dance" piuttosto che dall'irridente riff principale del primo singolo, la ben riuscita "Do it again". A controbilanciare un brano inconcludente come "Saturate" ci pensa la profondissima "A modern midnight conversation", che potrebbe andare avanti una ventina di miuti senza stancare; e chi se ne importa delle insipide "Harpoons" e "Burst generator" quando alla fine del viaggio veniamo congedati da una meraviglia come "The pills won't help you now", la cui malinconia ricorda un altro loro capolavoro, "The state we're in" (da "Come with us" del 2002). Il tempo passa, ed è bene tenere a mente che gli artisti sono prima di tutto esseri umani; a volte conviene pensarci bene prima di confondere il significato di due verbi tanto discordanti come maturare e appassire.

8/10

Highlights: We are the night, All rights reserved, Do it again, The salmon dance, A modern midnight conversation, Battle scars, The pills won't help you now.

6.14.2007

Slow Train Soul - Santimanity (2006, Quango)

L'aggiunta dell'aggettivo 'Soul' alla ragione sociale con la quale Lady Z e Morten Hansen avevano firmato "Illegal cargo" non è fuori luogo: "Santimanity" ribadisce la loro classe, ma a livello emozionale non regge il confronto con l'ottimo debutto del 2003.

7/10

Highlights: Mississippi freestylin', Splinter, Sexing the cherry, Ma soucouyant, Eight or nine.

6.07.2007

Maroon 5 - It won't be soon before long (2007, Octoscope)

Opaco funky-pop-rock.

6/10

Highlights: Wake up call, Won't go home without you, Nothing lasts forever, Goodnight goodnight, Better that we break.