12.29.2014

Kele - Trick (2014, Lilac)

L'argomento "frontman che si trasforma in dj" è molto spinoso. Un metodo vincente per mettere tutti d'accordo è sfornare un disco come "Trick": la credibilità di Kele Okereke come producer non era in discussione, ma questo secondo disco conferma eclettismo e sensibilità pop del leader dei Bloc Party.

7.5/10

Highlights: First impressions, Coasting, Closer, Year zero, Silver and gold.

12.26.2014

Gorgon City - Sirens (2014, Virgin EMI)

House morbida di derivazione 90s che diventa a tutti gli effetti pop music: è questo il pensiero di Matthew Robson-Scott e Kye Gibbon, che percorrono placidi una strada già ampiamente spianata da gente come Disclosure, Duke Dumont e Keisza (per citarne tre). La produzione è curata e le canzoni poggiano su solide base melodiche; l'unico neo è rappresentato dalla formula, che si impara piuttosto in fretta. Proprio per questo motivo un pezzo come "Ftpa" (che devia leggermente dallo stile dell'album nascondendo parzialmente la cassa in quattro) risplende di una luce tutta sua. Seppur a tratti inoffensivo, "Sirens" rimane un disco scorrevole e ben prodotto.

7.5/10

Highlights: Ready for your love, Here for you, Ftpa, Go all night, Real, Imagination, Doing it wrong.

12.22.2014

Smashing Pumpkins - Monuments to an elegy (2014, Bmg / Martha's Music)

Per tante ragioni si può legittimamente affermare che gli Smashing Pumpkins abbiano vissuto due carriere ben distinte. I primi Pumpkin hanno segnato un decennio, punto. I secondi sono partiti con poca convinzione: il disco del ritorno ("Zeitgeist") portava le cicatrici di un periodo confuso (leggi: il progetto Zwan e il disco solista di Corgan). Ma - sorprendentemente - "Oceania" del 2012 segnava una ricomparsa dell'ispirazione. "Oceania" è stato (con le dovute proporzioni, perché raramente si riesce a riscrivere la storia in due epoche diverse) il "Siamese dream" della seconda vita della band di Chicago (anche se della formazione originale rimaneva soltanto il leader). E' quindi "Monuments to an elegy" il nuovo "Mellon Collie"? In termini di lunghezza sono due lavori diametralmente opposti: a fronte del doppio cd del '95 ci sono i 35 minuti di "Monuments" (però il contratto con la Bmg prevede un nuovo disco entro il 2015). Ma il fatto che le nove tracce del nuovo lavoro si risolvano in fretta non è indice di mancanza d'ispirazione, anzi: un Billy così brillante non si sentiva da molto tempo. Ecco, il tempo: quello che è cambiato davvero sono le condizioni in cui gli Smashing Pumpkins (leggi: Billy Corgan) fanno musica, non la loro musica. Certo, l'età non è un'opinione. Le turbe di gioventù si assopiscono. Lo stile evolve. Ma - tra cambi di formazione, scalate e declini, sprazzi di genio e momenti di difficoltà - quello che conta davvero è che gli Smashing Pumpkins siano vivi e vegeti.

8.5/10

Highlights: Tutto.

12.21.2014

Robbie Williams - Under the radar Vol. 1 (2014, Farrell Music)

Dal nulla appare un non-disco di Robbie. Dal nulla perché anticipato da uno striminzito annuncio appena un paio di settimane prima della release. Non-disco per almeno due valide ragioni. Intanto viene distribuito in maniera indipendente sul sito ufficiale di Williams al prezzo di 5 sterline. E poi si tratta di una raccolta di outtakes e pezzi sparsi riesumati per l'occasione senza un vero filo logico. La notizia è che "Under the radar vol.1" è molto più piacevole degli ultimi lavori (mica tanto ultimi: diciamo da "Rudebox" in poi) del cantante britannico, che fa un po' quello che vuole divertendosi e divertendo.

7.5/10

Highlights: H.E.S., The edge, All climb on, Surrender, Love is you, The brits, National treasure, Greenlight.

12.09.2014

Mary J. Blige - The London sessions (2014, Capitol)

Volendo esagerare, si potrebbe dire che una Mary J. Blige così ispirata non si sentiva dai tempi di "No more drama" (2001). Nessuno (nemmeno il sottoscritto) sostiene che dischi come "The breakthrough", "Growing pains" e "Stronger with each tear" siano robetta da niente; è solo che oggi Mary riesce ad essere la bravissima cantante soul e R&b che è sempre stata (e sempre sarà) senza dimenticarsi dello stile e dei tempi che cambiano. Giù il cappello quindi per Rodney Jenkins, ma anche per i Disclosure, Emeli Sandè, Naughty Boy, M.J. Cole, Craze & Hoex, Steve Fitzmaurice e Sam Smith, la squadra di produttori e compositori che ha reso possibile un album tanto prezioso.


8.5/10

Highlights: Tutto.

12.06.2014

Haerts - Haerts (2014, Columbia)

Meraviglia (ex)indie che resuscita il pop anni 80 come meglio non si potrebbe.

8.5/10

Highlights: Tutto.

12.05.2014

Röyksopp - The inevitable end (2014, Dog Triumph)

Se il buongiorno si intuisce dalla copertina, qui andiamo male. Fortunatamente a livello di contenuti si può tirare un sospiro di sollievo: il quinto lavoro di Berge & Brundtland è una raccolta di dolci filastrocche robotiche, dove a convincere sono sia la composizione che gli arrangiamenti. Il familiare timbro vocale di Robyn impreziosisce il singolo "Monument", quello di Jamie degli Irrepressibles è più che azzeccato nell'elegiaca "I know I have to go" e nel tunnel emotivo "Compulsion", la morbida voce di Susanne Sundfor è esattamente quello che ci voleva per elevare un brano sospeso come "Running to the sea".


8/10

Highlights: Monument, Sordid affair, You know I have to go, I had this thing, Here she comes again, Running to the sea, Compulsion.

12.03.2014

Damien Rice - My favourite faded fantasy (2014, 14th Floor Records / Atlantic)

"O" pareva irraggiungibile. "9" ne aveva ricalcato le orme, riuscendo soltanto nell'impresa di essere definito un buon disco. Ora, "My favourite dark fantasy" sfiora la perfezione. Ci sono le canzoni: brani solidi, melodie compiute anche nella loro parziale prevedibilità. C'è dinamica: la nota intimità che il più delle volte con il passare dei minuti si evolve in impetuosi arrangiamenti di archi. C'è cuore: l'interpretazione dà i brividi. E si, c'è anche dun po' di mestiere; ma ben venga, se i risultati sono questi.

9/10

Highlights: Tutto.