7.27.2007

Emiliana Torrini - Fisherman's woman (2004, Rough Trade)

Ne è passato di tempo dallo splendido debutto "Love in the time of science"; per la precisione cinque anni. E questa volta la fanciullesca voce di Emiliana Torrini viene accompagnata solo da strumenti acustici; il risultato è un disco fiabesco che dondola lento, fragile e leggero.

8.5/10

Highlights: Tutto.

7.22.2007

Garbage - Absolute Garbage (2007, A&E)

Con dodici anni di attività alle spalle e quattro album all'attivo è tempo di raccogliere i frammenti più significativi della carriera di una band che ha contribuito in maniera fondamentale a rinfrescare il panorama del rock alternativo a metà anni 90, sviluppando un sound che a lungo andare ha toccato nel profondo l'evoluzione del pop-rock degli anni a venire; i 18 brani selezionati per "Absolute Garbage" suonano ancora freschi e confermano in modo inequivocabile la presenza di personalità del quartetto inglese. Parlando dei 13 remix contenuti nel cd bonus invece il discorso cambia: se ne salvano pressapoco la metà. Evitando accuratamente qualsiasi tipo di revisione "house & affini" (solo il clash-take di Felix Da Housecat ha un senso) spiccano il lavoro di U.n.k.l.e su "The world is not enough", il jazzy mood imposto dai Fun Lovin' Criminals a "You look so fine", il rework compresso dei Boom Boom Satellites su "Push it" e quella perla che è il remix di "Milk" dei Massive Attack.

8.5/10

Highlights: Cd 1: Tutto. Cd 2: The world is not enough (U.n.k.l.e. Remix), Milk (Massive Attack Remix), Androginy (Felix Da Housecat Remix), You look so fine (Fun Lovin' Criminals Remix), Push it (Boom Boom Satellites Remix).

7.20.2007

Lindstrøm & Prins Thomas - Reinterpretations (2007, Eskimo)

Raccolta di remix, outtakes e versioni alternative riservata agli accaniti del genere.

6/10

Highlights: Turkish delight (12'' Version), Mighty girl, Feel p.m..

Snow Patrol - Eyes open (2006, Polydor)

Rock stantio e con troppo zucchero.

5/10

Highlights: All that I have, Chasing cars, Set the fire to the third bar.

7.16.2007

Damien Rice - 9 (2006, 14th Floor)

Pur non riuscendo a bissare adeguatamente il decantato album di debutto del 2003, "9" conferma le abilità di songwriting di uno degli esponenti più in vista del panorama folk-pop odierno; Damien è onesto, semplice, delicato ed impreciso quanto basta per toccare il cuore.

7.5/10

Highlights: 9 crimes, The animals were gone, Elephant, Grey room, Accidental babies.

7.12.2007

Tokio Hotel - Scream (2007, Universal)

Un disarmante concentrato di banalità pop-rock.

5/10

Highlights: Ready set go, Monsoon, By your side.

7.08.2007

Linkin Park - Minutes to midnight (2007, Warner Bros.)

Tolte un paio di ballad ben riuscite il terzo disco dei Linkin Park gode come al solito di un'ottima produzione, ma è francamente dimenticabile.

5/10

Highlights: Leave out all the rest, Shadow of the day, What I've done.

7.07.2007

Wolfmother - Wolfmother (2006, Interscope)

Il Rock & Roll di trenta e passa anni fa impacchettato in una produzione new millenium.

8/10

Highlights: Tutto.

7.03.2007

Marylin Mason - Eat me, drink me (2007, Interscope)

Il supposto periodo cupo di Brian Hugh Warner si riflette in un disco guardingo, semplice e controllato; ma questa è buona musica, e l'impasto sonoro che ha creato questo personaggio paga anche senza gli eccessi ai quali ha abituato il suo pubblico.

8/10

Highlights: Tutto.

7.02.2007

Nine Inch Nails - Year zero (2007, Interscope)

I pro e i contro dell'avere messo alla luce un disco capolavoro sono noti: il rispetto e la stima sono salvi per sempre, ma ripetersi diventa un'impresa molto complicata. E Trent Reznor sa bene che replicare "The downward spiral" non sarà affatto facile: lo si capisce dal numero di brani estratti da quel perfetto affresco del 1994 che continua a proporre nei suoi live. Dopo la citata spirale venne l'ambizioso (ma solo buono) "The fragile", seguito dall'insipido "With teeth" di due anni fa; è ora il turno di "Year zero", concept politico e apocalittico, denso di contenuti crudi e metafore violente in linea con il percorso dell'autodistruzione che ora però non si focalizza su una persona sola, ma apre al genere umano intero. Gli anni non hanno scalfito l'energia della band, che conserva il proprio approccio industrial giocando come sa con distorsioni e ripartenze, curando la dinamica e l'espressione del suono, bilanciando elettrico ed elettronico; quello che a tratti manca, purtroppo, è l'ispirazione. Se un pezzo come "Survivalism" voleva essere una "March of the pigs 2" fallisce abbastanza miseramente, risultando scontato e fin troppo prevedibile; "Vessel" è inutile (per non dire brutta), mentre l'incedere spezzato di "The warning" e quello disco-malattia di "God given" non vanno da nessuna parte. Convincono invece la progressione emozionale di "The beginning of the end", il groove pseudo-funk di "The good soldier", lo strisciare esitante di "Me, I'm not", l'ipnosi angosciosa di "The greater good", gli spasmi cervellotici di "The great destroyer", l'apertura melodica di "In this twilight" e il finale "Zero sum", cupo e toccante.

7/10

Highlights: The beginning of the end, The good soldier, Me I'm not, The greater good, The great destroyer, In this twilight, Zero sum.