12.29.2014

Kele - Trick (2014, Lilac)

L'argomento "frontman che si trasforma in dj" è molto spinoso. Un metodo vincente per mettere tutti d'accordo è sfornare un disco come "Trick": la credibilità di Kele Okereke come producer non era in discussione, ma questo secondo disco conferma eclettismo e sensibilità pop del leader dei Bloc Party.

7.5/10

Highlights: First impressions, Coasting, Closer, Year zero, Silver and gold.

12.26.2014

Gorgon City - Sirens (2014, Virgin EMI)

House morbida di derivazione 90s che diventa a tutti gli effetti pop music: è questo il pensiero di Matthew Robson-Scott e Kye Gibbon, che percorrono placidi una strada già ampiamente spianata da gente come Disclosure, Duke Dumont e Keisza (per citarne tre). La produzione è curata e le canzoni poggiano su solide base melodiche; l'unico neo è rappresentato dalla formula, che si impara piuttosto in fretta. Proprio per questo motivo un pezzo come "Ftpa" (che devia leggermente dallo stile dell'album nascondendo parzialmente la cassa in quattro) risplende di una luce tutta sua. Seppur a tratti inoffensivo, "Sirens" rimane un disco scorrevole e ben prodotto.

7.5/10

Highlights: Ready for your love, Here for you, Ftpa, Go all night, Real, Imagination, Doing it wrong.

12.22.2014

Smashing Pumpkins - Monuments to an elegy (2014, Bmg / Martha's Music)

Per tante ragioni si può legittimamente affermare che gli Smashing Pumpkins abbiano vissuto due carriere ben distinte. I primi Pumpkin hanno segnato un decennio, punto. I secondi sono partiti con poca convinzione: il disco del ritorno ("Zeitgeist") portava le cicatrici di un periodo confuso (leggi: il progetto Zwan e il disco solista di Corgan). Ma - sorprendentemente - "Oceania" del 2012 segnava una ricomparsa dell'ispirazione. "Oceania" è stato (con le dovute proporzioni, perché raramente si riesce a riscrivere la storia in due epoche diverse) il "Siamese dream" della seconda vita della band di Chicago (anche se della formazione originale rimaneva soltanto il leader). E' quindi "Monuments to an elegy" il nuovo "Mellon Collie"? In termini di lunghezza sono due lavori diametralmente opposti: a fronte del doppio cd del '95 ci sono i 35 minuti di "Monuments" (però il contratto con la Bmg prevede un nuovo disco entro il 2015). Ma il fatto che le nove tracce del nuovo lavoro si risolvano in fretta non è indice di mancanza d'ispirazione, anzi: un Billy così brillante non si sentiva da molto tempo. Ecco, il tempo: quello che è cambiato davvero sono le condizioni in cui gli Smashing Pumpkins (leggi: Billy Corgan) fanno musica, non la loro musica. Certo, l'età non è un'opinione. Le turbe di gioventù si assopiscono. Lo stile evolve. Ma - tra cambi di formazione, scalate e declini, sprazzi di genio e momenti di difficoltà - quello che conta davvero è che gli Smashing Pumpkins siano vivi e vegeti.

8.5/10

Highlights: Tutto.

12.21.2014

Robbie Williams - Under the radar Vol. 1 (2014, Farrell Music)

Dal nulla appare un non-disco di Robbie. Dal nulla perché anticipato da uno striminzito annuncio appena un paio di settimane prima della release. Non-disco per almeno due valide ragioni. Intanto viene distribuito in maniera indipendente sul sito ufficiale di Williams al prezzo di 5 sterline. E poi si tratta di una raccolta di outtakes e pezzi sparsi riesumati per l'occasione senza un vero filo logico. La notizia è che "Under the radar vol.1" è molto più piacevole degli ultimi lavori (mica tanto ultimi: diciamo da "Rudebox" in poi) del cantante britannico, che fa un po' quello che vuole divertendosi e divertendo.

7.5/10

Highlights: H.E.S., The edge, All climb on, Surrender, Love is you, The brits, National treasure, Greenlight.

12.09.2014

Mary J. Blige - The London sessions (2014, Capitol)

Volendo esagerare, si potrebbe dire che una Mary J. Blige così ispirata non si sentiva dai tempi di "No more drama" (2001). Nessuno (nemmeno il sottoscritto) sostiene che dischi come "The breakthrough", "Growing pains" e "Stronger with each tear" siano robetta da niente; è solo che oggi Mary riesce ad essere la bravissima cantante soul e R&b che è sempre stata (e sempre sarà) senza dimenticarsi dello stile e dei tempi che cambiano. Giù il cappello quindi per Rodney Jenkins, ma anche per i Disclosure, Emeli Sandè, Naughty Boy, M.J. Cole, Craze & Hoex, Steve Fitzmaurice e Sam Smith, la squadra di produttori e compositori che ha reso possibile un album tanto prezioso.


8.5/10

Highlights: Tutto.

12.06.2014

Haerts - Haerts (2014, Columbia)

Meraviglia (ex)indie che resuscita il pop anni 80 come meglio non si potrebbe.

8.5/10

Highlights: Tutto.

12.05.2014

Röyksopp - The inevitable end (2014, Dog Triumph)

Se il buongiorno si intuisce dalla copertina, qui andiamo male. Fortunatamente a livello di contenuti si può tirare un sospiro di sollievo: il quinto lavoro di Berge & Brundtland è una raccolta di dolci filastrocche robotiche, dove a convincere sono sia la composizione che gli arrangiamenti. Il familiare timbro vocale di Robyn impreziosisce il singolo "Monument", quello di Jamie degli Irrepressibles è più che azzeccato nell'elegiaca "I know I have to go" e nel tunnel emotivo "Compulsion", la morbida voce di Susanne Sundfor è esattamente quello che ci voleva per elevare un brano sospeso come "Running to the sea".


8/10

Highlights: Monument, Sordid affair, You know I have to go, I had this thing, Here she comes again, Running to the sea, Compulsion.

12.03.2014

Damien Rice - My favourite faded fantasy (2014, 14th Floor Records / Atlantic)

"O" pareva irraggiungibile. "9" ne aveva ricalcato le orme, riuscendo soltanto nell'impresa di essere definito un buon disco. Ora, "My favourite dark fantasy" sfiora la perfezione. Ci sono le canzoni: brani solidi, melodie compiute anche nella loro parziale prevedibilità. C'è dinamica: la nota intimità che il più delle volte con il passare dei minuti si evolve in impetuosi arrangiamenti di archi. C'è cuore: l'interpretazione dà i brividi. E si, c'è anche dun po' di mestiere; ma ben venga, se i risultati sono questi.

9/10

Highlights: Tutto.

11.21.2014

Imelda May - Tribal (2014, Decca / Universal)

La musica di Imelda May è tutt'altro che innovativa, anzi. Ma la sua personalità è assolutamente fuori dal comune: ascoltando "Tribal" si ha la netta sensazione che sia stato mandato in stampa alla prima take. La signorina ha il rock(abilly) nel sangue. 

8/10

Highlights: Wild woman, It's good to be alive, Gypsy in me, Hellfire club, Round the bend, I wanna dance, Right amount of wrong.

11.20.2014

Lamb - Backspace unwind (2014, Butler)

Il suono dei Lamb col tempo si è smussato. In confronto ai loro primi lavori (si parla di vent'anni fa), affrontare l'ascolto del nuovo album "Backspace unwind" è un'impresa molto meno ostica. I beat di "In binary" e "We fall in love" si affidano a una quadrata cassa dritta, le splendide ballad "As satellites go by", "Doves & ravens"e "Only our skin" assumono una struttura più classica (conservando la magia orchestrale sempre presente nelle produzioni del duo di Manchester), le citazioni dubstep di "Nobody else", "SH09 is back" e della title-track sono del tutto digeribili fin dal primo ascolto. Qualche episodio più difficile rimane ("Seven sails" su tutti), ma globalmente è lecito affermare che con il passare degli anni Lou Rhodes e Andy Barlow si siano addolciti - con la consapevolezza che non correranno mai il rischio di diventare scontati.

8.5/10

Highlights: Tutto.

11.17.2014

Calvin Harris - Motion (Columbia / Fly Eye / Sony)

Nel momento in cui esce "Motion", Adam Richard Wiles occupa una posizione di rilievo nella scena EDM mondiale. Avere al microfono personaggi come John Newman, Hurts, Ellie Goulding e Gwen Stefani è un attimo. I pezzi insieme ai colleghi Alesso, R3hab e Ummet Ozcan sono dovuti, e per loro natura mostrano il lato più clubby di Harris. "Motion" suona limpido ed energico: ogni pezzo è curato alla perfezione, tanto che i 15 brani sono tutti potenziali singoli. Considerando il genere, non era umanamente possibile aspettarsi di più.

8/10

Highlights: Under control, Blame, Outside, Summer, Ecstacy, Pray to God, Open wide, Together, Burnin'.

11.15.2014

Chet Faker - Built on glass (2014, Future Classic / Opulent)

Il suo vero nome è Nicholas James Myrphy, arriva da Melbourne e gli viene naturale mischiare soul ed elettronica. "Built on glass" è impeccabile. 

8.5/10

Highlights: Tutto.

11.12.2014

Taylor McFarrin - Early riser (2014, Brainfeeder)

Non fosse altro che per motivi strettamente genetici, la musica di Taylor McFarrin non poteva che essere soul. Ma nel suo debutto ci sono l'attitudine moderna a la Flying Lotus e dei chiari richiami ai giorni gloriosi del trip-hop. Le macchine si producono in uno swing umano, e perfino il più freddo dei synth emette calore da ogni transistor. Non è perfetto: ma fa presagire che il meglio debba ancora venire.

8/10

Highlights: The antidote, Florasia, Stepps, Decisions, Place in my heart, Invisible-Visible.

11.09.2014

American Hi-Fi - Blood & lemonade (2014, Rude Records)

Il quarto disco degli American Hi-Fi è pulitino, rapido e sostanzialmente indolore.

7/10

Highlights: Wake up, Allison, Amnesia, Carry the sorrow.

11.07.2014

Weezer - Everything will be alright in the end (2014, Republic)

Dopo il convincente ritorno dei Rentals, il nuovo disco dei Weezer si materializza a 4 anni di distanza dall'inutile "Hurley", che - è bene ricordarlo - a sua volta era stato preceduto da svariati album piuttosto insipidi. Una fase di involuzione lunga e preoccupante, tanto da fare pensare che la band avesse esaurito le energie definitivamente. Meno male che le cose non stanno così: in "Everything will be alright in the end" l'ispirazione melodica torna a livelli altissimi, e anche gli arrangiamenti suonano freschi pur senza tentare strade molto diverse dallo stile di Cuomo e soci - trilogia finale in stile opera esclusa. La rivincita sembra andare di pari passo con le parole di "Back to the shack", che esortano ad accendere la radio e spegnere gli stupidi show canori televisivi, culminando in un illuminante "We belong in the rock world / There is so much left to do / If we die in obscurity / Oh well / At least we raised some hell". Il titolo del disco si è rivelato profetico: i Weezer - alla fine - sono tornati.

8.5/10

Highlights: Ain't got nobody, Back to the shack, Eulogy for a rock band, The british are coming, Da Vinci, Go away, Cleopatra, II.Anonymous.

11.03.2014

Huxley - Blurred (2014, Aus Music / !K7)

Nonostante ottenga ottimi risultati con tutte le ritmiche che esplora nell'album di debutto "Blurred", l'inglese Michael Dodman esprime il suo massimo potenziale in ambito deep house.

7.5/10

Highlights: I want you, Give 2 u, Road runner, Say my name, Broken dreams, Callin'.

11.02.2014

Jungle - Jungle (2014, XL)

Meraviglia soul moderna.

8.5/10

Highlights: The heat, Accelerate, Busy earnin', Time, Julia, Son of a gun, Lucky I got what I want.

11.01.2014

Sbtrkt - Wonder where we land (2014, Young Turks)

Aaron Jerome conferma tutto quello che di buono si è detto di lui in questi anni con un secondo album acuto ed elegante.

8/10

Highlights: Higher, Look away, Temporary view, New drop New York, Everybody knows, Problem solved, If it happens, The light.

10.31.2014

Bush - Man on the run (2014, Zuma Rock / Sony)

Pescare il jolly con il primo disco è una fortuna, nella maggioranza dei casi. Per i Bush di Gavin Rossdale pare più una maledizione. Sono passati vent'anni da "Sixteen stone", e nonostante i successivi "Razorblade Suitcase", "The science of things" e "Golden state" fossero album decenti, non è affatto un caso che la band si sia sciolta nel 2002: dopo un po' di tentativi è legittimo che subentri la frustrazione di non riuscire a replicare in maniera del tutto convincente la formula magica dell'esordio. Durante la pausa di riflessione Gavin si è sposato con Gwen Stefani, si è dato al cinema (...),  ha fondato i subito defunti Institute (un album all'attivo) e ha composto un dimenticabile disco da solo ("Wanderlust"). Dopo la reunion del 2010, "The sea of memories" è stato accolto in maniera fredda sia dalla critica che dai fan; questo "Man on the run" è leggermente più a fuoco, ma presumibilmente non cambierà la vita di nessuno.

6.5/10

Highlights: The only way out, Bodies in motion, Surrender, Eye of the storm, Let yourself go.

10.30.2014

The 2 Bears - The night is young (2014, Southern Fried Records)

L'impetuosa vena pop di Goddard e Rundell (talvolta appesantita da arrangiamenti belli carichi, altre volte soppressa dalla cassa in quattro) in pieno stile Southern Fried.

7.5/10

Highlights: Get out, Money man, Not this time, Unbuild it, The night is young.

10.16.2014

Thurston Moore - The best day (2014, Matador)

Parte il giro di accordi di "Speak to the wild" e tutto torna. Thurston recita "Speak to the wild / Protect your child / From empty empire" e tutto torna ancora di più. Il secondo pezzo dura più di 11 minuti. Quando rimane in bilico sulla stessa nota per tre battute per poi risolvere con "That's why I love you forevermore" la sensazione che vince è una sola: potranno passare altri 30 anni, ma la formula Sonic Youth funzionerà sempre.

7.5/10

Highlights: Speak to the wild, Forevermore, Grace lake, Gems burn.

10.05.2014

Caribou - Our love (2014, City Slang)

L'immaginazione di Victor Snaith non conosce limiti. E quando la fantasia incontra grande tecnica e immenso stile, il risultato non può che essere un capolavoro. Il sesto album di Caribou a tratti riesce a suonare meglio del suo già magnifico predecessore ("Swim"); un'impresa che lascia esterrefatti. Merita un loop ostinato e obbligatorio.

9/10

Highlights: Tutto.

10.02.2014

Phantogram - Voices (2014, Republic Records)

Il terzo disco dei Newyorkesi Sarah Barthel e Josh Carter continua a esplorare con convinzione il concetto di "Urban Dream pop"; il tocco di John Hill in regia amplifica l'impatto sonoro e valorizza le capacità di scrittura e arrangiamento del duo.

8/10

Highlights: Black out days, Fall in love, Never going home, The day you died, Howling at the moon, Celebrating nothing.

9.29.2014

Anushka - Broken circuit (2014, Brownswood Recordings)

La bella voce di Victoria Port disegna melodie pop sugli esemplari beat tendenti al garage di Max Wheeler.

8/10

Highlights: Never can decide, Atom bombs, Kisses, Down in flames, I have love 4 you, This time, Fire to me.

9.28.2014

The Script - No sound without silence (2014, Sony)

Ci si potrebbe tranquillamente soffermare sulla mancanza di profondità dei testi, sulle rime scontate, sulla totale inibizione nei confronti di approcci di arrangiamento alternativi e sull'inevitabile sensazione di "già sentito" di fronte a qualche melodia. Ma l'obiettivo dichiarato è il mainstream, e questo disco non incontrerà grandi difficoltà a centrarlo.

6.5/10

Highlights: No good in goodbye, Man on a wire, Flares, Never seen anything quite like you.

9.27.2014

Klaxons - Love frequency (2014, Akashic / Because)

Il terzo disco dei Klaxons fa un passo indietro rispetto a "Surfing the void" e recupera le intenzioni crossover dance/rock dell'album di debutto; la freschezza dell'esordio è però un ricordo lontano. e i risultati sono altalenanti.

6.5/10

Highlights: There is no other time, Children of the sun, Invisible forces, The dreamers.

9.26.2014

Better Than Ezra - All together now (2014, The End)

Ne è passato di tempo dall'esordio, e da quella "Good" che negli Stati Uniti aveva spopolato. Ventuno anni dopo i Better Than Ezra hanno perso per strada un paio di batteristi e si sono ammorbiditi, diventando a tutti gli effetti una band pop-rock. "All together now" non passerà certo alla storia, ma fa il suo dovere.

7/10

Highlights: Crazy lucky, Gonna get better, Undeniable, The great unknown, I fly away.

9.16.2014

Tender Games - Tender Games (2014, Suol)

L'unione fa la forza: l'inclinazione folk/soul di Ulrich Harrison insieme al pensiero house di Marlon Hoffstadt genera un disco davvero notevole.

8/10

Highlights: Lost, Make believe, In her bed, In a mess, Tonight, Freek in the sheets.

9.15.2014

Sia - 1000 forms of fear (2014, Inertia Records)

Quando si tratta di scrivere ballad, competere con Sia Furler equivale a un suicidio. Oltre ad essere sparsa nei crediti degli album di moltissime popstar, la dimostrazione della sua schiacciante superiorità viene oggi ribadita da "1000 forms of fear". Si fa presto a trovare il difetto: è un disco monocorde. Ma il timbro di voce dell'australiana è talmente particolare che sarebbe onestamente troppo aspettarsi anche un certo grado di mutevolezza.

8/10

Highlights: Chandelier, Big girls cry, Eye of the needle, Straight for the knife, Elastic heart, Free the animal, Dressed in black.

9.14.2014

Nicole Atkins - Slow phaser (2014, Oh'Mercy! Records)

Stilisticamente "Slow phaser" va un po' ovunque; a fare da collante c'è la voce di una Atkins sicura come mai, che ha raggiunto la piena maturità sia come compositrice che come performer.

8/10

Highlights: Who killed the moonlight, It's only chemistry, Cool people, Red ropes, The worst hangover, Above as below.

9.13.2014

La Roux - Trouble in paradise (2014, Interscope)

Elly Jackson abbandona il socio a pochi mesi dalla release ufficiale del secondo disco insieme; c'è però ancora lo zampino di Ben Langmaid tra le 9 tracce che compongono "Trouble in paradise" - un album che ha il grande pregio di non allentare mai la tensione pop.

7/10

Highlights: Uptight downtown, Kiss and not tell, Paradise is you, Sexoteque.

9.12.2014

Vanilla - Sweet talk (2014)

Che non si commetta l'errore di considerare "Sweet talk" una semplice raccolta di brani basati sulla tecnica del "Cut & Paste"; l'ultimo tassello della trilogia iniziata nel 2011 con "High life" e proseguita nel 2012 con "Soft focus" mette ancora una volta in evidenza la sensibilità nella scelta e la fantasia in fase di arrangiamento del beatmaker Vanilla.

8/10

Highlights: Tutto.

9.11.2014

Ali Love - P.U.M.P. (2014, Crosstown Rebels)

Old-school house con le palle.

7.5/10

Highlights: Deep into the night, Dirty stories, Perfect picture, P.u.s.s.y., Emperor, Egyptian spaceman.

9.08.2014

Gus Gus - Mexico (2014, Kompakt)

Gli anni passano, ma gli islandesi continuano a impartire lezione di suono e di carattere.

7.5/10

Highlights: Obnoxiously sexual, Another life, Crossfade, Not the first time, This is what you get when you mess with love.

9.07.2014

The Sunshine Underground - The Sunshine Underground (2014, Absolute)

La band di Leeds riparte da zero utilizzando come titolo del terzo album la propria ragione sociale, un omaggio ai Chemical Brothers di Surrender. Il loro synth-pop rimane molto ben confezionato, ma ancora abbastanza innocuo.

7/10

Highlights: Start, Nothing to fear, Nightlife, It is only you.

9.06.2014

Martyn - The air between words (2014, Ninja Tune)

Martijn De ijkers proviene dalla drum & bass e dalla dubstep educata; nel suo terzo lavoro sfoggia una principesca house dai tocchi jazzy.

7.5/10

Highlights: Glassbead games, Drones, Love of pleasure, Two leads and a computer, Like that, Fashion skater.

9.04.2014

Roni Size - Take kontrol (2014, Mansion Sounds)

Ryan Williams Vs Tempi Moderni. Sullo sfondo immagini sbiadite di Talkin' Loud, Reprazent e Breakbeat Era. L'entusiasmo di una scena in fermento, Bristol in fiamme. Oggi - dopo l'evitabile tributo a "New forms" a dieci anni dalla release ufficiale - un disco drum & bass pesantemente influenzato dai suoni crudi che sono lo specchio di questa epoca, lontana anni luce da fine secolo (anche se i numeri sembrano dire il contrario). Spazio riservato a contaminazioni jazz e soul: quasi zero. Rimane l'energia, ma non basta a mascherare la ripetitività. Rimane una produzione sopra le righe, ma non è abbastanza per nascondere il vuoto emozionale. Rimane la nostalgia.

5.5/10

Highlights: Final day, Take kontrol, Mish mash, Running around my head.

9.03.2014

Blondie - Ghosts of download (2014, Noble ID)

L'eclettismo che ti aspetti dalla band che ha esplorato tutte le sfaccettature del pop in quarant'anni di storia. Funziona tutto: la dance di "Rave" e "Take it back",  il rock sintetico di "Winter" e "Take me in the night", le vibrazioni funky di "A rose by any name", le contaminazioni reggae di "I want to drag you around", "Euphoria" e "Backroom". Gli anni passano, ma l'entusiasmo di Debbie Harry non sembra risentirne.

8/10

Highlights: Rave, A rose by any name, Winter, I want to drag you around, Take me in the night, Make a way, Euphoria, Backroom.

9.02.2014

Detroit Swindle - Boxed out (2014, Dirt Crew Recordings)

House vecchia scuola, con vibra funky e la dose ottimale di swing. In fondo al disco "You.Me.Here.Now" abbassa il bpm e eleva l'anima.

7/10

Highlights: 64 ways, Me myself and you, Shotgun, For the love of..., Huh what!, You.Me.Here.Now.

9.01.2014

Porter Robinson - Worlds (2014, Astralwerks)

Primo passo: la scalata di Beatport. Poi "Spitfire" (2011) sull'etichetta di Skrillex. E adesso lo splendido "Worlds" su Astralwerks, che coniuga spirito del "dj da cambretta", estetica dance e influenze synth-pop come di questi tempi meglio non si potrebbe. Considerando l'età (22 anni) e il talento - e scongiurando cadute in stile Avicii - il futuro di Porter Robinson è luminoso.

8/10

Highlights: Divinity, Sad machine, Years of war, Fresh static snow, Hear the bells, Fellow feeling.

8.26.2014

The Crystal Method - The Crystal Method (2014, Tiny E Records)

Nel settimo lavoro in studio del duo di Las Vegas l'allarme tamarraggine si inserisce spesso e volentieri; il disco suona grosso e pieno, ma l'ispirazione è ai minimi storici.

5/10

Highlights: Over it, Grace, Difference.

8.23.2014

The Rentals - Lost in Alphaville (2014, Polyvinyl Record Company)

La verità è che i Weezer post-Sharp non hanno mai più raggiunto le vette del "Blue Album" e di "Pinkerton". 15 anni dopo il secondo disco ("Seven more minutes") e a quasi venti dal mitico "Return of", quel personaggio di Matt Sharp torna ad occuparsi del progetto Rentals, e tira fuori un album come piace a lui, tutto melodie/cori e chitarra/synth. Squisitamente anni 90, "Lost in Alphaville" vince fin dal primo ascolto.

8.5/10      

Highlights: Tutto.

8.22.2014

Dido - Girl who got away (2013, Rca)

Piuttosto di avventurarsi in inutili paragoni con il primo disco, conviene soffermarsi sulle melodie indovinate di "Girl who got away". A livello di arrangiamenti purtroppo non si può certo gridare al miracolo: il più delle volte si accomodano in una comfort-zone senza dare nell'occhio, ma in certi casi si respira antichità.

6.5/10      

Highlights: No freedom, Girl who got away, End of night, Sitting on the roof of the world, Day before we went to war.

8.20.2014

Hooverphonic - Reflection (2013, Columbia/Sony)

La prevedibile scarica di na-na-na e ritornelli a presa rapida condensati in tre minuti massimo che ti aspetti dagli Hooverphonic. Qualche scivolone ("Abc of apology" su tutti) e troppi pezzi insipidi fanno di "Reflection" un momento non proprio memorabile della discografia del gruppo belga.

6.5/10      

Highlights: Amalfi, Devil kind of girl, Plasticine, Wait for a while, Clouds.

8.16.2014

Damon Albarn - Everyday robots (2014, Parlophone)

Damon Albarn a metà strada tra i quaranta e i cinquanta si guarda allo specchio e decide di confessarsi senza filtri, comunicando nel linguaggio a lui più consono - tra malinconia e acume english.

8/10      

Highlights: Everyday robots, Hostiles, Lonely press play, The selfish giant,  You & me, The history of a cheating heart.

8.08.2014

Trentemoller - The dream (2013, In My Room)

Quello che la gente tende a dimenticare è che Anders Trentemoller prima di raggiungere la notorietà mettendo la sua firma su un numero elevatissimo di 12" di etichette esclusive era un musicista. Un musicista "vero"; di quelli che sudano girando con la propria band in un furgone pieno di strumenti, non un dj bello fresco con gli occhiali da sole e il laptop sotto braccio. Correlata a questa nozione vi è anche il dato che Anders è perfettamente in grado di mettere le mani su diversi strumenti, non soltanto di schiacciare i pulsanti e girare manopole. Ho assistito a un live di Trentemoller nel 2007, e quando il pubblico - accorso in massa con la voglia di viaggiare su beat quantizzati in preda ad alcohol o stupefacenti - si è accorto che la sua esibizione consisteva in un concerto con tanto di band (e pochissimi attimi riservati alla cassa in quattro) si è messo a fischiare. Nessuno ha pensato che forse il motivo principale per cui il danese è riuscito a piombare dal nulla nel mondo della minimal techno sconvolgendo il grande piano grazie a un approccio che definire "superiore" è poco forse era proprio questo: la sua capacità di guardare il panorama da una differente angolazione. Il suo gusto che travalica stili e stilemi, che abbatte barriere illusorie e reali. Lui ha risposto continuando a fare quello in cui crede: continuando cioè a suonare la sua ottima musica. Una musica che pesca ovunque e finisce per avere una sua distinta personalità. Il terzo album - "The dream" - è un'ulteriore evoluzione della sua scelta di vita, che alla fine si può riassumere in un amore sconsiderato e infinito per la musica tutta. A sostenerlo ci sono i Low, Marie Fisker, Jonny Pierce dei Drums, Kazu Makino dei Blonde Redhead, Jana Hunter dei Lower Dens e Sune Wagner dei Raveonettes. E' di una bellezza rara.

8.5/10      

Highlights: The dream, Gravity, Never stop running, Candy tongue, Trails, Deceive, Constantinople, Hazed.

7.24.2014

Ruby - Waiting for light (2014, Pledge)

Quasi 20 anni fa usciva il primo e unico disco di Ruby, duo formato da Lesley Rankine e Mark Walk. Era un mix splendidamente riuscito di industrial e trip-hop, concepito con una logica sequenziale (fu interamente registrato al computer, senza l'ausilio di una band) e impreziosito da una spiccata attitudine punk. Nel 2013 Lesley è uscita da un tunnel buio (parole sue) e ha registrato sola soletta Waiting For Light immersa nelle campagne scozzesi. Il nuovo album vede la luce su PledgeMusic attraverso il sempre più popolare sistema del crowdfunding, ed è una meraviglia: dalle illuminanti invenzioni vocali di "And 5 & 4" alla dolce cantilena di "Pulling teeth", dai suoni ruvidi di "Last life" e "Fireweed" ai classicismi di "Wetland", il disco svetta per personalità, ispirazione, melodie e suono.

9/10      

Highlights: Tutto.

7.13.2014

Borgore - #newgoreorder (2014, Dim Mak Records)

Dubstep/Edm dozzinale, profondo come una pozzanghera, giustificabile esclusivamente in attimi di demenza alcolica.

4.5/10      

Highlights: Syrup, Last year, Fame.

7.02.2014

Four Tet - Beautiful rewind (2013, Text Records)

Le astrazioni elettroniche di Kleran Hebden, capitolo settimo.

7.5/10      

Highlights: Parallel jalebi, Our navigation, Kool fm, Buchla, Your body feels.

6.27.2014

Arctic Monkeys - AM (2013, Domino)

Se "Suck it and see" è stato la dolce conferma del percorso intrapreso con "Humbug", "AM" attesta che gli Arctic Monkeys possono dare ancora di più; questo è uno dei dischi rock del 2013, nonché  l'album più maturo e completo della band di Alex Turner.

9/10      

Highlights: Tutto.