10.28.2008

Does It Offend You, Yeah? - You have no idea what you're getting yourself into (2008, AlmostGold)

Un alternarsi continuo di punky new wave alla Radio 4 e french electro-punk alla Kitsunè; non esattamente qualcosa di nuovo, ma è interessante l'attitudine "live" della band anche nei brani più elettronici.

7.5/10

Highlights:
Battle royale, With a heavy heart (I regret to inform you), Dawn of the dead, Beingg bad feels pretty good, Epic last song.

10.27.2008

Jamie Lidell - Jim (2008, Warp)

Chissà che cosa è successo nella testa di Jamie Lidell in questi 8 anni: dall'Idm assurda di "Muddlin' gear" al soul mezzo elettronico di "Multiply", per arrrivare a questo "Jim" che è un disco soul purissimo. Evoluzione artistica o percorso pianificato in tutte le sue mosse e concepito per stupire? Non importa. L'importante è essere arrivati qui, a "Jim"; e ai suoi dieci pezzi degni del miglior Stevie Wonder.

8/10

Highlights:
Another day, Out of my system, All I wanna do, Little bit of feel good, Where's you go?, Rope of sand.

10.24.2008

Kidda - Going up (2008, Skint)

Skintalgia. Si sente puzza di Midfield General e Fatboy Slim fin dalla copertina. E allora quando parte "Strong together" senti degli echi lontani nel cervello, e poco dopo ti accorgi che qualcuno sta bussano alla porta (del cervello, s'intende): la apri e vedi che è il sole in persona ("Under the sun"). All'improvviso ti spunta uno smiley beato e beota in faccia e fai accomodare il sole, pensando che allora si può ancora cercare quel ritornello, quel frammento, quella strofa anni 60-70 e manipolarla-picharla-scratcharla per poi metterla in loop sopra grassi beat hip-hop. Non è vietato dalla legge; si chiama Big Beat, mette allegria e non ci sono effetti collaterali.

8/10

Highlights:
Strong together, Under the sun, Hey y'all, Good for you, Shining 1, Smile.

10.19.2008

Nightmares On Wax - Thought so... (2008, Warp)

"Thought so..." è un affare prettamente old-school, e va inteso e ascoltato considerando il background e l'attività produttiva di George Evelyn; solo così si possono apprezzare le vibrazioni dub di "195 lbs"e "Be there", i ritmi funky di "Moretime" e "Bringin' it" (pezzo che sembra appartenere all'era acid jazz), e il chill-out di "Pretty dark", "Hey ego" e "Calling" (con il fantasma di "Les Nuits" sempre in agguato). Non c'è niente di nuovo qui, soltanto un'ostinata coerenza che riesce comunque a dare i suoi frutti.

7/10

Highlights: 195 lbs, Be there, Bringin' it, Calling, Moretime, Hey ego.

10.18.2008

Unkle - End titles...stories for film (2008, Surrender All)

Non c'era bisogno di trarre ispirazione da un film per fare un album: la musica di Lavelle e Clements cinematica lo è sempre stata, e tale attributo ha rivestito un'importanza notevole nella forza del progetto Unkle. Questo è il quarto lavoro in studio, un album che non è un album ma un concetto astratto, un mucchio di schizzi abbozzati, una serie di immagini sfocate; purtroppo l'ispirazione non è ai livelli dei tre dischi precedenti, tempi e spazi sono fin troppo dilatati e si fa fatica a cogliere il senso di tutto questo.

6/10

Highlights:
Cut me loose, Against the grain, Trouble in paradise (variation on a theme), Clouds, Black mass, Heaven.

10.16.2008

The Verve - Forth (2008, Parlophone)

Verrete perdonati se la scorsa estate sentendo per radio il singolo "Love is noise" il vostro primo pensiero è stato "Non me la ricordo questa canzone dei Verve...", dimenticandovi del fatto che dopo 8 anni Ashcroft e soci hanno deciso di riunirsi. Nessun cambiamento rispetto a "Urban hyms"(1997), semmai una preoccupante involuzione e una pigrizia imbarazzante.

5.5/10

Highlights:
Love is noise, I see houses, Valium skies, Appalachian strings.

10.15.2008

N.e.r.d. - Seeing sounds (2008, Star Track Entertainment)

Chissà se uscirà mai su Virgin il nuovo album di Williams e Hugo; intanto gira su Star Track Entertainment, l'etichetta lanciata dai due Neptunes intorno al 2003 che aveva in precedenza ospitato artisti "protetti" dal duo come Clipse e Kelis. "Seeing sounds" non cerca niente di simile a quel "Fly or die" di quattro anni fa che aveva sconfinato nel pop grazie al successo di singoli come "She wants to move" e "Maybe"; non fa nemmeno il bastian contrario underground e radicale a tutti i costi. Molto semplicemente queste tredici tracce sono il frutto del genio di questi due peronaggi bastardi per definizione, tra linee funky ("Time for some action", "Windows", "You know what"), imprevedibili crossover hip-hop/jazzy drum & bass ("Anti matter", "Spaz"), old school party music allo stato puro ("Everyone nose") e un'immancabile dose di soul ("Yeah you", "Sooner or later", "Love bomb") ; a onor del vero va detto che ci sono dei pezzi insipidi ("Happy" e "Kill joy" su tutti) , ma quando l'idea c'è e vanno subito al dunque con la freschezza nella scelta di suoni che da sempre li contraddistingue è sempre un piacere.

7.5/10

Highlights:
Time for some action, Everyone nose (all the girls standing in the line for the bathroom), Anti matter, Sooner or later, Love bomb.

10.12.2008

Anthony Rother - My name is Beuys Von Telekraft (2008, Telekraft Recordings)

Anthony Rother fonda un'etichetta e la inaugura con un doppio concept; citare i Kraftwerk è assolutamente superfluo (l'introduzione nonchè title-track parla da sè) e a parte un paio di momenti noiosi il disco gira che è un piacere. Poi ecco la traccia 8 ("Frequency from reality"), che rallenta il ritmo e pone le basi per l'ascolto del cd 2, "Geomatrix Part 1-10": cinquantacinque minuti da ascoltare d'un fiato lasciandosi trasportare su un altro pianeta in un'altra dimensione.

7.5/10

Highlights:
My name is Telekraft, Welcome to my laboratory, 64 bit audio, Liquid system, Frequency from reality, Geomatrix Part 1-10.

10.11.2008

Wildbirds & Peacedrums - Heartcore (2008, Leaf)

I Wildbirds & Peacedrums suonano un qualcosa che si potrebbe definire alternative-blues minimale: nella maggior parte delle occasioni la bella voce di Mariam è accompagnata solo da elementi percussivi (è il caso di "The way things go", della poesia tribale molto morrisoniana "Bird", oppure delle incalzanti "Doubt / Hope" e "The ones that should save me get me down"), altre volte spuntano dei timidi accordi di chitarra ("Pony") o un carillon ("A story from a chair") a supporto. L'influenza di Nico e compagnia bella è evidente soprattutto in pezzi come la splendida "I can't tell in his eyes", la dolcissima "The battle in water" o l'intima "Nakina"; nel suo genere e di questi tempi un album preziosissimo.

8/10

Highlights: Pony, The way things go, I can't tell in his eyes, The battle in water, The ones that should save me get me down, Lost love, The window, We hold each other song.

10.10.2008

Estelle - Shine (2008, Atlantic / Homeschool)

Gli indizi che portano a Lauryn Hill sono tanti, a partire dalla modulazione della voce che riesce ad essere calda e soul nelle melodie e a conservare la sua personalità nel rap; c'è inoltre lo zampino di Wyclef in uno dei pezzi più riusciti dell'intero disco ("No substitute love") e le influenze reggae non sono per nulla nascoste ("Magnificent", "Come over"). Forse è solo una questione di tempo, intanto questo è un ottimo disco.

7.5/10

Highlights: Wait a minute (just a touch), No substitute love, American boy, Come over, Back in love, Pretty please (love me).

10.09.2008

2562 - Aerial (2008, Tectonic)

La bravura di Dave Huismans consiste nel sapere utilizzare alla perfezione gli spazi, condizione necessaria ma non sufficiente per potersi cimentare con il dub. Tale condizione diventa ancora meno sufficiente se i territori diventano dubstep, dove è fondamentale un background techno con tutto ciò che quella parola si porta dietro (suoni, strutture ritmiche e armoniche, attitudine); aldilà di qualsiasi tentativo di creare eccitazione intorno ad un presunto "nuovo" suono (il dubstep, appunto), "Aerial" rappresenta un tassello importante nell'evoluzione dello stile elettronico tutto che a livello underground va preso in considerazione molto seriamente.

7.5/10

Highlights:
Morvern, Moog dub, Channel 2, Techno dread, Greyscale, Kameleon.

10.06.2008

Angus & Julia Stone - A book like this (2007, Emi)

Qualcuno potrebbe obiettare che di dischi così ce ne sono davvero troppi; due fratelli che impugnano i loro strumenti e cantano una canzone a testa, che scrivono delle melodie tra il folk e il pop-rock semplici semplici e le arrangiano in modo prevedibile ma perfetto, che non si preoccupano di strafare ma di fare bene. Quando però il risultato sono tredici pezzi di valore e la noia è nulla non c'è scusa che tenga, e un album come questo diventa automaticamente un piccolo segreto da custodire gelosamente e da ascoltare all'infinito.

8.5/10

Highlights:
Tutto.

10.04.2008

Leila - Blood, looms & blooms (2008, Warp)

Esordì dieci anni fa su Rephlex, replicò due anni dopo su XL e ora il suo terzo album esce su Warp; da quel "Courtesy of choice" del 2000 solo qualche remix per la musicista iraniana Leila Arab. Il suo ritorno ricalca lo stile già messo in mostra sul finire del secolo scorso: psichedelia ("Mollie", "Mettle", "Carplos"), fedeltà alle tradizioni ("Little acorns", "Young ones") e la sua ben nota predispozione al trip-hop ("Why should I" insieme a Martina Topley-Bird, " Teases me" con il fido Luca Santucci, ma soprattutto "Daises, cats and spacemen" con la voce della sorella ex-Archive Roya Arab, che profuma di Portishead).

7.5/10

Highlights: Time to blow, Little acorns, Daises cats and spacemen, Teases me, Deflect, Lush dolphins, Ur train, Why should I.

10.01.2008

Kraak & Smaak - Plastic people (2008, Jalapeno)

"Plastic people" prosegue il discorso funk iniziato tre anni prima con "Boogie angst", con mestiere impeccabile ma un'ispirazione in troppi momenti latitante.

6/10

Highlights:
Squeeze me, Man of constant sorrow, Thinking back, Ain't gonna take it no more.