11.28.2012

The Cranberries - Roses (2012, Cooking Vinyl)


I Cranberries suonano come sanno, ma il disco fa una fatica tremenda a lasciare un qualche tipo di segno anche dopo ripetuti ascolti.

5/10

Highlights: Conduct, Fire & soul, Raining in my heart.

11.25.2012

Archive - With us until you're dead (2012, Dangervisit Records)


Non che ce ne fosse bisogno, ma "With us until you're dead" è un'ulteriore conferma dopo gli splendidi "Controlling crowds".

8/10

Highlights: Wiped out, Stick me in my heart, Violently, Silent, Things going down, Hatchet, Rise.

11.19.2012

Skunk Anansie - Black traffic (2012, 100% Records)


Smaltiti Greatest Hits e ritorno ("Wonderlustre"), gli Skunk Anansie optano per un'etichetta indipendente (100% Records) continuando ad alternare rock arrabbiato ("Sad sad sad", "Spit you out", "Sticky fingers in your honey") a languide ballad e pezzi più soft ("I hope you get to meet your hero", "Our summer kills the sun", "Diving down"). Un plauso alla coerenza.

7.5/10

Highlights: I will break you, Spit you out, I hope you get to meet your hero, I believed in you, This is not a game, Diving down.

11.16.2012

Bloc Party - Four (2012, Frenchkiss Records)

I Bloc Party fanno un passo indietro rispetto al cambio di direzione di "Intimacy", con un quarto album che riesuma i riff taglienti che raccontavano le intenzioni post punk dei loro primi lavori "Silent alarm" e "A weekend in the city". Melodicamente ispirati ("Real talk", "Day four", "The healing"), energici ("3x3", "Coliseum", We are not good people") e pop al punto giusto ("Octopus", "Truth", "V.a.l.i.s.").

8/10

Highlights: So he begins to lie, 3x3, Octopus, Kettling, Day four, V.a.l.i.s., Truth, The healing, Leaf skeleton.

11.12.2012

Soundgarden - King animal (2012, Mercury)

Sulla riva del Lago Washington in quel di Seattle c’è un’installazione dell’artista Douglas Hollis, composta da una serie di strutture d’acciaio. Quando soffia il vento gli organi a canne montati sulle torri riproducono strani suoni; se poi la giornata dovesse essere nuvolosa o grigia, l’effetto è inquietante. E’ proprio da quest’opera ("A Sound Garden") che nel 1984 Chris Cornell, Kim Thayil e Hiro Yamamoto traggono ispirazione per la ragione sociale della loro band. Nati con i primi vagiti del grunge, cambiano presto formazione (alla batteria subentra Matt Cameron, al basso Ben Sheperd), raggiungono il mainstream dieci anni più tardi con "Superunknown" e infine ognuno va per la propria strada dopo "Down on the upside" del 1996. Adesso, con il tweet di Cornell che ha annunciato che “la pausa è finita ed è ora di ricominciare” e spinti dai (buoni) concerti di quest’anno, è finalmente tempo di un nuovo album. Prima doverosa e importantissima specifica: le recenti escursioni pop di Cornell (inutile dirlo, mal digerite dai fan) non hanno lasciato il benché minimo segno. La chitarra che disegna il riff del singolo (esplicitamente intitolato "Been away too long") spazza via ogni tipo di dubbio, accendendosi e spegnendosi per lasciare spazio a cassa e rullante come da tradizione rock. Per par condicio è anche giusto puntualizzare che non si tratta di uno di quei pezzi che verranno ricordati nei secoli; ma perché cercare il pelo nell’uovo quando si è di fronte a una dimostrazione di grinta così genuina? Forse perché la successiva "Non-state actor" va oltre, e ci riporta indietro nel tempo con rediviva freschezza. Per tutti quelli che sentivano la mancanza dei tempi dispari (e soprattutto della proverbiale capacità dei Soundgarden di farli sembrare poco ostici compensando con melodie e arrangiamenti calzanti), ecco "By crooked steps", "Black saturday" e "Worse dreams". Non potevano poi mancare i brani lenti e trascinati, che nel contesto di "King animal" subentrano solo dopo un quarto d’ora abbondante di sfuriate e si identificano nel trittico composto da "Blood on the valley floor" - "Bones of birds" – "Taree" e nei lamenti della fulgida "Eyelid’s mouth". L’accessibilità dell’affabile ballad "Halfway there" rimarca la bravura del quartetto di Seattle, capace di convincere anche quando vengono messi da parte urla e sferragliamenti eccessivi. Quindi quando Chris Cornell predicava energia e ispirazione non stava mentendo: i Soundgarden non sono tornati solo di nome, ma anche di fatto. Poteva forse andarci meglio?

8/10

Highlights: 
Non-state actor, By crooked steps, Bones of birds, Black saturday, Halfway there, Eyelid's mouth, Rowing.

11.07.2012

Layo & Bushwacka! - Rising & falling (2012, Olmeto Records)

A giudicare dal quarto disco che va ad arricchire la discografia di Layo & Bushwacka! pare proprio che Matthew Benjamin abbia irrimediabilmente contagiato il suo socio Layo Paskin; in "Rising & falling" ritmi spezzati ed eclettismo vengono sacrificati all'altare di una coerenza deep-house. Ricamata con classe, certo; ma in certi momenti regna la monotonia.

6.5/10

Highlights: 
Delta ahead, Can't hurt you, Raw defined, Born in the backwoods, Dancing in the dark.

11.06.2012

Ital Tek - Nebula dance (2012, Planet Mu)

Le trame dubstep di Alan Myson si evolvono in contesti veloci e percussivi ("Nebula dance", "Dusk beat", "Gonga"), inciampano con ostinazione ("Pixel haze", "In motion", "Yesterday tomorrow today), ipnotizzano meccanicamente ("Glokk") e virano verso territori cosmici ("Steel sky").

7.5/10

Highlights: 
Nebula dance, Pixel haze, Dusk beat, Glokk, In motion, Gonga, Yesterday tomorrow today.

11.04.2012

Calvin Harris - 18 months (2012, Sony Music)

Il credo synth-pop dal taglio electro-house di Adam Richard Wiles - ben lontano dall'essere qualcosa di rivoluzionario - ora raggiunge tutti.

7.5/10

Highlights: 
Bounce, Feel so close, We found love, We'll be coming back, Sweet nothing, Here 2 China, Let's go, Thinking about you.

11.01.2012

Four Tet - Pink (2012, Hostess Entertainment Unlimited)

Il biennio 2011-2012 di Four Tet in vinile raccolto in un album; molto più orientato al dancefloor rispetto ai suoi standard, contiene ottime intuizioni ("Pyramid" e "Pinnacles") ma anche qualche momento meno significativo.

7/10

Highlights: 
Locked, Jupiters, 128 harps, Pyramid, Pinnacles.