12.27.2011

Brian Wilson - In the key of Disney (2011, Emi)


Warning: Explicit Christmas Content.

6.5/10

Highlights: You've got a friend, Kiss the girl, Colors of the wind, Can you feel the love tonight?, We belong together.

12.26.2011

The Zombies - Breathe out, breathe in (2011, Red House Records)

C'è ancora un tempo e uno spazio per la musica degli Zombies nel 2011, a quasi cinquant'anni dal loro esordio.

7.5/10

Highlights: Breathe out breathe in, Any other way, Shine on sunshine, A moment in time, Another time.

12.14.2011

David Lynch - Crazy clown time (2011, Sunday Best)

Qualsiasi opera partorita dalla mente di un artista deviante come David Lynch non può prescindere dall'aggettivo "visionario"; non fa quindi eccezione anche "Crazy clown time", il suo primo vero disco. Fin dalla suggestiva copertina veniamo catapultati nell'universo strambo di Lynch: un sogno continuo che alterna tormento e bizzarria, una fantasia corrotta che riesce a farsi desiderare, un viaggio senza una vera destinazione - o qualcuno direbbe con mille destinazioni diverse - che nonostante la sua apparente futilità attrae e incuriosisce. Dai testi criptici allo stile musicale angoscioso, tutto ciò che esce da "Crazy clown time" è perfettamente in linea con il credo del regista statunitense; questo implica che chi non ha mai apprezzato i suoi lavori cinematografici difficilmente darà una seconda chance a questo album, vero e proprio "prolungamento musicale" delle immagini del Lynch-pensiero.

7/10

Highlights: Pinky's dream, So glad, Noah's ark, I know, These are my friends.

12.13.2011

Snow Patrol - Fallen empires (2011, Fiction Records)

Gary Lightbody ha una bellissima voce. Non è immediatamente riconoscibile come quella di alcuni suoi più illustri colleghi, ma ha il pregio di essere pulita e viene impiegata con mestiere. La musica degli Snow Patrol è sempre stata semplice e immediata, dagli inizi indie fino alla conquista del grande pubblico. Il loro rock melodico e quadrato trova una logica dimensione nelle colonne sonore delle serie tv americane, puntando su un’emozione in un certo senso prevedibile ma non per questo censurabile. Dopo la raccolta "Up to now" (2009) gli scozzesi avevano dichiarato che con "Fallen empires" ci sarebbe stata una svolta, che prevedibilmente non arriva. Proprio come la voce di Gary, qui è tutto pulito e costruito con competenza; purtroppo manca ancora quel quid necessario per rendere la loro musica davvero memorabile.

6.5/10

Highlights: I'll never let go, Called out in the dark, The garden rules, New York, Those distant bells.

12.03.2011

The Rapture - In the grace of your love (2011, Modular Recordings)

Ora è tutto chiaro. "Pieces of the people we love"(2006) è servito come dichiarazione d'intenti: con quel disco i Rapture si sono liberati dalle catene indie-fashion con una certa sicurezza, ricevendo più critiche che applausi. Ma ora possono fare quello che vogliono e come vogliono: adesso la band ha un'identità ben precisa, svincolata dal colpo di fortuna del debutto e dal doppio taglio della splendidamente stonata "House of jealous lovers". Ora i Rapture possono ripescare l'acid house che da sempre amano senza preoccuparsi di fare ballare a tutti i costi ("Come back to me", "In the grace of your love", "How deep is your love?"). Possono lasciarsi andare a tentazioni rave ("Can you find a way?") senza rischiare di essere accostati a Klaxons e compagnia bella. Possono permettersi declinazioni funk di un certo spessore ("Never die again") senza che quella parola venga preceduta per forza da un aggettivo cool e fuorviante come "punk". Possono rockeggiare in stile surf ("Blue bird") senza tante menate. Possono scrivere una ballata matura e stilosa come "It takes time to be a man" ed essere credibili. "In the grace of your love" è il risultato di una serie di influenze armonizzate in maniera perfetta: una raffinata e coerente arte di assemblaggio con personalità e gusto.

9/10

Highlights: Tutto.