12.30.2008

Travis - Od to J. Smith (2008, Red Telephone Box)

I Travis e il loro rockettino ultra leggero che ogni tanto fa bene.

6.5/10

Highlights:
Chinese blues, Long way down, Last words, Song to self, Before you were young.

12.29.2008

Sam Sparro - Sam Sparro (2008, Universal Island)

Se l'album di debutto di Sam Sparro avesse raggiunto l'equilibrio di raffinatezza e forza pop del tormentone "Black and gold" sarebbe stato un vero miracolo; ci si accontenta comunque volentieri dell'approccio del venticinquenne di origine australiane, che prende la tradizione soul e la veste di nuovo con un certo gusto. Non che non subentri la banalità ("21st century life", "Sick" e "Waiting for time"), ma anche quando succede il più delle volte i risultati del lifting stilistico fanno da contrappeso alla mancanza di vere sorprese melodiche. Moltissima forma insomma, ma anche un bel po' di sostanza che invita a ben sperare per il futuro.

7.5/10

Highlights:
Too many questions, Black and gold, Waiting for time, Hot mess, Pocket, Cut me loose, Still hungry.

12.24.2008

Kanye West - 808s & heartbreak (2008, Roc-A-Fella)

Quanto è difficile oggi immaginarsi Jay-Z che mette in dubbio le potenzialità di Kanye West come frontman. Per non parlare delle assurde prese di posizione dell’industria hip-hop tutta che qualche anno fa non credeva in lui perché carente quanto a immagine da street rapper. Ma Kanye non si è dato per vinto e ha messo a tacere tutti a colpi di hit e Grammy, con un disco di debutto che è già (giustamente) nella storia del rap grazie ad un approccio inconsueto ed estremo nell’utilizzo di campioni soul (“Through the wire”) e meno soul (“Harder, better, faster, stronger). Adesso che l’orsetto mascotte di “The College Dropout” si è preso il suo tempo con “Late Registration”, per poi laurearsi meritatamente con “Graduation”, non c’è più motivo perché appaia anche sulla cover del nuovo “808s & Heartbreak”. Ora è il momento di stupire affrontando la sfida più difficile, quella che prevede il passaggio da rap a canto. E chi se ne importa se la transizione è agevolata da un massiccio uso di vocoder quando il risultato è un album soul futuristico così misterioso e affascinante. Quel vocoder rappresenta la sua irrefrenabile voglia di evolversi senza strafare, di tentare di raggiungere i propri limiti senza superarli per cadere nel ridicolo, di dare forma alla moltitudine di idee ed emozioni che ha nel cervello e nel cuore evitando di avventurarsi in imprese impossibili. Se esiste un equilibrio, Kanye West l’ha trovato.

8/10

Highlights: Say you will, Welcome to heartbreak, Love lockdown, Paranoid, Robocop, See you in my nightmares, Coldest winter.

12.17.2008

Nine Inch Nails - The slip (The Null Corporation)

Standard Nin: nessuna infamia ma poche lodi.

6/10

Highlights:
1000000, Discipline, Head down, The four of us are dying.

12.15.2008

Dido - Safe trip home (2008, Sony Bmg)

Cinque anni orsono l'inglesissima Dido Florian Cloud de Bounevialle O'Malley Armstrong diede luce al suo secondi disco ("Life for rent"), bissando almeno parzialmente il successo dell'esordio "No angel", un album che è già storia del pop. Ascoltare il nuovo singolo "Don't believe in love" (di per se non male) lascia perplessi: è una vera sfida riuscire a dimenticare che chi canta è la stessa persona che in passato ha scritto pezzi del calibro di "Hunter" o "Here with me". Anzi, ad essere schietti è francamente impossibile non soffermarsi sulla banalità della melodia e sulla stanchezza dell'arrangiamento. Il sospetto di un'ispirazione forzata diventa reale con "Quiet times" (da dimenticare) e "Never want to say it's love" (di cui basta basta metà ritornello per indovinare come andrà a finire). Quando ogni speranza sembra affievolirsi spunta il signor Brian Eno: "Grafton Street" da il giusto spazio alla inattaccabile voce di Dido, ed ecco che finalmente si materializzano le tanto agognate emozioni d'altri tempi. Anche "It comes and it goes", "Look no further" e "The day before the day" riescono a trovare il giusto equilibrio tra minimalismo e concretezza, "Let's do the things we normally do" spicca con un che di Bacharach che è una gioia, "Northern skies" è semplice e ad effetto. Meno fondamentali risultano invece "Us 2 little gods" e "Burnin' love", ma la falsa partenza è rimediata: non un capolavoro, ma comunque a suo modo una conferma.

7.5/10

Highlights: Grafton Street, It comes and it goes, Look no further, The day before the day, Let's do the things we normally do, Northern skies.

12.13.2008

Infadels - Universe in reverse (2008, Wall Of Sound)

Per il secondo disco i cinque londinesi affidano la produzione alle mani fatate di Martin Glover, che aggiustando il tiro (già super-pop) dei dieci nuovi pezzi plasma un disco rock da ballare brillante e vincente.

8/10

Highlights:
Make mistakes, Play blind, Free thing for poor people, A million pieces, Universe in reverse, Chemical girlfriend.

12.11.2008

Bomb The Bass - Future chaos (2008, Studio !K7)

Nello spazio di dieci anni Tim Simenon è venuto alla ribalta con "Beat dis" (uno dei primi pezzi a portare a galla la tecnica del sampling selvaggio e ad elevare tale arte a vero e proprio strumento musicale), ha influenzato in modo impressionante degli stili che ai tempi avrebbero ancora dovuto vedere la luce (Big Beat e Trip-Hop) attraverso "Unknown territory" (1991) e "Clear" (1995), per approdare infine al banco mixer dei Depeche Mode ("Ultra", 1997). Da quel momento in poi si è rintanato nell'underground, aprendo una sua etichetta (Electric Tones) e producendo in maniera sporadica, quasi inesistente. Torna ora con un disco che ripartendo dal tanto bistrattato "Clear" in termini di impostazione (niente sampling, solo vere canzoni e molti featuring vocali) basa l'arrangiamento in gran parte sull'immortale suono del minimoog. Storia.

8/10

Highlights:
Tutto.

12.10.2008

The Cure - 4:13 dream (2008, Suretone / Geffen)

Basterebbero i sei minuti e diciassette secondi introduttivi, dove la voce di Robert Smith fluttua con riverberi capovolti su un ritmo lento attraverso spazi dilatati, per farsi convincere della buona vena di Gallup e soci. E invece è solo l'inizio. L'intero disco ricalca quel perfetto mix di rock, punk, new wave e romanticismo decadente che li ha resi grandi, indistruttibili, senza tempo; poesia a tratti abbagliante.

8.5/10

Highlights:
Tutto.

12.08.2008

Fujiya & Miyagi - Lightbulbs (2008, Deaf Dumb & Blind)

Funk delicato ma convinto con arrangiamenti essenziali e soluzioni armoniche semplici e ad effetto; e il basso canta.

7/10

Highlights:
Knickerbocker, Goosebumps, Rook to queen's pawn six, Pussyfooting, Lightbulbs.

12.07.2008

Morgan Geist - Double night time (2008, Environ)

Semplicemente il miglior blend di techno, house, disco e soul che si possa ascoltare.

8.5/10

Highlights:
Tutto.

12.04.2008

Autokratz - Down & out in Paris & London (2008, Kitsunè)

Melodie iperdistorte e glitch robotici supportati da beat electro compressi oltre i limiti dell'ignoranza quando va bene, disperati tentativi di synth-pop tamarro quando va male; probabilmente bastavano i Digitalism, vietatissimo nominare i Daft Punk.

5/10

Highlights:
Reaktor, It's on, Pardon garcon (Rewerk).

12.03.2008

Flying Lotus - Los Angeles (2008, Warp)

Cosa aspettarsi da un pronipote di famiglia Coltrane? Esperimenti. Per la precisione esperimenti in musica. Flying Lotus, all'anagrafe Steven Ellison, aveva già lasciato il segno due anni fa con uno sconvolgente "1983"; uno di quei dischi che ti fanno ancora credere nella Warp per come è nata, e non solo per come si è evoluta. La prima e più importante cosa da chiarire è che qui un processo standard come la quantizzazione implode nel suo stesso significato, diventando qualcosa di soggettivo: i beat seguono comunque un pattern matematico (e come potrebbe essere altrimenti, soprattutto quando si parla di musica elettronica?), ma la bravura del musicista di L.A. sta nel camminare sul filo dell'impossibile, esagerando l'impostazione già di per se "storta" tipica delle ritmiche hip-hop. Seconda cosa fondamentale: qui non ci sono canzoni. Dimenticatevi strofa, bridge e ritornello. Per apprezzare questo disco bisogna lasciarsi trasportare in maniera completa e ascoltarlo dall'inizio alla fine, non esistono compromessi. Oltretutto non si tratta di un viaggio morbido; l'aria è tetra e nebbiosa, si colgono spunti jazz attraverso rumori inquietanti e suoni che ti lacerano la testa, affiorano influenze brasil in mezzo a strati di elettronica sudicia e compressa, si captano abbozzi di melodia nella confusione di loop distorti e macchinosi. E' impegnativo e assolutamente sconsigliato a chi non sappia dell'esistenza di gente come Aphex Twin e Squarepusher. E' estremamente tecnico. E' quasi completamente concettuale. Ma ha anche un'anima.

8.5/10

Highlights:
Tutto.

12.02.2008

Bloc Party - Intimacy (2008, Wichita)

Non vengono citati i Chemical Brothers nelle note di copertina, ma quando parte il loop di batteria di "Ares" l'associazione con "Let forever be" è automatica; se non si tratta di un campione pochissimo ci manca, anche se la questione passa in secondo piano visto che il brano è troppo confuso e risulta inoffensivo. Tutt'altro risultato viene invece raggiunto con "Mercury", grazie ad elementi di orchestra sintetica che creano un'atmosfera bizzarra e divertente. Sono passati due pezzi ed è già il momento di chiedersi che fine abbiano fatto i Bloc Party di "A weekend in the city", perchè anche se il rock deciso di "Halo" non è niente male in fin dei conti un po' di quella poesia che aveva caratterizzato il loro ultimo disco manca. "Biko", "Signs" e "Ion square" sono ciò che più vi si avvicina (e non a caso sono tutti momenti memorabili), l'energica "One month off" lascia il segno, "Zephyrus" mostra in maniera chiara ed inequivocabile tutta l'influenza che Robert Smith può avere avuto su Kele Le Roc e sul suo modo di piegare la melodia vocale, mentre la strofa di "Talons" si avvicina pericolosamente a quella di "Always" degli Erasure. Un lavoro nell'insieme buono anche considerando il deciso cambio di direzione della band, con alcuni brani anonimi ("Trojan horse", "Better than heaven") che non ne pregiudicano il valore.

7.5/10

Highlights: Mercury, Halo, Biko, Signs, One month off, Talons, Ion square.