4.30.2008

Cristina Donà - Piccola faccia (2008, Emi)

Una volta terminato l'ascolto di queste dodici tracce si ha la conferma dell'assoluto valore di Cristina Donà, capace di scrivere melodie non semplici ma che vanno dritte al cuore; l'operazione "unplugged" non è affatto superflua, anzi fa risaltare ancora di più la bellezza cristallina dei pezzi.

8/10

Highlights:
Tutto.

4.29.2008

Josè James - The dreamer (2008, Bronswood Recordings)

Gilles Peterson fa centro: il talento compositivo e la classe interpretativa di Josè James alla luce di questo suo debutto sono chiari come il sole. Più jazz classico che acid jazz (o come lo volete chiamare), ma lui sembra a suo agio così e non è affatto un peccato.

8/10

Highlights:
Tutto.

4.28.2008

Oi Va Voi - Oi Va Voi (2007, V2)

La decisione di intitolare il terzo disco con la propria ragione sociale va ricercata in una serie di vicissitudini che hanno coinvolto la band, costringendola ad una pausa forzata di quattro lunghi anni dall'osannato "Laughter through tears". Nonostante la mancanza di Kt Tunstall al microfono (aveva prestato la sua voce in due singoli decisivi tratti dal suddetto album del 2002) e di Sophie Solomon al violino, le capacità di scrittura rimangono intatte e la fusione di elementi tradizionali e modernismo pop resta nella maggioranza dei casi un'operazione riuscita.

7.5/10

Highlights:
Yuri, Further deeper, Look down, Dissident, Black sheep, Dry your eyes.

4.27.2008

The Killers - Sawdust (2007, Vertigo)

Un anno dopo il sufficiente "Sam's town" la band di Las Vegas opta per una release che raccoglie b-side, cover, inediti e un paio di remix, dedicandola ai propri fan. Avendo a che fare con outtakes non c'è quasi nulla di sbalorditivo: la maggiornaza dei pezzi inediti sono standard di derivazione blues virati wavy-rock. Va fatta un'eccezione per il singolo "Tranquilize" (che vede il cameo di un certo Lou Reed) e per le ottime "Leave the borboun on the shelf" e "Sweet talk", dove Stuart Price (che già aveva remixato splendidamente Mr. Brightside) tocca le corde giuste in fase di produzione. Il take su "Shadowplay" (Joy Division) è ambizioso ma fa la sua sporca figura, la cover di "Ruby, don't take your love to town" (Mel Tillis) è un pesce fuor d'acqua, la riproposizione in chiave Abbey Road della loro "Sam's town" è apprezzabile, l'interpretazione di "Romeo and Juliet" (Dire Straits) sorprende non poco. Per i fan, come scritto espressamente dai Killers nelle note di copertina.

6.5/10

Highlights:
Tranquilize, Shadowplay, All the pretty faces, Leave the bourbon on the shelf, Sweet talk, Sam's town (Abbey Road Version), Romeo and Juliet, Mr. Brightside (Jaques Lu Cont's Thin White Duke Remix).

4.26.2008

The Kooks - Konk (2008, Virgin)

Invece di posare nel buio di un vicolo scuro all'ingresso di quello che sembra un club (ma in realtà è lo studio di registrazione dove hanno suonato il disco) i quattro inglesi avrebbero fatto meglio a farsi ritrarre in un ambiente molto più luminoso, magari al sole di una spiaggia californiana. Il loro secondo album infatti è completamente in linea con il suo predecessore di due anni fa: una raccolta di brani semplici e leggeri da ascoltare per quello che sono, senza grandi pretese e con un bel po' di spensieratezza che ogni tanto male non fa.

7/10

Highlights: See the sun, Always where I need to be, Mr. Maker, Gap, Love it all, Sway, Shine on, One last time.

4.25.2008

Cat Power - Jukebox (2008, Matador)

I soli due brani inediti inclusi in "Jukebox" si trovano perfettamente a proprio agio con le 11 cover (interpretate con grande personalità) che completano il disco; hai detto niente.

7.5/10

Highlights:
New York New York, Metal heart, Aretha sing one for me, I believe in you, Song to Bobby, Don't explain, Woman left lonely.

4.19.2008

4.18.2008

Hot Chip - Made in the dark (2008, Emi)

Il ritorno dopo il botto è una prova di carisma dei cinque inglesi.

7.5/10

Highlights:
Shake a fist, Ready for the floor, We're looking for a lot of love, Touch too much, One pure thought, In the privacy of our love.

4.15.2008

Moby - Last night (2008, Mute)

Cosa aspettarsi da Richard Melville Hall nel 2008? Si stava meglio quando quasi vent'anni fa campionava una colonna sonora di Badalamenti per creare un rave anthem o la sua reale dimensione è quella strapop della più recente "Lift me up"? Meritava più attenzione ai tempi di "Ambient"(1993) e della hit house "Everytime you touch me"(1995) oppure il suo vero io si esprime in maniera più completa con brani dream-pop tipo "Porcelain" e "Natural blues"(2000)? Moby ha dato tanto alla musica dance; ha posto delle basi fondamentali per l'esplosione dell'elettronica in un territorio non suo, quello commerciale. Ha accelerato per poi mettere il freno a mano e tornare indietro quando forse si è reso conto di avere superato il confine della noia. Oggi fa uscire un disco che è un vero minestrone di tutto quello che ha già proposto in passato, tralasciando le (infelici) virate rock di "Animal rights". Purtroppo la stanchezza si fa sentire fin dall'inizio, e pezzi come "I love to move in here" e "257.zero" sono decisamente sotto i suoi standard; perfino la old school house di "Everyday it's 1989" sfrutta male un hook che avrebbe potuto essere killer. Il crossover di "Alice" è da skip immediato, "I'm in love" e "Sweet apocalypse" sono insignificanti, "Degenerates" e "Mothers of the night" uno come lui le scrive in due ore. Rimangono l'opener "Ooh yeah", il primo singolo "Disco lies", la scontata ma accettabile "The stars", "Live for tomorrow" che rinverdisce "Play" e la strappalacrime "Last night" in fondo. Un po' pochino.

5/10

Highlights:
Ooh yeah, Live for tomorrow, Disco lies, The stars, Last night.

4.12.2008

Robyn - Robyn (2007, Universal)

Originariamente pubblicato nel 2005 dalla Konichiwa Records, il quarto album della svedese Robyn viene ristampato su major con l'aggiunta del singolone "With every heartbeat" (frutto della collaborazione con Andreas Kleerup) che ha scalato le classifiche di mezza Europa; il successo internazionale è giustificato, perchè questo è pop ottimamente scritto e arrangiato al meglio.

7.5/10

Highlights:
Konichiwa bitches, Handle me, Be mine!, With every heart beat, Who's that girl, Robotboy, Eclipse.

4.09.2008

Modeselektor - Happy birthday (2007, BPitch Control)

La facilità con la quale Gernot Bronsert e Sebastian Szary fondono il french touch con una ritmica reggaeton ("Goddspeed"), accostano atmosfere ragga a beat distorti ("Let your love grow") e uniscono ska ed electro ("Happy birthday") è disarmante; se si considera inoltre che sanno plasmare un hip-hop glitchato avanti anni luce ("2000007" e "The dark side of the sun"), vincono qualsiasi dancefloor con l'irresistibile techno gigolò style di "Black block", riescono a fare sognare con un pezzo downtempo melodico dalla pasta assurda ("Edgar") e regalano alla trance becera una sepoltura che umoristica è dire poco ("Hyper hyper") è lecito gridare al capolavoro. La conferma è data dai gioielli finali "The wedding toccata theme" e "The white flash" (la prima una follia classica storpiata e sporcata, la seconda una ballad elettronica che con qualsiasi altro arrangiamento sarebbe risultata cheesy); conclude una strumentale ("Deboutonner") che lascia un dolce sapore in bocca.

8.5/10

Highlights:
Tutto.

4.06.2008

Adele - 19 (2008, XL)

Adele Adkins è una giovane promessa inglese del soul, con una voce in bilico fra la delicatezza di Jill Scott e l'esuberanza di Amy Winehouse; con un pizzico di incisività in più (soprattutto in termini di scrittura) avrebbe potuto essere un esordio top.

7/10


Highlights: Daydreams, Best for last, Chasing pavements, Melt my heart to stone, Make you feel my love, Hometown glory.

Orson - Culture vultures (2007, Mercury)

Riecco i certosini del copia e incolla, dopo l'esordio di platino "Bright idea"; la loro attitudine "balla un po' e dimenticati delle tasse" viene in questo caso appoggiata anche da una (evitabile) semi-polemica con il rock moderno, urlata attraverso il brano d'apertura ("Am I too young? / Am I too old? /Is there something wrong with the radio? / It doesn't rock / It doesn't roll / Is there something wrong with the radio?"). Pur essendo una fucina di riff d'impatto e melodie fischiettabili "Culture vultures" non ha l'impatto del suo predecessore, finendo per configurarsi come semplice follow up che fa battere il piede a tempo con troppa prevedibilità.

5/10

Highlights:
Broken radio, Where you are tonight, Little miss lost and found.

4.03.2008

The Kills - Midnight boom (2008, Domino)

Come i Velvet Underground quarant'anni dopo, ma con una cantante intonata. Se Andy Warhol fosse ancora tra di noi impazzirebbe per lo scazzo punk di pezzi come "Tape song" e "Last day of magic", gongolerebbe per il ritornello insistente di "U.R.A. fever", apprezzerebbe l'irridente semplicità di "Black balloon", concorderebbe sul tema di "What New York used to be";insomma, sarebbero la sua band preferita. Warhol a parte, questo terzo disco dei The Kills non è assolutamente il loro miglior lavoro, ma si fa ascoltare.

7/10

Highlights:
U.R.A. fever, Cheap and cheerful, Tape song, Last day of magic, Black balloon, Goodnight bad morning.

4.02.2008

Shitdisco - Kingdom of fear (2007, Fierce Panda)

L'ennesimo gruppo disco-punk (se l'etichetta new-rave non si addice ai Klaxons figuriamoci agli Shitdisco) con molta energia e zero contenuti.

4.5/10

Highlights:
Disco blood, Dream of infinity, Ok.

4.01.2008

The Orb - The dream (2008, Liquid Sound Design)

Il bello e il brutto del nuovo disco di Alex Paterson e soci è che suona terribilmente nineties: solo in singoli episodi l'operazione risulta malinconicamente perfetta, ma purtroppo nel complesso è la spiacevole sensazione di già sentito a trionfare.

5/10

Highlights:
Vuja de, A beautiful day, Sleeping tiger & the gods unknown, Let the music set you free.