12.02.2008

Bloc Party - Intimacy (2008, Wichita)

Non vengono citati i Chemical Brothers nelle note di copertina, ma quando parte il loop di batteria di "Ares" l'associazione con "Let forever be" è automatica; se non si tratta di un campione pochissimo ci manca, anche se la questione passa in secondo piano visto che il brano è troppo confuso e risulta inoffensivo. Tutt'altro risultato viene invece raggiunto con "Mercury", grazie ad elementi di orchestra sintetica che creano un'atmosfera bizzarra e divertente. Sono passati due pezzi ed è già il momento di chiedersi che fine abbiano fatto i Bloc Party di "A weekend in the city", perchè anche se il rock deciso di "Halo" non è niente male in fin dei conti un po' di quella poesia che aveva caratterizzato il loro ultimo disco manca. "Biko", "Signs" e "Ion square" sono ciò che più vi si avvicina (e non a caso sono tutti momenti memorabili), l'energica "One month off" lascia il segno, "Zephyrus" mostra in maniera chiara ed inequivocabile tutta l'influenza che Robert Smith può avere avuto su Kele Le Roc e sul suo modo di piegare la melodia vocale, mentre la strofa di "Talons" si avvicina pericolosamente a quella di "Always" degli Erasure. Un lavoro nell'insieme buono anche considerando il deciso cambio di direzione della band, con alcuni brani anonimi ("Trojan horse", "Better than heaven") che non ne pregiudicano il valore.

7.5/10

Highlights: Mercury, Halo, Biko, Signs, One month off, Talons, Ion square.

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