1.31.2007

The Offspring - Americana (1998, Columbia)

La svolta major è sancita da tre strasuonati singoli come le super-crossover "Pretty fly (for a white guy)" e "The kids aren't alright" e la beatlesiana "Why don't you get a job?"; ma anche da una trascurabile cover di "Feelings" di Morris Albert. Non sono più gli Offspring di "Ignition" (è sconvolgente quanto la traccia finale "Pay the man" non c'azzecchi proprio), ma siccome esiste una storia è anche giusto accettare alcune evoluzioni, più o meno drammatiche; in fondo questo disco non è quanto di peggio il mercato del pop-rock abbia da offrire.

6.5/10

Highlights: Have you ever, Pretty fly (for a white guy), The kids aren't alright, She's got issues, Why don't you get a job.

1.29.2007

The Offspring - Ixnay on the hombre (1997, Epitaph)

Se una volta finito l'ascolto di "Ixnay on the hombre" rimangono impressi pezzi come "Gone away" e "Amazed" allora c'è qualcosa che non quadra. Nulla di deprecabile, si tratta di ottimi pezzi; ma è come se non facessero parte del dna degli Offspring. "The meaning of life", "All I want" e "Change the world" sono molto più credibili, ma non raggiungono l'intensità dei brani dei primi dischi; un album di passaggio.

5.5/10

Highlights: The meaning of life, Gone away, All I want, Amazed, Change the world.

The Offspring - Smash (1994, Epitaph)

Attraverso "Gotta get away", "Come out and play" e "Self esteem" la band diventa a tutti gli effetti mainstream; fortunatamente i danni sono trascurabili, il disco è un ottimo esempio di energico rock melodico.

8/10

Highlights: Tutto.

1.27.2007

The Offspring - Ignition (1992, Epitaph)

In concomitanza con l'approdo alla Epitaph di Brett Gurewitz (chitarrista dei Bad Religion) avviene anche la meritata emersione dopo anni di underground; dopo "Ignition" gli Offspring non daranno più alla luce un album così genuino.

8.5/10

Highlights: Tutto.

The Offspring - The Offspring (1989, Nemesis)

Il primo album di un ex trio che si faceva chiamare Manic Subsidal e che diventando quartetto nel 1986 trasforma la sua ragione sociale in "Offspring"; il futuro da band superstar della scena pop punk degli anni 90 è già scritto in questi undici brani.

7.5/10

Highlights: Jennifer lost the war, Elder, Demons, Beheaded, Tehran, Black ball, I'll be waiting.

Autechre - Untitled (2005, Warp)

La scelta degli Autechre che si concretizza in uno studio quasi matematico della musica in quanto successione di suoni produce un ennesimo disco oscuro, ma molto più digeribile degli ultimi due estremi album; qui c'è una parvenza di melodia, fondamentale per riuscire ad inquadrare un filo (quasi) logico che riporta la loro musica sul nostro pianeta terra.

7.5/10

Highlights: Lcc, Pro radii, Augmatic disport, The trees, Sublimit.

1.26.2007

Autechre - Draft 7.30 (2003, Warp)

Inquietante, sconnesso, storto e caldamente sconsigliato a chi non ha i nervi saldi: potrebbe facilmente causare un esaurimento nervoso. A suo modo perlomeno conclude qualcosa, a differenza del suo predecessore.

6.5/10

Highlights: Surripere, P.Ntil, V-proc, Reinform puls.

1.24.2007

Autechre - Confield (2001, Warp)

Parte che meglio non potrebbe, con quel tappeto di vetro steso con cura a creare una tensione irreale per accogliere le prime agognate note; "VI scose poise" è poesia meccanica. Sfortunatamente il disco con il passare dei brani si perde in azzardate astrazioni senz'anima, che stancano in fretta.

5/10

Highlights: VI scose poise, Parhelic triangle, Lentic catachresis.

1.22.2007

Autechre - Chiastic slide (1997, Warp)

Una visione rarefatta e irreale; tiepide emozioni perse nelle meccaniche ricerche ritmiche che rendono l'essenza della musica degli Autechre sempre meno intellegibile.

7.5/10

Highlights: Cipater, Rettic ac, Cichli, Pule, Nuane.

Autechre - Tri repetae (1995, Warp)

Il terzo disco degli Autechre rappresenta una svolta nel loro percorso sonoro; "Tri repetae" non abbandona la melodia, ma tende a lasciarla maggiormente sullo sfondo per favorire delle sperimentazioni più audaci a livello ritmico e percussivo. Un pezzo come "Rotar" è un buon esempio di come accade tutto questo: mentre una melodia circolare si muove là dietro ci sono dei beat nevrotici in primo piano che ti schiaffeggiano con violenza. Da questo momento in poi il termine ambient comincia a stare stretto al duo, che nonostante si ostini a non volere essere categorizzato finisce per essere considerato un atto cardine del circuito Idm.

7.5/10

Highlights: Leteral, Rotar, Eutow, C-pach, Overand.

Autechre - Amber (1994, Warp)

Terso, denso e splendidamente evocativo; pezzi come "Silverside" ti fanno capire il perchè di questa musica.

8.5/10

Highlights: Silverside, Slip, Nine, Yulquen, Nil, Teartear.

1.19.2007

1.16.2007

Nelly Furtado - Loose (2006, Geffen)

Ottima la terza, miss Nelly. E gran parte del merito va a quel genio di Timothy Mosley (meglio noto come Timbaland), semplicemente strepitoso in quel capolavoro che è "Promiscuous".

8.5/10

Highlights: Tutto.

1.14.2007

Nelly Furtado - Folklore (2003, Dreamworks)

Uno di quei dischi che ti riconciliano con la musica pop; fresco, leggero ed inebriante.

8.5/10

Highlights: Tutto.

Nelly Furtado - Whoa, Nelly! (2000, Dreamworks)

Nonostante un po' di confusione di ritmi e generi e la presenza di alcuni riempitivi, in definitiva è un debutto accettabile.

7/10

Highlights: Hey man!, Shit on the radio (remember the days), I'm like a bird, Turn off the lights, Well well, My love grows deeper part 1.

Luke Vibert - Lover's acid (2005, Planet Mu)

Il meglio Luke lo tira fuori con l'acido, non quando divaga in docili beat ninja tune style e altri giochetti che appaiono scontati per una mente come la sua.

7/10

Highlights: Funky acid stuff, Cash'n'carry acid, Analord, Acid2000, Orch garage, Dirty fucker, Flyover.

1.13.2007

Luke Vibert - YosepH (2003, Warp)

Old school acid trapiantata all'anno zero con maestria.

8.5/10

Highlights: Tutto.

Luke Vibert & Bj Cole - Stop the panic (2000, Astralwerks)

Psicojazz. A tratti è un po' accademico.

7/10

Highlights: Dischordzilla, Start the panic, Fly Hawaii, Cheng phooey, Nice cave, Songs of the night life.

Luke Vibert - Big soup (1997, Mo Wax)

Luke Vibert mette nero su bianco le sue cinemascope-visioni rivestendole di una vibra broken jazzata.

8/10

Highlights: Voyage into the unknown, Fused into music, No turn unstoned, M.a.r.s., Stern facials, Music called jazz.

Lee Van Dowski & Quenum - As told on the eve of...(2006, Soma)

Funky electro minimale; suona che è un lusso e ci sono dei validi spunti melodici.

7.5/10

Highlights: Dude bond 334, Little doll chaos pounce upon option assault reverberation, Unholy tundra fisherman, Ultimate desert ambassador, Lust part 2.

1.10.2007

Lou Rhodes - Beloved one (2005, Infinite bloom)

Non è mai stata una voce "facile" quella di Louise Rhodes. Per apprezzare il lato oscuro dei Lamb (lei e Andrew Barlow) ci vuole un bel po' di pazienza; ma come tutte le cose che richiedono un certo impegno, il risultato è che una volta metabolizzate ripagano i tuoi sforzi con una soddisfacente sensazione di completezza. Questo disco prende le distanze dal Lamb-sound, puntando sull'acustica pura; la sensazione di difficoltà descritta qui sopra permane, visto che occorrono diversi ascolti per capire le intuizioni melodiche tutt'altro che scontate di Louise. Certo è che quando si lasciano prendere è davvero un bel sentire.

8/10

Highlights: Each moment now, Treat her gently, No re-run, Beloved one, Save me, To survive, Why.

1.07.2007

Spank Rock - Yoyoyoyoyo (2006, Big Dada)

Il modo più credibile per rinfrescare l'hip-hop a più di 30 anni dalla sua nascita.

8.5/10

Highlights: Tutto.

Kraak & Smaak - Boogie angst (2005, Jalapeno)

Broken beats e anima funk; delizioso.

7.5/10

Highlights: Money in the bag, One of these days, Keep on searching, Keep me home, No sun in the sky, Maputo express.

1.06.2007

Freestylers - Adventures in freestyle (2006, Against The Grain)

L'album più melodico e senza vergogna del trio. Niente da dire sulla produzione, ma a tratti la puzza di formaggio diventa davvero insopportabile.

7/10

Highlights: Security, In love with you, Jump n twist, Pocketful of sadness, Hard to stay.

Freestylers - Raw as f**uk (2004, Pias)

Lezioni di break in un disco quasi perfetto. La violenta title-track rappresenta alla perfezione il lato crudo (raw, appunto) dell'album: l'approccio ruvido si ritrova anche in pezzacci come "The slammer", "Punks", "Warrior charge" e "Right on". La faccia più melodica invece è in "Losing you" e "Too far" (cantate da Julie Thompson, scoperta da James Holden l'anno prima), nell'ottima electro-digressione "Boom blast" e nell'irresistibile singolo "Push up", che fa ballare pure i morti.

8.5/10

Highlights: Tutto.

1.04.2007

Freestylers - Pressure point (2001, Freskanova /Pias)

Mentre sullo sfondo il secolo volta pagina ironia vuole che i Freestylers diano il meglio con i pezzi più sfacciatamente nineties.

7.5/10

Highlights: Bad boy love, Bass odyssey, Phenomenon one, Broadcast channels, Blowin ya brainz, Get down massive, Signs.

Freestylers - We rock hard (1998, Freskanova / Pias)

Miscela killer di breakbeat, old school electro, hip-hop e dancehall; esordio col botto soprattutto perchè il tutto è reso accessibile da una produzione splendidamente pop.

8/10

Highlights: Freestyle noize, Don't stop, Here we go, B-boy stance, We rock hard, Ruffneck, Warning.

1.03.2007

1.02.2007

Midfield General - Generalisation (2000, Skint)

Corre l'anno 2000, e Damian Harris (il boss della Skint) con questo disco dipinge il crepuscolo del big beat.

7/10

Highlights: Devil in sports casual, Reach out, Stigs in love, Coatnoise, Birthday.

Regina Spektor - Begin to hope (2006, Sire)

Folk bastardo che sfocia irrimediabilmente e irresistibilmente nel pop non convenzionale, a partire dalla scrittura fino alla gestione del mixaggio del disco; ed è una di quelle rare volte in cui anticonvenzionale non fa rima con "tutta tecnica e niente cuore", tutt'altro. Un vero miracolo.

9/10

Highlights: Tutto.

Regina Spektor - Soviet kitsch (2004, Shoplifter)

Songwriting d'avanguardia munito di solide basi classiche interpretato con una personalità che ti ribalta.

8/10

Highlights: Ode to divorce, Carbon monoxide, The flowers, Us, Ghost of corporate future, Somedays.