8.31.2006

Dubble D - Reachin' out (2005, 20:20 Vision)

Davvero interessante il disco di debutto di Dubble D, aka Danny Ward; il batterista/percussionista di Manchester si diverte a spaziare dalla shuffle house ("Super hi", "Stench") al reggae ("Love holds"), dal funk ("Reach out") al soul ("Multiply"), il tutto mantenendo una fresca coerenza jazz-hop che si manifesta chiaramente nei taglia e cuci dell'ottima "Pudpots" (insieme ai Nightmares On Wax), nella sognante "King" e soprattutto nella stilosa "Would you?" con le rime di Dianne Charlemagne.

8/10

Highlights: Super hi, Multiply, Would you?, Rain, Pudpots, King.

8.29.2006

Nor Elle - Kombologi (2006, Mole Listening Pearls)

Onesta downbeat d'arredamento.

6/10

Highlights: Reflection, Ghost, Oriental fusion, Magic, Another jazzlife, Evening echoes.

8.28.2006

Kid Alex - Colorz (2004, Milk & Sugar)

Alexander Ridha si è recentemente imposto all'attenzione del mercato dance pubblicando con l'alias Boys Noize su etichette importanti quali Datapunk e International Deejay Gigolo dei pezzi killer, fatto che l'ha spinto a creare la sua label ("Boysnoize Records"); in precedenza aveva creato un po' di buzz come Kid Alex con i singoli "Fame" e "Young love (Topless)", apprezzati soprattutto in Uk e inclusi in questo album di debutto. Lo stile è una sorta di electro rock (forse addirittura più rock che electro), semplice e d'impatto, che ha il solo limite di non essere troppo profondo; ma quando l'obiettivo è fare muovere il sedere la profondità non è una di quelle caratteristiche di cui si sente la mancanza, giusto?

7/10

Highlights: Fame, My way, Wake up, Young love (Topless), I care.

Buscemi - Camino real (2003, Labels)

Jazzy beats da aperitivo conditi da richiami latini e afro ad opera del belga Dirk Swartenbroekx; il meglio lo da quando prosegue le sperimentazioni d'n'b dei primi dischi ("Praia boogie"), quando scherza con i campioni giusti ("Voodoo voyage") oppure quando invita Michael Franti a prestare la sua voce ("The world around").

7/10

Highlights: Gadget girls, Praia boogie, Voodoo voyage, The world around, Seaside.

8.26.2006

Hyper - We control (2006, Kilowatt)

Phat beats, booming basses, rime intuitive, qualche ingenua melodia e un attitudine punk a la Prodigy (Leeroy Thronhill fa parte della band); una miscela nostalgica non stupefacente o prettamente originale, ma in fin dei conti redditizia, funzionale e con un suo perchè.

7.5/10

Highlights: We control, Ant music, This is a warning, Set fire to me, Never stop.

8.15.2006

Dimitri From Paris - Cruising attitude (2004, Discograph)

Da quasi i nervi il modo in cui Dimitri Yerasimos non sbagli nulla manco a pagarlo. Ci si ritrova con il cartonato di "Cruising attitude" fra le mani e già la copertina è la perfezione lounge di classe, colori azzeccati e stile indovinato. Una volta passati all'analisi della tracklist è inevitabile lasciare cadere l'occhio sui featuring: Omar, Victor Davies, Pink Martini, Helena Noguerra, Daniel Wang, Maki Nomiya (Pizzicato Five), Los Amigos Invisibles e un re-edit ad opera dei Masters At Work. C'è chi può. L'album non è "Sacrebleu", essendo meno diretto al clubbing e più ad un ascolto raffinato ma al contempo easy-listening (un'altra di quelle inspiegabili alchimie che lasciano di stucco); si alternano vibrazioni funk ("Not quite disco", "San Juan Five-O", "Paris-Brooklyn"), episodi soul ("Strong man", "This is your life"), immancabili virate lounge ("Okinawa in love", "La vie", "Toi mon auto" e la hidden track), spunti retrò di gusto ("Syracuse", "Merumo"), la perla jazzy-latina "Live jazz" e l'ottima incursione dai ritmi house "Venusienne dance". Un ulteriore segnale di quanto sia forte questo disco? Soddisfa sia ascoltato in sottofondo che ad un ascolto più attento. Classe, classe, classe.

8.5/10

Highlights: Not quite disco, Strong man (for real), Okinawa love, This is your life, Syracuse, Merumo, Venusienne dance, Live jazz, Paris-Brooklyn.

8.14.2006

Pet Shop Boys - Fundamental (2006, Parlophone)

A quattro anni dall'ottimo "Release" e un anno dopo la colonna sonora della Corazzata Potiemkin il nono album di Neil Tennant e Chris Lowe segna un ritorno (abbastanza scontato, verrebbe da dire, visti i tempi) a quel synth-pop che li ha resi celebri; detto questo ascoltare "Fundamental" non significa semplicemente tornare indietro nel tempo, perchè come sempre la produzione, affidata a Trevor Horne, è al passo con i tempi e molto curata. Le prime note dell'introduttiva "Psychological" (electro-pop a dire il vero piuttosto piatta) fanno venire in mente i Depeche Mode, poi con "The Sodom and Gomorrah show" si passa a toni più epici e agli ultimamente dimenticati ammiccamenti sessuali (altro punto fermo del duo); "I made my excuses and left" è la prima ballata del disco, che suona incompleta ma regge soprattutto per lo splendido arrangiamento di archi. Il ritornello vocoderizzato di "Minimal" non è nulla di stupefacente; molto meglio invece "Numb" e "Luna park", lenti maturi e drammaticamente pop che preparano a quello che è stato il primo singolo, l'accettabile "I'm with stupid". Da "Casanova in hell" (probabilmente la ballad meglio riuscita, con un sapiente lavoro di 'ruba di qua, ruba di la e poi metti insieme') la qualità dei brani s'impenna: "Twentieth century", "Indefinite leave to remain" e soprattutto "Integral" (un vero e proprio manifesto del Pet Shop Boys style) sono realmente fondamentali. Esiste anche una limited edition con un paio di inediti e sei remix ad opera di gente tipo Trentemoller, Alter Ego e Michael Mayer.

7.5/10

Highlights: Numb, Luna park, Casanova in hell, Twentieth century, Indefinite leave to remain, Integral.

8.12.2006

Pet Shop Boys - Release (2002, Parlophone)

L'album più sdolcinato dei Pet Shop Boys, dove il numero delle volte in cui viene nominata la parola 'love' va a braccetto con l'ammontare smisurato (per loro) di chitarre acustiche utilizzate è anche un ottimo disco, pop all'ennesima potenza. Impressionante la velocità con la quale lo si assimila e ciò nonostante lo si riascolterebbe ancora un'ultima volta per poi accorgersi che non sarà affatto l'ultima; "Home and dry", il primo brano, è anche l'apice di "Release" (non ricordo un'apertura migliore nella loro intera discografia, forse solo "Being boring" in "Please" ci si avvicina) e nella sua semplice struttura melodica e armonica si rivela semplicemente irresistibile. Tornando allo zucchero va sottolineato che l'essenza di questo album sono le ballate, un paio evitabili ("E-mail", "You choose"), altre giustificatissime ("I get along", "Birthday boy", "Love is a catastrophe"); lenti a parte una menzione d'obbligo spetta anche a "London" e "Here".

8/10

Highlights: Home and dry, I get along, Birthday boy, London, Love is a catastrophe, Here.

Pet Shop Boys - Nightlife (1999, Parlophone)

Mentre mi sento di concordare sull'universale senso di smarrimento e delusione che la critica ha riservato a "Bilingual" del 1996 non trovo dei validi motivi per affossare "Nightlife". Che cosa si può chiedere ad un duo che ha marchiato a fuoco la seconda metà degli anni 80 e la decade 90 con i suoi ritornelli contagiosi, se non andare a ricercare della freschezza sonora mettendosi nelle mani di produttori come Rollo (Faithless), Craig Armstrong e David Morales? Forse l'unico producer dei tre chiamati in causa che non rende al 100% (se si eccettua "For your own good") è il primo, perchè Morales arrangia come sa la hit "New York City boy" e la più scontata ma comunque degna "I don't know what you want but I can't give it anymore", mentre Armstrong azzecca "You only tell me you love me when you're drunk", "Vampires", il duetto con Kylie "In denial" e la bellissima "Closer to heaven" che riassume in 4 minuti lo spirito della musica euro-dance a un passo dal nuovo millennio. Pezzi più deboli ce ne sono, eccome; ma da qui a bocciare "Nightlife" ce ne passa.

7.5/10

Highlights: For your own good, Closer to heaven, I don't know what you want but I can't give it anymore, Vampires, In denial, New York City boy.

Wheatus - Hand over your loved ones (2003, Columbia)

Reduce dal successo del singolo d'esordio "Teenage dirtbag" (2000) ritorna Brendan B. Brown insieme ai suoi Wheatus con lo stesso rock da colonna sonora di un telefilm americano; magari un pochettino più maturo ("Lemonade" sembra un pezzo dei Rentals), ma sempre ironico anche nelle sue presunte allusioni all'11 Settembre sbandierate ai quattro venti. Catchy enough, comunque.

7.5/10

Highlights: The song that I wrote when you dissed me, Anyway, Freak on, Lemonade, Randall.

8.09.2006

Mr. Scruff - Trouser jazz (2002, Ninja Tune)

"Trouser jazz" si discosta dal suo predecessore per un certo alone di "coolness" che lo circonda; attenti a quel multiforme aggettivo, perchè così come può significare un incremento di stile (spesso associato ad una certa maturazione) può anche provocare dei danni, uno su tutti il problema dell'immediatezza nell'ascolto. Si sente la mancanza di pezzi come "Get a move on" (anche se un paio di abbozzati tentativi ci sono), e anche il downbeat dei vecchi tempi viene pressochè abbandonato a favore di sonorità più loungy-jazz.

7/10

Highlights: Beyond, Come alive, Come on grandad, Vibrate, Ug.

Mr. Scruff - Keep it unreal (1999, Ninja Tune)

Fresco di Ninja Tune Mr. Scruff confeziona un buon album che in parte ricalca (con tutt'altra profondità) lo slow style del suo esordio ("Midnight feast" e "So long"), in parte concede un'apertura all'old school house ("Get a move on" e "Cheeky"); è un peccato che la seconda metà del disco perda in consistenza, ma in ogni caso lo stile rimane intatto.

7.5/10

Highlights: Get a move on, Midnight feast, Honeydew, Cheeky, So long, Do you hear?, JusJus.

Mr. Scruff - Mr. Scruff (1997, Pleasure Music - 2005, Ninja Tune)

Il primo disco di Andy Carthy è datato 1997, ma non era mai stato stampato dalla Ninja Tune, che provvede 8 anni più tardi. Prevalentemente laidback, l'album mostra un Mr. Scruff abbastanza lontano da quello delle produzioni che verranno e per il quale è noto; funk e jazz si accomodano su ritmi della strada in dodici tracce strumentali (o al limite condite da qualche spoken ) che raramente lasciano il segno. Timido.

5/10

Highlights: Bass baby, Night time, Jazz potato, Crisps.

8.08.2006

Various Artists - Trip hop anthology (2006, Wagram)

Sia chiara una cosa: raccogliere dei brani trip hop non è impresa facile. Bastardo per concetto, tale stile non è qualificabile in maniera assoluta, essendo la definizione più una mossa "giornalistica" coniata per creare interesse verso un modo di fare musica. Si potrebbe per esempio definire il trip hop un qualcosa di lento e tenebroso sostenuto da sporchi ritmi hip hop preferibilmente rovinati e rallentati. Oppure focalizzarsi sull'epicentro di Bristol, racchiudendo nella definizione tutte le band collegate a quella città. Si potrebbe perfino provare a fissare dei confini temporali, essendo il trip hop in genere considerato un fenomeno rigorosamente anni 90. Ma in tutti i casi non si riuscirebbe ad includere tutta una serie di sfaccettature e di contaminazioni che vanno dal rock (Portishead) al jazz (Kruder & Dorfmeister), dal soul (Tricky) alla musica elettronica (Massive Attack), giusto per fare degli esempi noti. Questi quattro cd si esimono dal citare Portishead (di questi ultimi solo un bypassabile remix) e Massive Attack, ma anche Lamb (appare solo Lou Rhodes nel featuring con A Guy Called Gerald), Bent, Archive, Kinobe e altri progetti che avrebbero meritato una menzione; problemi di soldi o di eccessiva notorietà? Più facile propendere per la prima ipotesi... Ci sono invece dei nomi meno celebrati ma comunque autori di suoni che una persona mediamente interessata al genere riconosce al primo impatto; raccolta generica (in pieno Wagram-style), ma non per questo non valida.

7.5/10

Highlights: Nightmares On Wax - Les nuits, Tricky - Evolution revolution love, The Cinematic Orchestra feat. Fontella Bass - All that you give, Dj Cam - Dieu reconnaitra les siens, Plaid feat. Bjork - Lilith, Mr. Scruff - So long, Alex Gopher - The child, Smith & Mighty - Same, Alpha - Elvis, Jazzanova - Bohemian sunset, Dj Food - Turtle soup (Wagon Christ Mix), Tosca - Chocolate Elvis, Wax Tailor feat. Charlotte Savary - Our dance, Dj Vadim feat. Sarah Jones - Your revolution, A Guy Called Gerald feat. Louise Rhodes - Humanity, Cris Prolific - Aurore, Joakim - Thème du loup, Luke Vibert - I hear the drummer, Ursula Rucker feat. Mad - 7, The Cinematic Orchestra feat. Fontella Bass - Evolution II (Mr. P Mix), Slow Train - In the black of night, Bonobo - Believe, Beth Hiersch - Nest sensation (Ian Simmonds Full Vox Repro), Up Bustle & Out - Aqui no ma.

8.05.2006

Hard-Fi - Stars of cctv (2005, Necessary Records)

Nonostante i ripetuti tentativi di elevare gli Hard-Fi a rivelazione da parte di molte riviste (soprattutto inglesi) bisogna guardare in faccia la realtà: il quartetto di Staines non è altro che un'altra party-band rock'n'roll sulla scia dei vari Franz Ferdinand, Killers, Hot Hot Heat, Strokes e Infadels con una più marcata influenza eighties soprattutto nelle linee melodiche. A priori nulla di male, ma pur essendo una buona produzione qui non c'è nulla di nuovo; anzi, i plagi mascherati (una specialità english) si sprecano.

6.5/10

Highlights: Cash machine, Middle eastern holiday, Tied up too tight, Hard to beat, Better do better.

Novastar - Another lonely soul (2005, Emi)

Il primo disco di questa band belga (intitolato semplicemente "Novastar") era uscito nel 2000 riscuotendo un discreto successo in patria, ma fallendo all'estero; "Another lonely soul" è originariamente un album del 2004, ma viene ristampato un anno più tardi con l'inclusione del bellissimo singolo "Wrong" risalente al 1999. Pop-rock lento per conformazione (essendo il pianoforte lo strumento prediletto dal leader Joost Zweegers) che fa leva su melodie orecchiabili di stampo brit condite da qualche eco ottanta qua e là; sfortunatamente una buona metà dei brani non penetra come dovrebbe ma rimane in superficie, scivolando via senza lasciare traccia.

7/10

Highlights: Wrong, Lend me love, Never back down, This is a road to nowhere, Still learning to fly.

8.04.2006

T.Raumschmiere - Blitkrieg pop (2005, Novamute)

Marco Haas ha esordito nel mercato discografico pubblicando sulla sua etichetta Shitkatapult (label che tutt'ora amministra e che è diventata di culto), ha firmato delle release per la Kompakt e da qualche anno esce su Novamute; "Blitzkrieg pop" è il suo quarto album con l'alias T. Raumschmiere, ed è un bell'impasto di industriale e IDM, melodico al punto giusto, tanto da sfiorare in alcuni frangenti (vedi "A very loud lullaby" con Sandra Nasic dei Guano Apes alla voce o "Diving in whiskey" featuring Ellen Allien) il pop come da titolo.

7.5/10

Highlights: Sick like me, Diving in whiskey, A mess, Der grottenolm, 3 minute happiness.

8.03.2006

Herbert - Secondhand sounds (2002, Peacefrog)

Classe che cola; ventun remix da un musicista avanti cent'anni.

8/10

Highlights: Nils Petter Molvaer - Merciful (Herbert's We Mix), Two Banks Of Four - Street lullaby (Herbert's Gutter Dub), Doctor Rockit - Tape measure (Herbert's Metric Mix), Furry Phreaks feat. Terra Deva - Want me like water (Herbert's tension dub), Herbert - Thoughts (Remix), Terra Deva - Fresh start (Searching For Herbert's Mix), Recloose - Can't take it (Herbert's Some Dumb Mix), Dimbiman - Koppchen (Herbert's D-d-d-dazzle Dub), Herbert - Suddenly (Herbert's Dub), Wishmountain - Aerosoul (Herbert Remix).

8.02.2006

Goo Goo Dolls - Let love in (2006, Warner Bros.)

Esattamente il rock leggero, melodico e un po' mieloso che ti aspetti dai Goo Goo Dolls degli ultimi 10 anni, ovvero da quando il fuoco punk si è affievolito a poco a poco fino ad estinguersi. La prevedibilità di "Let love in" ha una doppia faccia: splendidamente easy-listening per una buona metà dei brani ("Stay with you", "Let love in", "Become"), sfacciatamente scontata in alcuni frangenti ("Listen", "Give a little bit", "Strange love"), ma è un rischio che i tre newyorkesi avranno sicuramente messo in conto.

7/10

Highlights: Stay with you, Let love in, Better days, Without you here, Become.