12.27.2012

Estelle - All of me (2012, Homeschool Records / Atlantic)


A quattro anni da "Shine", Estelle Swaray prosegue il discorso attraverso finezze pop ("Do my thang", "Thank you", "Break my heart") e numeri più standard ("Cold crush", "Wonderful life").

7/10

Highlights: International, Love the way we used to, Break my heart, Thank you, Do my thang.

12.24.2012

Example - The evolution of man (2012, Ministry Of Sound / Data)

Elliot John Gleave sembra cercare una sorta di coscienza all'alba del quarto album, con testi e atmosfere più scure rispetto ai precedenti "Won't go quietly" e "Playing in the shadows"; sarà un cambio di direzione definitivo o solo uno sporadico momento di riflessione?

7/10

Highlights: Close enemies, Perfect replacement, Say nothing, All my lows, Snakeskin, We'll be coming back.

12.23.2012

Beat Connection - The palace garden (2012, Tender Age)


Il delicato indie pop dei Beat Connection che disegna melodie spensierate, tra venti d'estate e malinconia col sorriso; "The palace garden" perde i colpi solo nelle occasioni in cui il suono prende il sopravvento sulla forma canzone.

7.5/10

Highlights: Palace garden 4 a.m., Saola, Invisible cities, Further out, En route.

12.20.2012

Rihanna - Unapologetic (2012, Def Jam)


Avventurarsi nei crediti degli album di una popstar del 2012 è una sfida. In altri tempi per costruire il mitico "Thriller" ci vollero un produttore e quattro compositori; nelle note di copertina di "Unapologetic" le cose si complicano, perché di produttori ce ne sono quasi venti, mentre per contare gli autori servirebbe un ragioniere. Questo fatalmente implica una mancanza di coerenza globale, forse in parte giustificata dalla cultura del mash-up che caratterizza la nostra epoca. C’è anche da dire che l’attitudine del “fritto misto” ha fatto si che il mondo del pop sia giunto a una sorta di saturazione dove non esistono più estremi, e che quindi la disordinata orgia di generi tirati in ballo benefici di una naturale propensione all’amalgama, soprattutto a livello sonoro. Ma come sorprendersi di fronte all’immancabile pezzo con la cassa affidato al team di David “prezzemolo” Guetta, che con "Right now" si accomoda sugli standard dance degli ultimi tempi con disarmante arrendevolezza? Come non dimenticarsi in fretta del soul moderno delle stantie "Pour it up" e "Loveeeeeee song" o dell’anemica escursione in levare di "No love allowed"? Anche il tentativo simil-dubstep di "Lost in paradise" è bypassabile senza rimorsi. In altri casi va meglio; il singolo "Diamonds" (scritto con Sia e prodotto dal team dei Norvegesi Stargate) funziona alla perfezione. Valido anche l’apporto del jazzista Carlos McKinney, che oltre a forgiare un ottimo tributo alla house vecchia scuola che melodicamente profuma di Michael Jackson ("Nobody’s business", insieme a Chris Brown), saccheggia con sagacia i Police in una "Love without tragedy" che fa il proprio dovere. Chase & Status (duo Londinese incline a sperimentazioni d&b e dubstep) si adattano ai limiti del caso e sfornano una "Jump" semplice e ben disegnata, mentre "Numb" (che parte da un brano di Kanye West e vede un efficace featuring di Eminem) è il brano più scuro e raffinato del disco. Queste prevedibili luci ed ombre non sono altro che il riflesso di una carenza di personalità ben definita, fatale conseguenza della mancanza di coerenza di cui si è parlato prima. Anche se le intenzioni di Rihanna fossero state ammirabili (voglia di esplorare diversi territori e unirli in un contesto pop), alla fine vince la sensazione che la brava cantante barbadiana abbia voluto muovere un passo ambizioso senza la necessaria convinzione. E il risultato è che "Unapologetic" più che un vero album pare un groviglio di episodi, alcuni riusciti altri meno.

5.5/10

Highlights: Diamonds, Numb, Jump, Nobody's business.

12.17.2012

Fritz Kalkbrenner - Sick travellin' (2012, Suol)


Tra deep e tech, tra pezzi significativi ("Get a life", "No peace of mind", "Can't stand the fire" ) e qualche riempitivo ("Chequer heart day", "Monte Rosa", "By any means"), il secondo album della voce di "Sky & sand" fa il suo dovere nonostante una linearità eccessiva che appiattisce leggermente l'impatto emotivo.

7/10

Highlights: Make me say, Get a life, No peace of mind, Hummin' hills, Can't stand the fire.

12.15.2012

Clark - Iradelphic (2012, Warp)


Ogni disco di Cristopher Stephen Clark - questo è il sesto - riesce a coniugare in modo perfetto note e astrazioni. Le splendide improvvisazioni su "Com touch" e "Tooth moves" sono il tocco di classe del musicista vero, il lamento in loop di "Open" che si risolve troppo tardi è roba da Trent Reznor ispirato, il loop infinito di "Broken kite footage" lascia sospesi, in estasi.

8/10

Highlights: Com touch, Tooth moves, Open, Secret, Black stone, Broken kite footage.

12.14.2012

Regina Spektor - What we saw from the cheap seats (2012, Sire)


Regina Spektor, la sua voce, la sua interpretazione e quel pizzico di follia che sfodera ogni volta che si siede sullo sgabello di un pianoforte e si lascia andare; "What we saw from the cheap seats" è pop alternativo di spessore, per palati fini e per chi ha voglia di farsi trasportare dall'incanto. Tanto brava quanto stravagante e raffinata; in una parola, unica.

9/10

Highlights: Tutto.