12.27.2007

Maximilian Hecker - I'll be a virgin, I'll be a mountain (2007, V2)

Dodici standard lamenti d'amore.

6/10

Highlights: Snow white, Velvet son, The saviour, You came to me when I was born.

Björk - Volta (2007, One Little Indian)

Se c'è una caratteristica che nella musica permette di rischiare è quella dell'inconfondibilità. Björk in 30 anni di carriera (la metà dei quali in assolo) è riuscita ad entrare nelle classifiche pop quasi senza volerlo (il suo "Post" del 1995 rimane a tuttoggi uno degli episodi pop meno convenzionali della storia), ma soprattutto mantenendo una credibilità cristallina e proseguendo la sua carriera ascoltando il suo cuore e il suo cervello, senza preoccuparsi troppo del pubblico. "Volta" è l'ennesimo album impeccabile, dove la produzione di Timbaland ("Earth intruders", "Innocence", "Hope") va a braccetto con le sue stravaganti ballad minimali tipo "Pneumonia", dove il duetto con Anthony Hegarty (che raggiunge i livelli emotivi di "I've seen it all" cantata insieme a Thom Yorke nel 2000) si sposa bene con pezzi ultra-cinematici come "Wanderlust" e "Vertebrae by vertebrae" o con spaccati di folktronica ambientali tipo "I see who you are" o "My juvenile". L'unica stecca è "Declare independence", abbozzo noise ingiustificato del quale si può fare a meno; per il resto, ancora una volta, è magia.

8/10

Highlights:
Tutto.

12.26.2007

Iron And Wine - The shepherd's dog (2007, Sub Pop)

Roba acustica e sussurrata, in perfetto stile Sam Beam.

7.5/10

Highlights:
Lovesong of the buzzard, Carousel, House by the sea, Resurrection fern, Fightless bird american mouth.

12.24.2007

Embrace - This new day (2007, Independiente)

Sebbene non si siano mai dannati l'anima per tentare di proporre qualcosa di nuovo non si può negare che in passato gli Embrace qualche buona melodia da fischiettare l'abbiano scritta. Il relativamente recente interesse di Chris Martin (che oltre ad esserseli portati in tour ha scritto per loro il successo del 2004 "Gravity") porterebbe a confermare la tesi che nonostante i cinque vengano bollati come una delle tante band inglesi "post brit-pop" qualcosa valgano. E invece questo "This new day", purtroppo, è un disastro. Se l'apertura "No use crying" raggiunge dei buoni livelli di epicità, già il secondo brano (il singolo "Nature's law") sembra quasi una presa in giro da quanto è già sentito. Comincia "Target" e uno pensa subito agli U2 anni 80, ma non bestemmiamo per favore. Dopo la bruttina "Sainted" ecco finalmente una buona ballad, "I can't come down"; poi il nulla, ovvero una serie di pezzi stra-orchestrati e che non lasciano il minimo segno. Che peccato.

4.5/10

Highlights:
No use crying, I can't come down.

12.21.2007

Unkle - War stories (2007, Traffic Inc. / Surrender All)

Non si può certo dire che il percorso degli inglesi Unkle non sia stato travagliato; i continui ripensamenti di uno dei due fondatori della band (Tim Goldsworthy, ora Lcd Soundsytem) lo hanno portato ad abbandonare il progetto ancora prima che l'album di debutto vedesse la luce. "Psyence fiction" (1998) è una bella promessa, e i featuring di Richard Ashcroft, Badly Drawn Boy e Thom Yorke lo impreziosiscono ulteriormente. La sostituzione di Goldsworthy con Dj Shadow dura solo lo spazio di un tour, poi anche lui molla e viene rimpiazzato live dagli Scratch Perverts; la stabilità arriva con Richard File, che da questo momento in poi farà coppia fissa con James Lavelle. Anche il secondo "Never, never land" del 2003 conta su una line-up di ospiti da brivido (Jarvis Cocker, Brian Eno, Robert Del Naja, Ian Brown), e pur scontando un piccolo tributo in termini di freschezza e ispirazione rimane un prodotto curato e sopra le righe. In "War stories" l'attitudine new wave di Lavelle e File viene nettamente a galla, mentre non cambia la loro precisione in quanto a perfezione sonora; non è nulla di nuovo, ma si fa ascoltare che è un piacere.

8/10

Highlights: Tutto.

12.20.2007

Norah Jones - Not too late (2007, Blue Note)

Poco importa che lo strumento preponderante sia il piano (come nei suoi album precedenti) o la chitarra (come in questo caso) : il risultato rimane come sempre delicatamente perfetto.

8/10

Highlights:
Tutto.

12.19.2007

Cortney Tidwell - Don't let stars keep up tangled up (2006, Ever Records)

Psichedelica poesia electro-folk.

7.5/10

Highlights:
Eyes are at the billion, Pictures on the sidewalk, Don't let stars keep up tangled up, New commitment, Our time, The tide.

12.18.2007

Ash - Twilight of the innocents (2007, Infectious Records)

Dopo 9 anni di militanza Charlotte Hatherley se n'è andata, lasciando Tim Wheeler, Mark Hamilton e Rick McMurray alle prese con i fantasmi del loro passato. Il loro quinto e (dicono) ultimo disco è intrappolato in autocitazioni e melodie strasentite, intervallate da esitanti balzi verso una supposta maturità ("Polaris") che non riescono ad esorcizzare la monotonia.

5/10

Highlights: I started a fire, Blacklisted, Polaris, End of the world, Shadows.

Nine Inch Nails - Y34RZ3R0R3MIX3D (2007, Interscope)

Che una raccolta di remix risulti migliore del disco originale è da sempre cosa estremamente rara; specialmente in questi tempi segnati dalla "crisi" dell'industria discografica, che in troppi frangenti ha evidenziato confusione spacciando per validi tonnellate di rework spesso un po' troppo fini a se stessi o comunque, in tutta sincerità, evitabili. Ma questo è un argomento che non si può rinfacciare a Trent Reznor, uno di quei personaggi che ha sempre puntato tantissimo sulle rielaborazioni (anche e soprattutto ad opera sua), credendo fino in fondo in una seconda vita dei suoi pezzi. E come era già successo con "Fixed" e con "Further down the spiral" anche questo "Y34RZ3R0R3MIX3D" ha una sua ragione d'essere che va oltre il semplice proporre delle versioni alternative di tracce già esistenti: forse non sta in piedi da solo, ma riesce per certo a dare un punto di vista interessante anche ad alcuni momenti poco felici di "Year Zero", e non è poco.

7.5/10

Highlights:
Guns by computer (Saul Williams), The great destroyer (Modwheelmood), The beginning of the end (Ladytron), Capital g (Epworth Phones Remix), The warning (Stefan Goodchild), Another version of the truth (Kronos Quartet & Enrique Gonzalez Müller), In this twilight (Fennesz), Zero-sum (Stephen Morris & Gillian Gilbert).

12.12.2007

Komputer - Synthetik (2007, Mute)

Back to Kraftwerk.

7/10

Highlights:
International space station, Headphones & ringtones, Like a bird, Rain, Liquid gold.

12.10.2007

Arctic Monkeys - Favourite worst nightmare (2007, Domino)

Che gioia avere la conferma che l'eccitazione per una nuova band era ampiamente giustificata.

8/10

Highlights:
Tutto.

12.09.2007

My Brightest Diamond - Tear it down (2007, Asthmatic Kitty Records)

13 ottime rielaborazioni dei pezzi contenuti in "Bring me the workhorse"; ma gran parte del merito va attribuito alla forza delle canzoni originali.

7.5/10

Highlights:
Workhorse (Lusine), Freak out (Gold Chains Panique Mix), Disappear (Stakka), We were sparkling (Haruki), Disappear (Wheat To Whiskey Mix).

My Brightest Diamond - Bring me the workhorse (2006, Asthmatic Kitty Records)

Indie rock con una vena malinconica Bristol mid-nineties. "Gone away" da i brividi.

8/10

Highlights:
Tutto.

12.06.2007

Roisin Murphy - Overpowered (2007, Emi)

Roisin Murphy è una potenza. Da sempre leader incline all'abbattimento di ogni confine musicale, al punto che catalogare la sua musica già ai tempi dei Moloko risultava arduo. Non si ferma un attimo Roisin. E dopo lo splendido "Ruby blue", scritto a quattro mani con quel geniaccio di Matthew Herbert, ora riesce a stupire anche con il suo secondo lavoro solista. Si parte con la title track, prodotta insieme a Seiji dei Bugz In The Attic (che metterà le mani su diverse tracce): linea di basso 303, appoggi eterei, quattro note che omaggiano Corey Hart ("Sunglasses at night"), ritmica scarna e secca. Perfetto. I bpm si alzano con "You know me better", disco-house pensata insieme a Andy Cato dei Groove Armada e mixata dal signor Eric Kupper; ed ecco che il titolo "Overpowered" comincia ad assumere un significato tangibile. "Check on me" è orchestrata a meraviglia; ma è con la successiva "Let me know" che l'album raggiunge il suo picco. Intro praticamente acappella che ostenta una sicurezza non da tutti, e poi quel beat incalzante spezzato da accordi di piano discoduemila; c'è ancora Cato in fase di produzione, e si sente. In "Movie star" Roisin si trasforma in una Kylie Minogue tamarra, "Primitive" è un ibrido r&b-synth-pop che solo lei può cantare, "Footprints" pesca ancora a piene mani nella disco fine settanta, "Cry baby" è un inno a Moroder. Con la doppietta finale "Tell everybody" e "Scarlet ribbons" si toccano nuovamente livelli di qualità eccellenti: la prima scherza con un arrangiamento volutamente finto-Timbaland, la seconda è una ballad dilatata e tenerissima. Altro che confessioni da dancefloor.

8/10

Highlights:
Tutto.

12.05.2007

Samim - Flow (2007, Get Physical Music)

Underground house music di buona fattura. L'ascoltatore è caldamente invitato a skippare la traccia quattro.

7/10

Highlights:
Springbreak, Blackdeath, Setupone, Zleep.

12.04.2007

Fairmont - Coloured in memory (2007, Border Community)

Secondo long playing per il side-project di Jake Fairley, dopo quel "Paper stars" del 2002 passato quasi inosservato e l'exploit del singolo "Gazebo" nel 2005. Techno morbida e melodica che talvolta rischia di annoiare, ma nella maggioranza dei casi emoziona; ottimi i momenti downbeat.

7/10

Highlights:
Fade and saturate, Mobula, I need medicine, Calm before the storm, Flight of the albatross.

Christian Prommer - Christian Prommer's drum lesson Vol.1 (2007, Sonar Kollektiv)

Una manciata di anthem techno e house in versione jazz. Straraffinato e godibilissimo.

8/10

Highlights:
Rej, Plastic dreams, Trans-europa express, Strings of life, Beau mot plage.

12.03.2007

The Shins - Wincing the night away (2007, Sub Pop)

L'ennesimo miracolo firmato Sub Pop che si concretizza in questo terzo disco praticamente perfetto della band statunitense che debuttò 6 anni fa. Qualità.

8.5/10

Highlights:
Tutto.

Rooney - Calling the world (2007, Geffen)

Ambizioni brit che si fondono con un'attitudine power-pop a stelle e strisce. Viene fuori un qualcosa dal suono curato, ma molto, troppo standard. Un bel velo pietoso sui testi che neanche un adolescente alle prime esperienze con l'altro sesso avrebbe potuto partorire.

5/10

Highlights:
When did your heart go missing?, What for, Believe in me.

11.30.2007

The Concretes - Hey trouble (2007, Lickin fingers)

Un anno dopo "In colour" ritorna quella stessa affascinante malinconia a tinte sixties.

7.5/10

Highlights:
A whale's heart, Firewatch, Oh boy, Souvenirs, Oh no.

11.29.2007

Dirt Crew - Raw (2007, Dirt Crew Recordings)

House come la vuole Jack. Nel cd bonus 9 remix usciti su etichette come Crosstown Rebels, Systematic, Boxer, Gomma, Breastfed, 20:20 Vision, Freerange e Traum Schallplatten; e quando si tratta di remixare i Dirt Crew non sbagliano un colpo.

7.5/10

Highlights:
Cd 1: Big bad city, Deep we are (Dub), Boogie down, Get raw, Manoeuvres. Cd 2: Tutto.

11.26.2007

Foo Fighters - Echoes, silence, patience & grace (2007, Rca)

I Foo Fighters sono una delle realtà più belle della scena rock odierna, e questo disco è l'ennesimo passo di Dave Grohl e soci verso lo splendore.

8/10

Highlights:
The pretender, Let it die, Long road to ruin, Stranger things have happened, Summer's end, Statues, Home.

11.24.2007

Sparklehorse - Dreamt for light years in the belly of a mountain (2006, Capitol)

Mark Linkous è uno dei pochi che riesce a descrivere in modo gentile il lato dolce della depressione.

7.5/10

Highlights: Don't take my sunshine away, Getting it wrong, See the light, One sweet day, Morning hollow, Dreamt for light years in the belly of a mountain.

Hard-Fi - Once upon a time in the west (2007, Atlantic)

"Once upon a time in the west" non fa che confermare quello che si era già capito un paio d'anni fa con "Stars of cctv", una volta messe da parte tutte le lodi gratuite della stampa britannica. Ovvero che gli Hard-Fi sono una normalissima band pop-rock che non inventa niente, ma è maestra nel riproporre melodie, arrangiamenti e soluzioni già esistenti, raccogliendo un'eredità vecchia di 40 anni. Quando lo fa bene il risultato è tutt'altro che sgradevole; quando la formula non è applicata correttamente vengono fuori degli inni da stadio che neanche in serie c. Ascoltare l'hallelujah di Television per credere.

5.5/10

Highlights: I shall overcome, I can't get along (without you), We need love, Little angel, The king.

11.23.2007

Polly Paulusma - Fingers and thumbs (2007, One Little Indian)

Il modo migliore per apprezzare il secondo lavoro di Polly Paulusma è dimenticarsi completamente del fortunato e osannato esordio di tre anni fa ("Scissors in my pocket"), acerbo ma sincero, scarno ma profondo. Le chitarre acustiche lasciano spazio a quelle elettriche, il folk intimista al pop-rock alla Sheryl Crow, la musica nella sua essenza più pura ad un orientamento molto più radio-friendly e prevedibile. Ma non si tratta di un disco brutto, visto che le capacità della cantautrice britannica sono ancora ben in vista, sia nella scrittura che nell'interpretazione. I problemi subentrano con il "na-na-na" di "All the time" o con quel "come on come on" di "Back to the start", piuttosto che con la ricerca ostentata della perfezione sonora attraverso l'affidamento della produzione ad un personaggio come Ken Nelson (l'uomo responsabile del suono dei Coldplay). E così, fatta eccezione per le prime due tracce, tutto diventa così ovvio da non lasciare il segno. Le emozioni vere vanno ricercate nei sei ottavi della sentita "This one I made for you"e nella delicatezza della title-track (con quell'accompagnamento che è un tributo a Jeff Buckley), non a caso i pezzi più vuoti, che lasciano alla voce di Polly lo spazio che merita.

6.5/10

Highlights: Goodgrudge, Where I'm coming from, This one I made for you, Fingers and thumbs.

11.21.2007

Radiohead - In rainbows (2007, W.a.s.t.e.)

Le curatissime batterie elettroniche misto live drums di "15 step" fanno immediatamente e inevitabilmente pensare a "Kid a", ma chi segue i Radiohead è a conoscenza del fatto che non è una band che ama ripetersi; e così ecco la chitarra, ai tempi messa in cantina per privilegiare suoni meno scontati, poi ripescata con l'ultimo "Hail to the thief". La conferma che "In rainbows" sarà un album di canzoni e non di studi sonori la si ha con il rock della successiva "Bodysnatchers" e con la splendida "Nude", uno dei picchi del disco assieme a "Weird fishes / Arpeggi"; "All I need" è un altro brano che ti entra dentro, ondeggiando dolce su una base quasi trip-hop, mentre "Faust arp" è un'intricata ballad chitarre acustiche e archi. "Reckoner" sfrutta il perfetto falsetto di Thom Yorke, "House of cards" è intrappolata in una ragnatela di riverberi, "Jigsaw falling into place" alza il ritmo che viene subito smorzato dai sospiri di "Videotape", ninna-nanna finale. L'ennesimo capolavoro. C'era qualche dubbio?8.5/10

Highlights:
Tutto.

11.20.2007

Chris Cornell - Carry on (2007, Interscope)

Forse nulla di nuovo o eccitante; ma a 43 anni dopo 5 dischi con i Soundgarden, 3 con gli Audioslave e 1 con i Temple Of The Dog si può davvero pretendere innovazione da un'artista del calibro di Chris Cornell al secondo album solista? D'accordo, pezzi come "She'll never be your man" oppure la cover di "Billie Jean" lasciano intravedere un po' di stanchezza; ma l'ascolto di "Arms around your love", "Safe and sound" e "Finally forever" dimostra quanto Chris sia in grado di fare quello che ha sempre fatto, con un pizzico di maturità pop in più. E se la rabbia non è quella di un ragazzo di vent'anni non c'è proprio nulla di male.

7.5/10

Highlights:
No such thing, Arms around your love, Safe and sound, Scar on the sky, Your soul today, Finally forever.

11.18.2007

Underworld - Oblivion with bells (2007, Side One Recordings)

Diciamo la verità: da quando Darren Emerson ha preso la decisione di andarsene gli Underworld hanno perso molto in brillantezza. La conferma è stata quel "A hundred days off" del 2002, seguito da una pausa in bilico fra meditazione e ricerca di un nuovo punto di partenza, concretizzatasi nella creazione di una label dedita a release digitali e stampe a tiratura limitata. E proprio per l'esistenza di questi presupposti "Oblivion with bells" non è semplicemente una bella sorpresa, ma molto di più. La maestosità del primo singolo "Crocodile" è il giusto compromesso fra nostalgia post-sbornia rave e techno 2007, e introduce a modo il pezzo più bello dell'album, "Beautiful burnout", una sinfonia elettronica di rara bellezza ed epicità. La base di "Hold the moth" è qualcosa di molto vicino a Larry Heard e Adonis, ma sopra c'è una poesia rappata e interpretata con stile; dopo tre bombe di questo calibro il momento ambient di "To heal" è più che giustificato e calza che è una meraviglia. Si riprende con il rap poco ispirato di "Ring road", unico vero neo del disco, che lascia presto spazio alle atmosfere da sogno di "Glam bucket" e soprattutto al rock (si: rock.) di "Boy, boy, boy". C'è ancora tempo per godersi la claustrofobica "Faxed invitation" e gli echi di Thom Yorke in "Good morning Cockerel" prima dell'ottimo finale "Best Mamgu ever"; ci voleva.

8/10

Highlights:
Crocodile, Beautiful burnout, Hold the moth, Boy boy boy, Faxed invitation, Good morning Cockerel, Best Mamgu ever.

11.17.2007

Stereophonics - Pull the pin (2007, V2)

Sembra proprio che Kelly Jones stia attraversando un periodo di ispirazione notevole; fresco fresco di "Only the names have been changed" (il suo primo lavoro solista), conduce i suoi Stereophonics al sesto disco della loro carriera scrivendo, come da abitudine, tutti i brani di "Pull the pin". Ma il risultato di questa overdose? Altisonante. Se l'incedere violento di "Pass the buck" convince e l'apertura energica di "My friends" non è male, "Bank holiday monday" e "I could lose ya" sono scialbi rockettini da balera che non sembrano appartenere al bagaglio culturale di un gruppo della loro esperienza. I coretti di "Daisy Lane" sono lontani parenti di quelli sfoggiati nella "Have a nice day" che li ha portati in alto, "Bright red star" è un abbozzo buttato li che si poteva tranquillamente evitare; il singolo "It means nothing"(scelto per anticipare l'album) fa molto "Maybe tomorrow", con un problema: manca d'intensità. Non si può non pretendere di più da loro.

6/10

Highlights:
Pass the buck, It means nothing, My friends, Ladyluck, Drowning.

Sigur Rós - Hvarf - Heim (2007, Emi)

Sei languidi lamenti post-rock degli islandesi in versione acustica (Heim) e cinque inediti (Hvarf) di una bellezza penetrante e traumatica.

8.5/10

Highlights:
Tutto.

11.15.2007

James Blunt - All the lost souls (2007, Atlantic)

Se è innegabile che "All the lost souls" non sia uno di quei dischi che aggiungono qualcosa alla storia della musica (anzi, è tutto un rubacchiare a destra e a sinistra) bisogna anche ammettere che l'interpretazione di James Blunt è da lodare; pop semplice da singalong al primo ascolto.

7/10

Highlights:
1973, One of the brightest stars, Same mistake, Carry you home, I can't hear the music.

11.14.2007

Giuliano Palma & The Bluebeaters - Boogaloo (2007, V2)

La regolare dose di puro sole.

7/10

Highlights:
Mr. Make Believe, Tutta mia la città, Somewhere in my heart, Testarda io (la mia solitudine), Poison ivy, Over my shoulder, I am going to hold on, Lobo hombre en Paris, Pensiero d'amore.

11.10.2007

Chloè - The waiting room (2007, Kill The Dj)

Lp di debutto per Chloè Tevenin, dj del giro Smagghe che vanta una manciata di 12" su etichette tipo Crack & Speed, Gomma e Bpitch. La francesina disegna paesaggi sonori astratti, senza vergognarsi di lasciare di tanto in tanto in un angolo la pista da ballo; e viene da dire meno male, visto che le cose migliori sono proprio quelle meno scontate.


6.5/10

Highlights:
I want you, Be kind to me, It's sunday, Around the clock, Amour, Brashov.

11.04.2007

Tori Amos - The beekeeper (2005, Epic)

Cosa aspettarsi da Tori Amos se non l'usuale perfezione?

8/10

Highlights: Tutto.

Alter Ego - Why not? (2007, Klang Elektronik)

Riecco Roman Flugel e Jorn Elling Wuttke, dopo quel 2004 marchiato a fuoco dalla super hit crossover "Rocker" e dalla follia elettroide di Roman e della sua "Geht's Nocht" su Cocoon; pezzi che ti cambiano la carriera, fino ad allora confinata entro territori underground. Aprono con la carnevalesca "Why not?", saltellante e fuori dagli schemi, pause malate e ripartenze killer, il cervello che ti chiede pietà quando anche la quantizzazione cede alla demenza: in una parola, irresistibile. Proseguono con l'electro più rilassata di "Gary" per poi rituffarsi nell'idiozia house di "Fuckingham Palace"; "Jolly joker" non fa rima a caso con "Rocker" ma la rievoca in più tratti (tolto l'effetto sorpresa, naturalmente). E' inevitabile che il pattern verso la traccia 5 cominci a farsi scontato, ma questo è un disco rivolto ai dancefloor, non ad un ascolto casalingo; e allora ben vengano l'ostinato rullante in battere di "Queen Anne's revenge", le maledette e abusate note di basso terzinate di "Chicken shag", i rumori in sequenza di "Blank", le oscillazioni da nausea di "Exile on bleep street" e le sirene a dir poco tamarre di "Pleasure island".

7.5/10

Highlights: Why not?, Fuckingham Palace, Jolly joker, Queen Anne's revenge, Exile on bleep street, Pleasure island.

10.29.2007

Audioslave - Revelations (2006, Epic)

Inspido; il feeling di "già sentito" viene solo in parte compensato dalla bravura di Chris Cornell, Tom Morello e soci.

5.5/10

Highlights: Revelations, Sound of a gun, Until we fall, Shape of things to come, Wide awake.

10.27.2007

Nitin Sawhney - Philtre (2005, V2)

Con il suo settimo album Nitin rinverdisce i fasti del trip-hop facendosi aiutare dalle voci di Jacob Golden ("Everything") e Tina Grace ("Spark"), offre uno dei suoi tipici spaccati di folk asiatico sporcandolo di blues insieme a Fink ("Dead man"), accenna un drum'n'bass jazzato sfruttando la classe di Vikter Duplaix ("Journey") e inietta una misurata dose di funk nel rhythm & blues di "Flipside". Tutto perfetto, ma a tratti prevedibile.

7.5/10

Highlights: Everything, Spark, Dead man, Journey, Koyal (songbird), Throw, Flipside.

10.26.2007

The Presets - Beams (2005, Modular)

Dopo il botto di "Are you the one" che aveva catturato l'attenzione di mister Hell e della sua Gigolò è tempo di album per i Presets. Ma forse considerando il numero di riempitivi sarebbe stato meglio puntare su un e.p..

6/10

Highlights: Steamworks, Are you the one?, The girl and the sea, Bad up your betterness, Beams.

10.25.2007

Jam & Spoon - Remixes & Club Classics (2006, V2)

E' una bella storia quella dei tedeschi Jam El Mar e Mark Spoon. Attivi dal 1991, sono uno dei primi esempi di "band" elettronica: i due si completano a vicenda secondo l'oramai ben nota formula "musicista classico + dj". Un anno dopo la formazione entrano subito nel mito con l'inossidabile "Stella", strasuonata e straremixata ovunque. Da noi arrivano invece nel 1993: "Right in the night (fall in love with music)" cita l'arpeggio di "Spanish caravan" dei Doors, adagiandolo candidamente sopra una base trance morbida e accompagnandolo con la delicata voce di Plavka; roba da amore a primo ascolto. Manca la chitarra nel superlativo follow-up "Find me (Odyssey to Anyoona)", ma l'atmosfera è sempre quella: un ballo di lacrime. Si ripetono poi con "Angel (ladadi o-heyo)", anche se è una ripetizione gradita visto che nessun'altro riesce ad imitarne lo stile; il successivo "Kaleidoskope skies" rallenta il ritmo e passa per radio, mentre l'ultima hit di un certo calibro è "Be angeled", che arriva però dopo il successo ottenuto in ambiti più duri con il progetto "Storm". Questa raccolta celebra la scomparsa di Mark Spoon (11-01-2006) con un cd di remix e uno che riunisce dei classici 12" in versione extended, con la scelta precisa di focalizzare sull'underground piuttosto che sul pop (di Plavka neanche l'ombra, insomma). Il Loveparade Mix 2006 di "Be angeled" è il saluto più bello e sentito per Mark. Rest in peace.

8/10

Highlights: Cd1: Age Of Love - The age of love (Watch Out For Stella Mix), Moby - Go (Jam & Spoon's Delirium Mix), Giorgio moroder Vs Jam & Spoon - The chase, Jam & Spoon Hands On Yello - You gotta say yes to another excess. Cd 2: Tutto.

10.23.2007

William Orbit - Hello waveforms (2006, Sanctuary)

Il primo album solista di William Mark Wainwright sei anni dopo l'ambizioso (forse troppo) "Pieces in a modern style" conferma l'abilità in fase di produzione e arrangiamento del musicista inglese, lasciando però qualche dubbio sulla sostanza di alcuni pezzi: e se avesse osato di più con le voci, come per esempio nelle coinvolgenti "Spiral" e "They live in the sky" o nella criptica "Bubble universe"?

7.5/10

Highlights: Sea green, Surfin, Spiral, Bubble universe, They live in the sky.

10.21.2007

Erasure - Union Street (2006, Mute)

Una dedica speciale a chi ancora non si è convinto del fatto che dietro a quei synth pacchiani e a quelle batterie elettroniche che hanno reso famosi Andy Bell e Vincent Clarke c'è una capacità di scrivere canzoni pop molto rara.

8/10

Highlights: Tutto.

The Cinematic Orchestra - Ma fleur (2007, Ninja Tune)

Delicato e suggestivo.

7.5/10

Highlights: To build a home, Familiar ground, Breathe, That home, Time & space.

10.16.2007

The Concretes - In colour (2006, Astralwerk)

Scanzonata malinconia folk-pop. Come quando piove in una giornata di sole.

8/10

Highlights: Sunbeams, Change in the weather, Chosen one, Your call, Tomorrow, Grey days, A way of life, Ooh la la.

10.14.2007

Jarvis Cocker - Jarvis (2006, Rough Trade)

I Pulp erano (sono?) Jarvis Cocker. E lui, Jarvis, è un tipo particolare, così come è particolare il suo primo lavoro da solista. Il suo ostentato egocentrismo fa a pugni con quel qualcosa di incompiuto che ha sempre accompagnato le sorti della sua band ai tempi del britpop, quando Oasis e Blur (commercialmente parlando) avanzavano solo le briciole. Ma l'altra faccia della medaglia, quella buona, ha fatto si che i Pulp godessero di uno status che di questi tempi rende: un alone da gruppo "alternativo", la scelta di chi non ne voleva sapere degli insulti-hype dei fratelli Gallagher o di Damon Albarn e di conseguenza ripiegava su di loro. Questo disco non è nulla di eccezionale, ma le capacità di scrittura e di interpretazione di Jarvis non si discutono; poche chance per una via di mezzo, prendere o lasciare. Personalmente prendo.

8/10

Highlights: Don't let him waste your time, I will kill again, Baby's coming back to me, Disney time, Tonite, Big Julie, Quantum theory.

10.10.2007

Trentemoller - The Trentemoller Chronicles (2007, Audiomatique)

A un anno da "The last resort" ecco un altro doppio firmato Trentemoller. La prima parte è rarefazione pura, con quei rumori riverberati ed echi infiniti a contornare un labirinto di sfuggenti melodie blu notte; il singolo "Moan" fa da spartiacque atmosferico dando il la alle danze, sofisticati techno incanti che a tratti sanno anche sfoderare gli artigli ("Killer cat", "Gush", "Rykketid"). Il cd 2 è un compendio dei suoi remix meglio riusciti (leggi Royksopp, The Knife, Sharon Phillips, Mathias Schaffahuser...) in versione extended e unmixed: lussuria.

8/10

Highlights: Tutto.

10.08.2007

Kelly Jones - Only the names have been changed (2007, V2)

A qualcuno basta poco per registrare un disco da custodire nel cuore: un giorno e mezzo in studio, una chitarra fra le mani e un terzetto d'archi ad accompagnare saltuariamente delle melodie perfette intonate dalla sua voce (mai così intensa) che narra dieci storie drammatiche e toccanti.

8.5/10

Highlights: Tutto.

M.i.a. - Kala (2007, Xl / Interscope)

Pronunciata attitudine hip-hop, influenze world music, valanghe di percussioni e propensione al rischio nella produzione: "Kala" è stile.

7.5/10

Highlights: Bamboo banger, Boyz, Jimmy, 20 dollar, Xr2, Come around.