Annunciato come la seconda parte di "Kid a" questo disco rappresenta più che altro l'ideale evoluzione del suo predecessore, con il quale condivide l'approccio sperimentale e la quasi totale mancanza di chitarre nell'arrangiamento; la vera differenza fra "Amnesiac" e "Kid a" la fanno pezzi come "Pyramid song" (estatico lamento funereo), "You and whose army?" (sporco e triste folk contaminato) e "Knives out" (dalle sonorità più familiarmente rock). L'evoluzione si coglie anche in un pezzo come "Pulk/pull revolving doors", che pur basandosi esattamente sugli stessi principi che avevano contraddistinto gran parte delle tracce contenute nell'album dell'anno prima suona più particolareggiato e raffinato, in una parola più "giusto"; altro esempio lampante è la reprise di "Morning bell", decisamente più accattivante nella sua nuova veste amnesiaca. Le orchestrazioni arabeggianti accennate in "Pyramid song" si fanno più consistenti in "Dollars and cents", e dopo il poco più che intermezzo "Hunting bears" si fa largo il reverse rotolante e nervoso di "Like spinning glasses", un altro piccolo capolavoro intelligente; "Life in a glasshouse" conclude l'opera con un ritmo jazzy sgangherato che fa a pugni con il delirio improvvisato di fiati e la voce trasognante di Thom Yorke.
8.5/10
Highlights: Tutto.
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