7.06.2006

Blur - Parklife (1994, Food)

Anticipato dal ciclone "Girls & boys", pezzo entrato di diritto nella storia del brit-pop, e a distanza di un solo anno dal precendente "Modern life is rubbish" arriva il disco della consacrazione dei Blur. Il singolo per eccellenza (spinto anche da un remix dei Pet Shop Boys) cattura l'attenzione non solo per la melodia ultra-orecchiabile, ma anche per l'azzeccato testo dagli espliciti ammiccamenti di stampo sessuale e, particolare da non sottovalutare, finirà per diventare un inno anche nelle comunità gay; i Blur non sono più solo una rock band, i Blur si ballano nei club. Se dopo avere aperto le danze (in tutti i sensi) con un brano di tale potenza si prosegue con l'intrigante cowboy-pop di "Tracey jacks" e con la perfetta "End of a century" si capisce perchè questo diventerà un disco memorabile; la title track "Parklife" e "Bank holiday" insieme ai due poco più che intermezzi "The debt collector" e "Far out" fanno riprendere fiato, interrotte però da un altro pezzo che si ricorda, "Badhead". Fine del lato A. Ed ecco la magia: la fiabesca "To the end", ballad disillusa e nostalgica, è una delle composizioni meglio riuscite in tutta la loro storia. Sfilano poi le più scontate ma comunque degne di menzione "London loves" e "Magic America", mentre l'acuto finale è rappresentato dalla toccante "This is a low", ideale prosecuzione della depressione di un giorno di pioggia di "Sing" del primo album.

8.5/10

Highlights: Girls & boys, Tracy jacks, End of a century, Badhead, To the end, London loves, Magic America, This is a low.

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