7.31.2006

Muse - Absolution (2003, PIAS)

"Declare this an emergency / come on and spread a sense of urgency / and pull us through / and this is the end / this is the end of the world"; il terzo disco dei Muse si apre con un tono apocalittico, quasi a volere avvisare che il miracolo si sta per compiere. A conti fatti tale megalomane affermazione ha un senso; Absolution è un album di rara bellezza, che riesce nella difficile impresa di coniugare un certo stile compositivo al gusto dell'ascoltatore medio. Non c'è un pezzo fuori posto; neanche il tempo di assaporare l'oramai consueta overture drammatica ed ecco Time Is Running Out, violento fulmine pop-rock d'autore. Il ritmo si abbassa con un brano intenso come Sing For Absolution, e sono brividi. Ma di rifiatare non se ne parla, visto che è il momento del muro di chitarre distorte eretto da Stockholm Syndrome, con un inciso tanto potente quanto malinconico: "This is the last time I abandon you / and this is the last time I forget you / I wish I could". Prima dell'interludio psichedelico, Falling Away With You offre un'ottima occasione per chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare, mentre subito dopo ci accoglie il basso distorto che apre l'ennesimo wall of sound: Hysteria è la prosecuzione della sindrome di Stoccolma, e ancora una volta si tratta di una vera e propria estasi sonora. C'è da stropicciarsi gli occhi e chiedersi se sia tutto vero quando ci si immerge nell'ascolto del capolavoro dell'album: Blackout è musica classica del 2000, ed è semplicemente imbarazzante il pathos che crea la progressione vocale sostenuta da quegli archi tremolanti: "Don't kid yourself / and don't fool yourself / this life could be the last / and we're too young to see". Butterflies & Hurricanes si assesta sullo stesso mood, osando se possibile ancora di più nella sua verve cinematica; e cosa dire, se non meraviglia, di quella pausa di pianoforte? Anche se pare impossibile, la vena non si esaurisce, perché l'arrabbiata The Small Print, la sognante Endlessly l'incalzante Thoughts Of A Dying Atheist e la funerea Ruled By Secrecy tengono alta la tensione fino all'ultimo secondo. Mille parole non basterebbero, un ascolto invece è più che sufficiente per rendersi conto di quanto sia essenziale questo disco.

9/10

Highlights: Tutto.

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