7.07.2006

Blur - 13 (1999, Food)

Tredici come il numero di pezzi inclusi in questo sesto disco dei Blur (solo una volta, con "The Great Escape", avevano tradito il credo nel numero pari di canzoni che consentiva loro di dividere virtualmente gli album in due parti uguali), ma anche inteso come "lucky 13" di buon auspicio. Spunta la figura di William Orbit (fresco di una produzione importante e di successo come "Ray of light" di Madonna e già remixer di tre brani del precedente "Blur"), al quale i quattro si affidano forse nel tentativo di modernizzare il loro suono. Sembra quasi un paradosso quindi che i singoli "Coffe & tv" e "Tender" suonino così classici, ma evidentemente avere William nei dintorni fa bene alla band, perchè sono due pezzi semplicemente perfetti; il primo intriso di quel malessere english senza speranza e trainato da un video geniale, il secondo sapientemente gospel, da brividi lungo la schiena. Tali brani rappresentano peraltro le uniche eccezioni dove la mano del producer rimane più nascosta, perchè tutto il resto è contaminato dal gusto elettronico di Orbit che plasma le composizioni di Damon Albarn senza però stravolgerle; gli esempi più riusciti sono "1992", "Battle", "Trailerpark" e "Caramel". Menzione a parte merita un pezzo profondo come "No distance left to run", riflesso del dolore del frontman per la sua relazione andata in frantumi.

8/10

Highlights: Tender, Coffe & tv, 1992, Battle, Trailerpark, Caramel, No distance left to run.

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