Ci sono due cose fondamentali da tenere a mente avvicinandosi a "Think tank". La prima è che si tratta del primo album scritto senza l'apporto di Graham Coxon, allontanatosi dalla band e ora solista; la seconda è che questo disco esce dopo la nascita del side-project di Damon Albarn, ovvero i Gorillaz. Tali nette divisioni nel loro percorso storico sono sancite dal "Best of" del 2000 e dallo smistamento delle uscite targate Blur da Food a Parlphone (comunque una label imparentata con la Emi). Musicalmente parlando questo ottavo capitolo prosegue il discorso iniziato con "13", ovvero continuando a sperimentare con l'apporto in produzione di Ben Hillier (Suede e Elbow), William Orbit (in "Sweet song") e Norman Cook che ci mette del suo in un paio di non propriamente eccelsi pezzi (il singolo "Crazy beat" e "Gene by gene"). Il meglio viene fuori con le atmosfere semi-acustiche o comunque lente della splendida "Out of time", dell'altrettanto valida "Good song", della più cupa "On the way to the club", della già citata zuccherosa "Sweet song" e della conclusiva "Battery in your leg"; dimenticati episodi come il punk di "We've got a file on you"e le sperimentazioni della hidden track all'inizio del cd si classifica come un album in linea con le potenzialità dei Blur che verrà però ricordato per le ballad piuttosto che per i pezzi più energici.
7.5/10
Highlights: Out of time, Crazy beat, Good song, On the way to the club, Sweet song, Battery in your leg.
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