Il quartetto belga salta sul treno "trip-hop" con un disco non proprio memorabile; si fondono campionature oscure, riff di chitarra post-rock e orchestrazioni del futuro in un impasto gradevole, ma troppo spesso manca la canzone e tale mancanza non viene supplita da espedienti tecnici all'altezza, facendo si che buona parte dei pezzi rimangano in superficie. Inoltre la bella voce di Geike Arnaert viene ostentatamente effettata, ma si ha l'impressione che forse al naturale renderebbe di più. E dire che l'ottima opener "Inhaler" lasciava presagire tutt'altro;"2 wicky" (senza dubbio l'episodio migliore dell'album) diventa l'inevitabile proseguimento dell'epocale "Glory box" firmata Portishead, "Barabas" culla e ipnotizza con i suoi giochi di delay e l'album si chiude benissimo proprio com'era iniziato, con la soffice "Innervoice". Il problema rimane tutto quel fumo in mezzo.
6.5/10
Highlights: Inhaler, 2 wicky, Barabas, Innervoice.
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