Smashing Pumpkins - Monuments to an elegy (2014, Bmg / Martha's Music)
Per tante ragioni si può legittimamente affermare che gli Smashing Pumpkins abbiano vissuto due carriere ben distinte. I primi Pumpkin hanno segnato un decennio, punto. I secondi sono partiti con poca convinzione: il disco del ritorno ("Zeitgeist") portava le cicatrici di un periodo confuso (leggi: il progetto Zwan e il disco solista di Corgan). Ma - sorprendentemente - "Oceania" del 2012 segnava una ricomparsa dell'ispirazione. "Oceania" è stato (con le dovute proporzioni, perché raramente si riesce a riscrivere la storia in due epoche diverse) il "Siamese dream" della seconda vita della band di Chicago (anche se della formazione originale rimaneva soltanto il leader). E' quindi "Monuments to an elegy" il nuovo "Mellon Collie"? In termini di lunghezza sono due lavori diametralmente opposti: a fronte del doppio cd del '95 ci sono i 35 minuti di "Monuments" (però il contratto con la Bmg prevede un nuovo disco entro il 2015). Ma il fatto che le nove tracce del nuovo lavoro si risolvano in fretta non è indice di mancanza d'ispirazione, anzi: un Billy così brillante non si sentiva da molto tempo. Ecco, il tempo: quello che è cambiato davvero sono le condizioni in cui gli Smashing Pumpkins (leggi: Billy Corgan) fanno musica, non la loro musica. Certo, l'età non è un'opinione. Le turbe di gioventù si assopiscono. Lo stile evolve. Ma - tra cambi di formazione, scalate e declini, sprazzi di genio e momenti di difficoltà - quello che conta davvero è che gli Smashing Pumpkins siano vivi e vegeti.
8.5/10
Highlights: Tutto.
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