10.06.2009

Alice In Chains - Black gives way to blue (2009, Virgin)

Sono passati sette anni da quando Layne Staley se n’è andato, e viene difficile contestare il fatto che la sua voce rimarrà insostituibile. Non si tratta solo del timbro particolare e di quell’alchimia unica che formava intrecciandosi con il canto di Jerry Cantrell; c’è un discorso molto più profondo, che attiene ad un uomo che è diventato uno dei punti fermi della generazione Grunge. Chi vorrebbe trovarsi nei panni di William DuValle, la persona che ora deve sostituire Layne? Quanto impossibile può essere questa nuova sfida che gli Alice In Chains si sono sentiti di affrontare? E quanto può essere triste ascoltare il nuovo disco di una band spezzata da un’overdose che fin dai primi vagiti ha fatto della tristezza la sua bandiera? Molto. La malinconia diventa quasi insopportabile quando i quattro rallentano come sanno fare loro ("Acid bubble", "Your decision"), o quando ti accorgi che le prime parole dell’album sono: “Hope / a new beginning / Time / Time to start living / Like just before we died”. O ancora, quando decidono di ripulirsi dalle distorsioni ("When the sun rose again e la struggente title-track che chiude il disco) riportandoci indietro fino al loro perfetto unplugged registrato per Mtv nel 1996. Onestamente, di più non si poteva fare.

7.5/10

Highlights:
All secrets known, Check my brain, Your decision, A looking in view, Acid bubble, Black gives way to blue.

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