La pubblicazione di Shiny and oh so bright è talmente sconnessa rispetto alla storia (della band, ma forse della musica intera) che il sottotitolo “Nessun passato. Nessun futuro. Nessun sole” non stona affatto con la circostanza. Niente di nuovo sotto quel sole che a detta di Billy non esiste: siamo abituati alla sua visione apocalittica, e anche ai suoi arcaismi linguistici da mezzo poeta ottocentesco. A destare stupore, semmai, è l'esiguo numero di tracce che compongono il disco. Nonostante si tratti di un primo volume, fa strano constatare che la proverbiale loquacità del leader della band di Chicago si sia fermata a 8 brani per un totale di mezz'ora di musica, soprattutto considerando che intorno a Febbraio 2018 aveva dichiarato di essere al lavoro su 26 pezzi. Ma al di là dei numeri, a fare sognare i fan della vecchia guardia è stata un'altra voce. Quella inerente allo stile del nuovo disco, che secondo Corgan avrebbe rinverdito i fasti di Gish e Siamese Dream, tornando a puntare convinti sulle chitarre. Un'asserzione puntualmente sconfessata da Knights of Malta, che apre le danze con pianoforte, archi e cori quasi gospel. Intendiamoci, è un pezzo magnifico, che oltretutto alle mie orecchie suona freschissimo. Ma se proprio dobbiamo finire sulla giostra dei paragoni, è sicuramente meno accostabile alla rabbia degli esordi e più vicino alla maturità di Mellon Collie and the Infinite Sadness e Adore.
La conferma che il riferimento principale siano il terzo e il quarto lavoro delle zucche la trovo nella successiva Silvery sometimes (Ghosts), singolo dall'andamento palesemente “1979” responsabile del mio redivivo entusiasmo nei confronti di una band che credevo destinata a spegnersi lentamente senza più sussulti. Non che non abbia apprezzato il primo estratto Solara, anzi. Mi ha fatto pensare a un ibrido tra Bullet with butterfly wings e Fuck you (An ode to no one), con le dovute proporzioni e considerando che sono state scritte e arrangiate da un Billy neanche trentenne, mentre ora è un uomo di 50 anni. Spezzando con decise distorsioni una tracklist finora delicata, Solara non è l'unica sfuriata del disco: le fanno compagnia l'eccellente Marchin' on e la conclusiva Seek and you shall destroy, che sfortunatamente morde più nel titolo che nei fatti. Ma gli Smashing Pumpkins non hanno mai fatto affidamento unicamente su chitarre fragorose. A incantare ci pensano le sognanti Travels e Alienation (che sono anche i pezzi più lunghi dell'album) e la dolce With sympathy, che conta su un'interpretazione sentita di Billy Corgan.
Confesso che al termine dell'ascolto non ne ho abbastanza. Ingolosito da un lavoro nel quale avevo riposto molte speranze e conscio del fatto che si tratti di un album ispirato e prodotto ad arte (d'altronde la regia è di Rick Rubin), vorrei potere girare il disco e godermi il lato B. Ma siccome non si può avere tutto dalla vita, mi accontento di riascoltare l'album dall'inizio, riflettendo sulle prime parole di Billy. “Lo faremo succedere / Volerò per sempre / Piloteremo l'arcobaleno”. Sta succedendo davvero. Non posso sapere se il primo volume di Shiny and oh so bright rappresenti un inatteso guizzo d'orgoglio oppure un nuovo inizio. Ma il solo fatto che non sfiguri per niente al fianco di tasselli fondamentali della discografia degli Smashing Pumpkins è una notizia che mi riempie il cuore di gioia.
8/10
Highlights: Tutto.
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