Roisin Murphy è una potenza. Da sempre leader incline all'abbattimento di ogni confine musicale, al punto che catalogare la sua musica già ai tempi dei Moloko risultava arduo. Non si ferma un attimo Roisin. E dopo lo splendido "Ruby blue", scritto a quattro mani con quel geniaccio di Matthew Herbert, ora riesce a stupire anche con il suo secondo lavoro solista. Si parte con la title track, prodotta insieme a Seiji dei Bugz In The Attic (che metterà le mani su diverse tracce): linea di basso 303, appoggi eterei, quattro note che omaggiano Corey Hart ("Sunglasses at night"), ritmica scarna e secca. Perfetto. I bpm si alzano con "You know me better", disco-house pensata insieme a Andy Cato dei Groove Armada e mixata dal signor Eric Kupper; ed ecco che il titolo "Overpowered" comincia ad assumere un significato tangibile. "Check on me" è orchestrata a meraviglia; ma è con la successiva "Let me know" che l'album raggiunge il suo picco. Intro praticamente acappella che ostenta una sicurezza non da tutti, e poi quel beat incalzante spezzato da accordi di piano discoduemila; c'è ancora Cato in fase di produzione, e si sente. In "Movie star" Roisin si trasforma in una Kylie Minogue tamarra, "Primitive" è un ibrido r&b-synth-pop che solo lei può cantare, "Footprints" pesca ancora a piene mani nella disco fine settanta, "Cry baby" è un inno a Moroder. Con la doppietta finale "Tell everybody" e "Scarlet ribbons" si toccano nuovamente livelli di qualità eccellenti: la prima scherza con un arrangiamento volutamente finto-Timbaland, la seconda è una ballad dilatata e tenerissima. Altro che confessioni da dancefloor.
8/10
Highlights: Tutto.
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