A quattro anni dall'ottimo "Release" e un anno dopo la colonna sonora della Corazzata Potiemkin il nono album di Neil Tennant e Chris Lowe segna un ritorno (abbastanza scontato, verrebbe da dire, visti i tempi) a quel synth-pop che li ha resi celebri; detto questo ascoltare "Fundamental" non significa semplicemente tornare indietro nel tempo, perchè come sempre la produzione, affidata a Trevor Horne, è al passo con i tempi e molto curata. Le prime note dell'introduttiva "Psychological" (electro-pop a dire il vero piuttosto piatta) fanno venire in mente i Depeche Mode, poi con "The Sodom and Gomorrah show" si passa a toni più epici e agli ultimamente dimenticati ammiccamenti sessuali (altro punto fermo del duo); "I made my excuses and left" è la prima ballata del disco, che suona incompleta ma regge soprattutto per lo splendido arrangiamento di archi. Il ritornello vocoderizzato di "Minimal" non è nulla di stupefacente; molto meglio invece "Numb" e "Luna park", lenti maturi e drammaticamente pop che preparano a quello che è stato il primo singolo, l'accettabile "I'm with stupid". Da "Casanova in hell" (probabilmente la ballad meglio riuscita, con un sapiente lavoro di 'ruba di qua, ruba di la e poi metti insieme') la qualità dei brani s'impenna: "Twentieth century", "Indefinite leave to remain" e soprattutto "Integral" (un vero e proprio manifesto del Pet Shop Boys style) sono realmente fondamentali. Esiste anche una limited edition con un paio di inediti e sei remix ad opera di gente tipo Trentemoller, Alter Ego e Michael Mayer.
7.5/10
Highlights: Numb, Luna park, Casanova in hell, Twentieth century, Indefinite leave to remain, Integral.
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