"It's nearly tomorrow" può essere considerato il ritorno di Craig Armstrong al concetto di vero e proprio album solista; con questo disco riprende il discorso lasciato in sospeso sulla Melankolic degli amici Massive Attack con "The space between us" e "As if to nothing". A fine anni '90 il suo nome veniva in parte legato alla moda del "chill-out"; e anche se ora le varie compilation tipo Buddha Bar e affini non esistono più, Armstrong dimostra tutto il suo disinteresse nei confronti dei trend con un album che è semplicemente bellissimo. E che sottolinea ancora una volta l'intuito pop di uno dei più dotati musicisti classici contemporanei.
8/10
Highlights: Dust, Strange kind of love, Désolé, Crash, Powder, Lontano, All around love, Tender, It's not alright, The sun goes down in L.A..
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