6.26.2010

Groove Armada - Black light (2009, Cooking Vinyl)

I Groove Armada e il pop hanno sempre avuto una relazione tutt'altro che complicata. Sin da quando manipolavano i campioni di Chi-Lites e Patti Page trasformandoli rispettivamente in "If everybody looked the same" e "At the river" si capiva che le loro intuizioni, per quanto espresse con un'attitudine "underground", avevano un legame stretto con i gusti del popolo. La differenza è che oggi Tom Findlay ed Andy Cato ci mettono la faccia per intero (= scrivono i pezzi loro, dall'inizio e senza ricorrere a sample "di partenza"); è evidente che il processo è totalmente differente (dj-oriented il primo, da musicista vero il secondo). In più "Black light" fa ampio sfoggio di un suono chitarristico e pieno - per definizione "pericoloso" (non è un caso se l'approccio "less is more" è sempre stato uno dei più seguiti dai producer di musica elettronica). Naturale quindi che ci sia un po' di disorientamento iniziale e che alcuni brani non riescano ad andare al di là di una buona idea pasticciata ("Cards to your heart", "Warsaw" e "Time and space" sono esempi lampanti di tutto ciò). Ci sono però dei brani da promuovere nonostante siano stati spinti ai limiti da un mixaggio violento e confuso ("I won't kneel" e "Paper romance"), c'è quella perla post-soul di "Fall silent" e c'è lo stile rassicurante di Bryan Ferry in "Shameless". Un po' poco per potere parlare di un disco all'altezza della fama dei Groove Armada, ma sarebbe sbagliato non accorgersi del fatto che "Black light" rappresenti una fase di transizione a tutti gli effetti.

6.5/10

Highlights: Fall silent, I won't kneel, Paper romance, Shameless

1 commento:

Romo ha detto...

Gira nel mio stereo ormai da diversi mesi. Migliora ad ogni ascolto.

Inizialmente la pensavo come te, poi a lungo andare... ho visto che funziona!

Secondo me uno dei migliori dischi del 2010.

p.s. Confermo per il suono molto "pieno" da "musico" e il mixing a volte un pochino confuso!