Play: suona un riff di chitarra pannato tutto a destra. Con la battuta successiva entrano basso e batteria; pochi secondi ed ecco la voce di Brian Johnson, la stessa persona che nel 1980 cantava "Back in black". Alle chitarre ci sono sempre i fratelli Angus e Malcom Young, fondatori della band intorno al 1973; per chi non avesse voglia di fare i conti si parla di 36 anni fa. Hanno ragione le malelingue quando constatano che spesso gli AC/DC nella loro lunga carriera hanno scritto pezzi o album troppo simili fra di loro; e questo "Black ice" esce a nove anni di distanza dall'ultimo "Stiff upper lip", dimenticato davvero in fretta. Ma quante sono le band con tutti questi anni alle spalle che conservano ancora l'energia dei primi tempi? Quante sono quelle che rimangono fedeli alle loro radici rock'n'roll, vivendolo ed interpretandolo come se l'avessero scoperto ieri? Ma soprattutto, volete farmi credere che nella montagna di musica che ci viene proposta oggigiorno (capolavori e spazzatura, novità meritevoli o mezze verità superpompate) non ci sia spazio per i gloriosi AC/DC? E' giusto guardare sempre avanti, ma senza commettere l'errore di dimenticare il passato. E qui stiamo considerando una band che in passato ha cambiato le regole. Sono ancora vivi e vegeti, quindi la questione non si pone: il ruolo di rispolverare un po' di sano rock'n' roll spetta a loro. Giù il cappello.
8/10
Highlights: Rock n roll train, Anyhting goes, War machine, Spoilin' for a fight, Wheels, Stormy may day, She likes rock n roll, Rock n roll dream.
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