2.04.2009

Glasvegas - Glasvegas (2008, Columbia)

Basta il primo pezzo per disattivare l'allarme-pacco che entra in funzione automaticamente ogni volta che il nome di una nuova band proveniente dalla Gran Bretagna si fa strada con facilità nel mondo della carta stampata e sulla rete. Echi a salire, distorsioni decise ma non arroganti a creare un’epicità drammatica il giusto e la densa voce di James Allan sporcata da un inamovibile accento scozzese che intona una melodia molto Smiths. Quando a fine brano arriva anche la citazione di Jimmie Davis ("You are my sunshine") l’impressione di avere a che fare con gente che qualcosa ne sa diventa reale, palpabile. Perché sarebbe un errore valutare gli scozzesi Glasvegas unicamente in base ai singoli "Geraldine" e "Daddy’s gone"; ci si perderebbe l’irresistibile riff di "It’s my own cheating heart that makes me cry" (dove viene a galla in modo palese il tocco di Rich Costley in produzione), lo schizzo art-rock Warholiano di "Stabbed" (una poesia recitata sul "Chiaro di luna" di Beethoven), la progressione armonica di "S.a.d. light" e l’etera sospensione di "Ice cream van" a chiudere. Buona la prima.

8.5/10

Highlights:
Tutto.

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