5.29.2006

Primal Scream - Vanishing point (1997, Creation)

Bissare l'uno-due composto da "Screamadelica" e "Give out but don't give up" non poteva essere un'impresa facile; ciò nonostante "Vanishing point" è un album di una bellezza scioccante. Si fa più forte la componente free-jazz (nel funk sporco di "If they move, kill 'em"o nella strumentale "Get duffy") che non stanca perchè intervallata da melodie semplici quanto contagiose ("Star" su tutte, ma anche "Burning wheel" e "Out of the void"), nonchè dalle consuete improvvisazioni psichedeliche ("Kowalski") e space-dub ("Stuka" e "Trainspotting"); nel finale "Medication" e l'esplicita "Motorhead" aprono ad un po' di sano rock'n'roll (senza impressionare ma nemmeno sfigurando), mentre l'ambient ballad "Long life" accompagna dolcemente l'ascoltatore verso l'uscita.

8.5/10

Highlights: Burning wheel, Star, If they move kill 'em, Out of the void, Trainspotting, Long life.

Jimi Tenor - Organism (1999, Warp)

Future jazz con una predilezione ad arrangiamenti simil-orchestrali e una forte vena pop; a volte scivola in meandri dark, ma più che l'electro di "Serious love" colpiscono il mood lounge di "My mind", le atmosfere sexy di "Love and work" e "Sleep" e le evocazioni da film anni 80 della strumentale "Xinotepe heat". "Year of apocalypse" è una imperdibile chicca house gospel, mentre la conclusiva "City sleeps" è una splendida ballad ambientale che chiude ottimamente un disco raffinato e molto gradevole.

8/10

Highlights: Total devastation, My mind, Sleep, Xinotepe heat, Year of apocalypse, City sleeps.

5.27.2006

Sonic Youth - Daydream nation (1988, Geffen Records)

Suona come la naturale punk-evoluzione dei Velvet Underground, venti anni dopo.

7.5/10

Highlights: Teen age riot, Silver rocket, The sprawl, Total trash, Candle.

5.26.2006

Bright Eyes - Fevers and mirrors (2000, Wichita)

Non è affato facile scovare la bellezza in "Fevers and mirrors", visto che Conor Oberst (ovvero il ragazzo del Nebraska mente della band) non è un grandissimo chitarrista e con la tecnica del canto c'entra davvero poco; due ostacoli abbastanza considerevoli, considerando che la musica che scrive è una sorta di alternative rock acustico. Ma fortunatamente non sempre la tecnica va di pari passo con l'emozione, e questo caso è il perfetto esempio di come la passione possa mettere in secondo piano degli aspetti tanto importanti. Si capisce fin dalla copertina e dai titoli che questo è un concept album che ruota attorno a temi come il tempo, le paure e l'auto considerazione, concetti che vengono espressi attraverso testi oscuri e nebulosi e melodie tristi e profondissime; difficile, cupo, intricato, ma una volta assimilato ci si accorge di quanto quel numero alto di ascolti non sia stato affatto tempo sprecato.

7.5/10

Highlights: A spindle a darkness a fever and a necklace, A scale a mirror and those indifferent clocks, Something vague, The movement of a hand, Arienette, The center of the world.

Depeche Mode - Playing the angel (2005, Mute)

A 4 anni dall'ultimo "Exciter" e dopo una miriade di remix di dubbia utilità ci voleva proprio.

8/10

Highlights: John the revelator, Suffer well, The sinner in me, Precious, I want it all, The darkest star.

5.23.2006

The Clones - Safety copy (2004, Epic)

Certe volte quelli che a prima vista potrebbero sembrare dei vantaggi si tramutano in ostacoli; per esempio essere un duo francese che fa musica elettronica con influenze sia disco che industrial e firmare un contratto per una major come la Epic sfornando un disco gradevole dal punto di vista dell'inventiva e superbo da quello della realizzazione si può certamente definire un buon punto di partenza. Le conseguenze inevitabili sono il paragone con il duo francese che più ha sconvolto il paesaggio della computer music nell'ultimo decennio (leggasi Daft Punk) e la constatazione che certi brani di questo "Safety copy" (perlomeno i più intriganti) si avvicinano molto alle sonorità di Bangalter e De Homem Christo senza però andare oltre al già sentito. Il finale è scritto: questo buon album viene ascoltato con curiosità, accolto positivamente, ma poi finisce inevitabilmente sullo scaffale a prendere polvere.

6.5/10

Highlights: Crazy boys, Shut up & dance, Evolution, Groove comes back, War games.

5.22.2006

Richard Ashcroft - Human conditions (2002, Hut/Virgin)

I lamenti brit di Ashcroft non sono mai da sottovalutare, specialmente quando il ritmo dondola lento e la sua voce è accompagnata da archi celestiali.

7/10

Highlights: Check the meaning, Buy it in bottles, Paradise, God in the numbers, Lord I've been trying, Nature is the law.

5.21.2006

Zoo Brazil - Zoo Brazil needs you (2006, Harthouse)

Un misto di acid, techno e house rigorosamente strumentale; abbastanza piatto e ripetitivo.

5/10

Highlights: Pleasure, Reflections, Protect me.

5.16.2006

Voom:Voom - Peng peng (2006, !K7)

Primo album per il progetto della cricca Compost Records formato da Christian Prommer e Roland Appel (ovvero "Fauna Flash" nonchè "Truby Trio" con l'aggiunta di Rainer Truby) e Peter Kruder (noto sia come solista con l'alias "Peace Orchestra" che per i lavori con il socio Dorfmeister). Legittimo quindi aspettarsi un disco future jazz, stile che da sempre ha caratterizzato le produzioni dei tre personaggi di cui sopra; in realtà quel tipo di spirito viene a galla solo nel classico funkettone "Best friend", nell'ottima "Oggi" e nella francamente dimenticabile "Roger", mentre per il resto dominano scenari più elettronici e spesso rumorosi, tipo gli accenni rockeggianti di "All I need", l'old-school house di "Keep the drums out" e le contaminazioni tech di "Bounce".

7/10

Highlights: Baby3, Bounce, All I need, Best friend, Sao verought, Oggi.

5.15.2006

The Wannadies - Yeah (1999, Bmg)

Quinto e sudatissimo album per la band svedese, che dopo il successo di "You and me song" (inserita nella colonna sonora di Romeo & Juliet) per l'occasione va a registrare a New York mettendosi nelle mani di Ric Ocasek, ex-Cars e già produttore di Suicide, Bad Brains, Bad Religion e Weezer (nel 2001 produrrà anche "Rock steady" dei No Doubt). Il rock melodico dei Wannadies viene messo in risalto da metodici e funzionali arrangiamenti power-pop che ricordano soprattutto i Weezer (anche se i riff incidono in maniera diversa rispetto a quelli della band di Matt Sharp, probabilmente perchè meno bambineschi), mentre "(You)" e "Low enough" potrebbero tranquillamente essere dei pezzi scritti dal Billy Corgan di "Mellon Collie and the infinite sadness"; ciò che conta è che "Yeah" anche senza proporre nulla di nuovo riesce a cogliere nel segno configurandosi come un disco molto divertente, consigliato per un soft-ascolto non impegnativo ma sicuramente piacevole.

8/10

Highlights: Yeah, No holiday, Big fan, Don't like you (what the hell are we supposed to do), Can't see me now, (You), Low enough, Friend or foe.

5.14.2006

Booka Shade - Movements (2006, Get Physical)

Si chiamano Walter Merziger e Arno Kammermeier, e sono conosciuti con lo pseudonimo di Booka Shade; nel 2004 diedero il via con il loro primo album ad una serie di produzioni targate Get Physical (quelle di Dj T e M.a.n.d.y., ma anche quelle di Chelonis R. Jones, Elektrochemie e Williams) che hanno elevato lo status della label da underground a mainstream culto. Di "Memento" (il loro esordio) si ricorda la gentilezza e la rotondità dei suoni utilizzati per creare musica dance atmosferica e dall'ampio respiro; tuttavia il fatto che forse l'industria del club non fosse ancora totalmente pronta ad uno stile così sussurrato unito ad una certa incompiutezza e ripetitività del lavoro stesso fece si che solo in pochi si accorsero di loro. Le successive hit "Body Language" (anthem ibizenco costruito assieme a M.a.n.d.y.) e "Mandarine girl" hanno fatto capire le potenzialità del duo, che con il recente "Night falls e.p." ha confermato il suo talento, sia nel concepire il dancefloor in modo romantico ("Night falls", appunto) che con il coltello fra i denti in quel capolavoro di trance nervosa e ipnotica che è "Trespass 06". E proprio il fatto che tale superba traccia non sia inclusa in questo nuovo "Movements" costituisce l'unico punto interrogativo di un disco che è un magico sogno dance solido e ottimamente prodotto.

8.5/10

Highlights: Night falls, Body language (Interpretation), The birds and the beats / At the window, Darko, Mandarine girl, Wasting time, In white rooms, Lost high.

5.10.2006

Various - Dirty dancing : histoire d'amour (2005, Audiopolis)

Brillante selezione electro-space-disco.

7.5/10

Highlights: Lindstrom - I feel space, The Quick - Zulu, Kaos - Celebral tremolo, Outhud - Tear Mr. Bush, The Subs - U make me spill, Moloko - Forevermore, Siskid - Little bit of home, Maximilian Skiba - Transcendental dinkiness, Compuphonic - Analogic sparkle, Sweatshop - I want a poney, Sweatshop - Wake up, Sweatshop - Back in the days, Musk At Nuss Vs. Sweetlight - Misteek drive, Soldout - I don't want to have sex with you.

Misc - Like morning in your eyes (2005, Sender)

Techno music. In your face.

7/10

Highlights: Wire work, Metroland, Restlichtverstaerker, Kein wort zuviel, Rather alive, Unspoiled monsters.

5.09.2006

Dubstar - Goodbye (1997, Emi)

Si riconosce ancora la scrittura brit che aveva contraddistinto il primo album "Disgraceful" ma la ricerca di un suono più tendente al pop non fa che rovinare il valore stesso del trio, che si perde per strada e confeziona un disco trascinato, piatto e piuttosto noioso.

4/10

Highlights: I will be your girlfriend, Inside, No more talk.

Jimi Tenor - Out of nowhere (2000, Warp)

Disco dalle atmosfere seventies, arrangiato splendidamente con la collaborazione della orchestra polacca "The Great Theatre Lodz", che ruota attorno a due capolavori come "Spell" e "Call of the wild"; il modo in cui Jimi Tenor dosa l'elettronica lasciando un respiro naturale ai suoi pezzi è davvero unico.

8/10

Highlights: Hypnotic drugstore, Blood on borscht, Spell, Call of the wild.

Various - Kitsunè Maison Compilation 2 (2006, Kitsunè)

Un anno fa nasceva il concept “Kitsunè Maison”, con l’omonima compilation che aveva il non proprio semplice compito di bissare il successo ottenuto con le tre raccolte precedenti (“Midnight” su tutte); è in quel momento che ci siamo accorti della strafottente propensione al rischio (tipica di chi le regole preferisce scriverle piuttosto che seguirle) dell’etichetta cult nata dall’incontro fra Masaya Kuroki e Gildas Loaëc (già manager della Roulè di Thomas Bangalter) in collaborazione con il team grafico ABÄKE. La geniale pensata di unire stile, design, moda e musica ha dato i suoi frutti, tanto che la label in pochi anni è diventata un vero punto di riferimento per la musica da club, con il suo stile kitsch-electro-rock sempre accompagnato da una squisita, semplice e quasi sempre melodica attitudine pop. Il secondo tassello “Maison” conferma che quando c’è la passione diventa facile unire qualità ed efficacia; il risultato? Tredici pezzi ottimi sia da ascoltare che da ballare.

8/10

Highlights: Wolfmother - Woman (Mstrkrft Remix), Bloc Party - Banquet (Boys Noize Vox Mix), Azzido Da Bass feat. Johnny Blake - Lonely by your side, Simian Mobile Disco - Hustler, Fox' n' Wolf - Claws against knives (Todd Terje Remix), Kaos - Cerebral tremolo (Brennan Green Edit), Jenny Wilson - Let my shoes lead me forward.

5.06.2006

Alfie - If you happy with you need do nothing (2001, Twisted Nerve)

Ottimo lo-fi rock prevalentemente acustico con elementi jazz ed escursioni folk.

8/10

Highlights: Bookends, It's just about the weather, 2 up 2 down, Check the weight, Manor house farm, Montevideo.

Pearl Jam - Vs (1993, Epic)

Grunge arrabbiato; non bissa (o non vuole bissare) l'impatto dell'esordio "Ten" di due anni prima, ma rimane un disco di riferimento nella scena di Seattle.

7.5/10

Highlights: Go, Daughter, Dissident, Rearviewmirror, Elderly woman behind the counter in a small town.

Queens Of The Stone Age - Rated R (2000, Interscope)

Secondo disco ufficiale dopo la trasformazione da Kyuss in Queens Of The Stone Age, poco prima del botto di "No one knows". Lo spirito punk è abilmente camuffato da una produzione di ottima fattura; in un paio di frangenti perde il controllo e parte in quarta fra urli e distorsioni, ma sembra quasi uno spreco vista la squisita predisposizione naturale della band al song-writing hard-rock nice & easy divertente, efficacie e non scontato.

8/10

Highlights: The lost art of keeping a secret, Leg of lamb, Auto pilot, Quick and to the pointless, In the fade, I think I lost my headache.

5.03.2006

Squarepusher - Do you know squarepusher? (2002, Warp)

Rispetto agli altri dischi questo "Do you know Squarepusher?" mostra l'attitudine più ludica e scherzosa di Tom Jenkinson; lo si capisce fin dall'introduttiva title-track, ma anche da "Kill Robok" e "Anstromm-feck 4", brillante marcetta drill'n'bass dai riff che ti prendono in giro, danzando su quello stravagante-glitchato-imprendibile muro percussivo che li accompagna. In "F-Train" torna a galla lo spirito hip-hop/dub che Tom proprio non riesce a nascondere, "Conc 2 symmetriac" è uno sbrigativo delirio ambient, mentre il capolavoro dell'album è senza dubbio "Mutilation colony", maestosa odissea del rumore, sinistra esperienza intangibile ma allo stesso tempo profonda, come se qualcosa ti entrasse dentro e dopo dieci minuti uscisse senza lasciarti il tempo di capire cosa sia successo in realtà. Il tutto si chiude con la sussurrata cover di "Love will tear us apart", doveroso tributo a chi prima di lui cercò in un altro campo di sperimentare e di creare qualcosa di nuovo, spostando l'enfasi del rock sull'atmosfera e sul suono piuttosto che sulla rabbia, e dando vita così alla New wave.

8/10

Highlights: Do you know squarepusher?, Anstromm-feck 4, Mutilation colony, Love will tear us apart.

5.02.2006

Squarepusher - Ultravisitor (2003, Warp)

Bentornati nel caotico mondo di Tom Jenkinson, ovvero lo scienziato della Intelligent Dance Music. La disarmante puntualità con la quale Squarepusher sfodera un disco dopo l'altro confermando ogni volta quanto di buono di lui si possa dire viene sottolineata ed esasperata con "Ultravisitor", album che conserva la matrice jazz (peraltro messa in evidenza con degli inserti di jam session con tanto di pubblico che impazzisce sui suoi virtuosi soli e con parti di batteria suonata dal vivo in tre pezzi) e il singolare approccio fuori dalle righe per quanto riguarda gli arrangiamenti (il bpm spesso e volentieri non si riesce a decifrare tanto è furiosa la velocità di alcuni brani). Impegnativo come suo solito, offre però anche alcuni interessanti fuori programma più morbidi e facilmente comprensibili, fra cui lo spiazzante hip-hop di "50 cycles", e le tre romantiche ballad acustiche "Tommib help buss", "Andrei" e "Everyday I love".

8.5/10

Highlights: Ultravisitor, Andrei, 50 cycles, Steinbolt, Circlewave, Tetra-sync, Tommib help buss, Every day I love.

5.01.2006

Squarepusher - Hard normal daddy (1997, Warp)

Nervose e intricate sperimentazioni digital jazz strumentali al limite dello sclero; forse un po' troppo fine a se stesso, di sicuro davvero difficile da digerire, soprattutto quando la melodia viene uccisa dai folli beat ultraveloci. Consiglio di raschiare la superficie con almeno tre ascolti per poi immergersi completamente nelle improvvisazioni di un musicista di chiara istruzione classica ossessionato da una passione morbosa per gli esperimenti sonori che le moderne tecnologie consentono di effettuare; solo così sarà possibile apprezzare i diversi strati di genialità di "Hard normal daddy".

8/10

Highlights: Coopers world, Beep street, Anirog D9, Papalon, Fat controller, Rat / P's and q's.