Senza dubbio il progetto che meglio ha rappresentato l'evoluzione della musica alle soglie del nuovo millennio. Il termine "trip-hop" (in seguito inevitabilmente abusato, violentato ed ora in disuso) è stato coniato per descrivere il suono della scena di Bristol degli anni 90; e se tale suono si è diffuso ed è arrivato a contaminare la musica cambiandone alcuni concetti fondamentali gran parte del merito è da ascrivere ai Massive Attack. Nati da una frangia del collettivo Wild Bunch, la formazione originaria non si è conservata a lungo, ma da qui sono passati dei personaggi di un valore inestimabile; Shara Nelson canta nello shockante debutto "Blue Lines" del 1991 che contiene due perle come "Safe from harm" e "Unfinished sympathy", Tricky rappa sul capolavoro dub/ragga "Karmacoma" mentre Tracey Thorn presta la sua inafferrabile voce sia a "Better things" che alla splendida title track dell'altrettanto splendido "Protection" del 1994 (al quale collabora anche un compositore del calibro di Craig Armstrong in "Heat miser" e "Desert storm"), Elizabeth Fraser fa spiccare il volo alla band con quel capolovoro che è "Teardrop" (come se non bastasse l'ipnotica "Angel" a fare scalare le classifiche a "Mezzanine" nel 1998), e infine una rediviva Sinead O'Connor emoziona con le malinconiche "Special cases", "A prayer for England" e "What your soul sings" nell'ultimo struggente "100th Window" che risale al 2003, nel quale fa capolino anche Demon Albarn. L'inedito "Live with me" è una gemma soul con Terry Callier al microfono. Imprescindibile.
9.5/10
Highlights: Tutto.
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