Si fa largo strisciando, avvicinandosi lentamente e silenziosamente; una chitarra, strani cut-up di campioni racimolati per la strada, archi al contrario, percussioni ricavate da rumori, voci fra il cantato e il parlato spesso doppiate-glitchate-sussurrate e un'atmosfera surreale e a volte inquietante, nel tentativo di modernizzare lontani echi di folk sporcando e quantizzando, strutturando i brani in modi intricati e facendo spesso leva su dissonanze e ritmi complicati. Non è un disco semplice, ma quando quelle melodie riescono ad entrarti nelle vene ti coglie alla sprovvista, lasciandoti senza parole.
8.5/10
Highlights: Tutto.
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