Un album poteva essere un indizio, ma due (per giunta consecutivi) diventano una prova: gli Mgmt di "Oracular spectacular" (l’esordio del 2007) non esistono più. Si sono evoluti, e si sono lasciati alle spalle tutto ciò che ha a che fare con melodie che ti si conficcano senza pietà nel cervello (c’è chi ancora fischietta "Kids", una di quelle canzoni che non passano mai di moda). I Newyorkesi hanno deciso di starsene per i fatti loro su una felice isola colorata e piena di fiori, lontanissima dalle leggi del pop radiofonico. Peccato, dirà qualcuno; c’è sempre spazio per una "Electric feel" o una "Time to pretend" a spezzare le scontate scalette pop della radio. Bene così, diranno altri; se Andrew VanWyngarden e Ben Goldwasser hanno voglia di esprimere il loro lato meno catchy sono i benvenuti. D’altra parte hanno dimostrato di essere all’altezza della sfida con "Congratulations", un album in cui la parola 'singolo' vale come il due di picche a briscola bastoni. Quando quest’anno in occasione del Record Store Day hanno fatto uscire il 'singolo' "Alien days" in formato cassetta (!!!) abbiamo capito di esserceli giocati definitivamente. Non torneranno più indietro (dove per “indietro” si fa riferimento ai primi vagiti della band), ma continueranno a esplorare territori più oscuri e sperimentali. Ecco dunque che la cover di Introspection (brano inciso nell’anno di grazia 1968 dal misconosciuto Faine Jade) calza a pennello. La psichedelia è ovunque: nelle misteriose sospensioni di "I love you too, death" (una sorta di ninna nanna per adulti con un crescendo avvolgente), nell’insistenza della minacciosa "Your life is a lie", nelle terzine di "Plenty of girls in the sea" (praticamente i Beach Boys strafatti) e nella visionaria "An orphan of fortune". E alla fine il disco diventa una validissima alternativa all’acido lisergico.
7.5/10
Highlights: Alien days, Mystery disease, Introspection, I love you too death, Plenty of girls in the sea.
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