Sembrava che con "It's blitz!" gli Yeah Yeah Yeahs avessero intrapreso un nuovo percorso. Un percorso che prevedeva album composti da una decina di pezzi tutti memorabili, magari non ai livelli di "Maps" (oggi si può dire: quella canzone è un capolavoro), ma comunque degni dei picchi di intensità emotiva che i ragazzi di New York riescono talvolta a raggiungere. In apertura il mezzo gospel di "Sacrilege" e le sospensioni di "Subway" (con la ritmica affidata al rumore ripetitivo delle rotaie di un treno) purtroppo ingannano; con il passare delle tracce la band sembra ricercare disperatamente una scintilla d'ispirazione, e reagisce con arrangiamenti confusi ("Mosquito", "Area 52") o poco incisivi ("Under the earth", "Slave"). Il minimalismo rimane la soluzione migliore quando le melodie cantate da Karen O fanno centro (vedi "These paths" e "Wedding song"); non sorprende dunque che la versione acustica di "Despair" sia una piccola gemma.
6.5/10
Highlights: Sacrilege, Subway, These paths, Despair, Wedding song.
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