L’eclettismo è una connotazione che ha contraddistinto i lavori di Professor Green fin dagli inizi della sua carriera, e che nasce dal particolare percorso professionale intrapreso dal rapper di Hackney. A differenza di molti altri suoi colleghi - che magari passavano ore a imparare i testi dei Public Enemy a memoria - Stephen Paul Manderson fu inizialmente fulminato da altri generi musicali, in special modo dalla drum & bass; poi a una festa, quasi per scherzo, prese in mano il microfono e cominciò ad andare di freestyle. Con la supervisione di Mike Skinner (The Streets) il suo primo disco raccolse elogi all’unanimità e gli procurò un bel po’ di notorietà grazie alle hit "Need you tonight" e "Just be good to Green" (con il featuring di Lily Allen). Un anno dopo esce questo secondo album, che sottolinea ulteriormente la sua versatilità: si passa da pezzi radio-friendly in stile ultimo Eminem con Rihanna ("Read all about it") a commistioni più azzardate (i ritmi dubstep di "How many moons", la velocità di "Trouble"), da delicate situazioni di una certa eleganza ("Spinning out" con Fink) a un hip-hop più schietto e caciarone ("D.p.m.o."). Il punto più alto si raggiunge con "Avalon" (posto esattamente al centro del disco), un brano che conta su una melodia perfetta e una progressione impetuosa: tanto merito va anche alla splendida interpretazione di Sierra Kusterbeck, voce dei poco conosciuti VersaEmerge, che provoca più di un brivido. "At your inconvenience" non lascerà un segno indelebile nella storia dell’hip-hop (una sfida quasi improponibile nel 2012), ma è senz’altro un lavoro che svetta per passione e personalità.
7.5/10
Highlights: At your inconvenience, Read all about it, Spinning out, Remedy, Avalon, Astronaut, Today I cried.