6.22.2013

Empire Of The Sun - Ice on the dune (2013, Astralwerks)

Nonostante il successo di "Walking on a dream", l’album di debutto di Luke Steele e Nick Littlemore aveva convinto soltanto a metà. E non solo in senso figurato, ma proprio dal punto di vista strutturale: brillante la prima parte del disco, dimenticabile (se non scadente) la seconda. Le voci che davano la band per sciolta hanno fatto pensare al fenomeno dei one-hit wonder (gruppi che si ricordano solo in funzione di una canzone famosa - anche se a essere precisi in questo caso ci sarebbe pure "We are the people"), ma i due australiani dopo cinque anni di latitanza sono tornati. Fin da titolo, copertina e trailer su Vevo (in ambito pop internet gioca un ruolo fondamentale, come hanno recentemente dimostrato in modo definitivo i Daft Punk) si capisce che il concept dietro a "Ice on the dune" sia qualcosa di visionario e fantastico; c’è addirittura una storia che racconta le avventure dell’Imperatore Steele e di Lord Littlemore alle prese con il Re Delle Ombre che ha contaminato la natura e posto fine alla pace nel mondo. Ci si muove dunque sul sottile confine tra fiaba e trash, esattamente come la musica degli Empire Of The Sun flirta pericolosamente con il synth-pop d’annata e lo bilancia con richiami french-touch e una produzione solida e credibile. La partenza è col botto: il singolo "Alive" e la title track rapiscono al primo ascolto, "Awakening" è magica, mentre i suoni dell’ottima "Concert pitch" teletrasportano di peso nel lontano 1982, quando F.R. David cantava "Words" (si parlava di one-hit wonder, se non sbaglio). Più avanti convince la marcia di "Surround sound", ma ci sono anche dei passi falsi; "Old flavours" sa di riempitivo, "Celebrate" è leggermente sotto tono e il lento che chiude ("Keep a watch") appare un po’ forzato. I passi avanti sono innegabili, ma ci vorrebbe un pizzico di convinzione in più.

7/10

Highlights: Alive, Concert pitch, Awakening, I'll be around, Surround sound.

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