Qualsiasi opera partorita dalla mente di un artista deviante come David Lynch non può prescindere dall'aggettivo "visionario"; non fa quindi eccezione anche "Crazy clown time", il suo primo vero disco. Fin dalla suggestiva copertina veniamo catapultati nell'universo strambo di Lynch: un sogno continuo che alterna tormento e bizzarria, una fantasia corrotta che riesce a farsi desiderare, un viaggio senza una vera destinazione - o qualcuno direbbe con mille destinazioni diverse - che nonostante la sua apparente futilità attrae e incuriosisce. Dai testi criptici allo stile musicale angoscioso, tutto ciò che esce da "Crazy clown time" è perfettamente in linea con il credo del regista statunitense; questo implica che chi non ha mai apprezzato i suoi lavori cinematografici difficilmente darà una seconda chance a questo album, vero e proprio "prolungamento musicale" delle immagini del Lynch-pensiero.
7/10
Highlights: Pinky's dream, So glad, Noah's ark, I know, These are my friends.
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