The Rapture - In the grace of your love (2011, Modular Recordings)
Ora è tutto chiaro. "Pieces of the people we love"(2006) è servito come dichiarazione d'intenti: con quel disco i Rapture si sono liberati dalle catene indie-fashion con una certa sicurezza, ricevendo più critiche che applausi. Ma ora possono fare quello che vogliono e come vogliono: adesso la band ha un'identità ben precisa, svincolata dal colpo di fortuna del debutto e dal doppio taglio della splendidamente stonata "House of jealous lovers". Ora i Rapture possono ripescare l'acid house che da sempre amano senza preoccuparsi di fare ballare a tutti i costi ("Come back to me", "In the grace of your love", "How deep is your love?"). Possono lasciarsi andare a tentazioni rave ("Can you find a way?") senza rischiare di essere accostati a Klaxons e compagnia bella. Possono permettersi declinazioni funk di un certo spessore ("Never die again") senza che quella parola venga preceduta per forza da un aggettivo cool e fuorviante come "punk". Possono rockeggiare in stile surf ("Blue bird") senza tante menate. Possono scrivere una ballata matura e stilosa come "It takes time to be a man" ed essere credibili. "In the grace of your love" è il risultato di una serie di influenze armonizzate in maniera perfetta: una raffinata e coerente arte di assemblaggio con personalità e gusto.
9/10
Highlights: Tutto.
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