Chiunque faccia musica da un bel po’ di anni si troverà prima o poi di fronte all’eterno dilemma: cambiare e cercare di adattarsi ai tempi oppure credere fermamente nel proprio modus operandi rischiando di ripetersi e di stancare? Nel caso dei Pet Shop Boys la questione si fa decisamente più difficile, dal momento che fin dagli inizi della loro carriera c’è sempre stato un elemento che per il duo ha avuto un valore fondamentale, a tratti più importante della loro musica: lo stile. E’ quasi un quarto di secolo che Neil Tennant e Chris Lowe operano nel music business, e molto di rado hanno perso colpi, riuscendo sempre e comunque a sconfiggere lo spettro degli anni che avanzano e delle mode che cambiano. Non deludono nemmeno questa volta, dando fiducia a Xenomania (team di produzione autore di successi pop con le palle), collaborando da una parte con una giovane promessa di istruzione classica come Owen Pallett (noto per il suo progetto Final Fantasy e per gli arrangiamenti di archi di The Last Shadow Puppets) e dall’altra con un’icona del rock come il signor Johnny Marr (il chitarrista degli Smiths). Il risultato è quella perfezione kitsch ariosa e talvolta melodrammatica che ci si aspetta, riconoscibile ma fresca, ancorata al passato nella sostanza ma con uno sguardo al presente nella forma. E quindi ecco il singolone "Love etc.", il coro tamarro che accompagna la citazione di Tchaikovsky nei synth di "All over the world", le terzine dance ottanta di "Pandemonium", la decadenza della ballad "King of Rome". In una parola, ecco i Pet Shop Boys.
7/10
Highlights: Love etc., All over the world, Vulnerable, King of Rome, Pandemonium, Legacy.
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