Rispetto a quello che ci avevano fatto sentire nelle loro prime produzioni questo suona di sicuro "normale"; ma attenzione, catalogare frettolosamente "(This is normal" come "svolta pop" dei Gus Gus sarebbe un'affermazione discutibile. Certo, se si considera che qui ci sono 11 pezzi cantati per intero è inevitabile che il risultato sia un disco molto più orecchiabile del precedente "Polydistortion", ma è innegabile che dal punto di vista della produzione gli scandinavi abbiamo compiuto dei passi avanti non indifferenti; inoltre il loro eclettismo non è scomparso, ma al contrario si è sviluppato. I ritmi lenti di "Superhuman", la house di "Very important people" il synth-soul dell'ottima "Starlovers", le ballad cinematiche "Bambi" e "Dominique", la techno melodica di "Acid milk" e quella più sfrontata di "Love vs hate": questo è un album che si ricorda.
8/10
Highlights: Ladyshave, Starlovers, Superhuman, Blue mug, Acid milk, Dominique.
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