Con "You all look the same to me" (2002) e il successivo "Noise" (2004) gli Archive avevano compiuto una scelta precisa in quanto alla direzione musicale intrapresa; svanita l'eccitazione mid-nineties per il Trip-hop (il loro primo disco "Londinium" rimane un classico della scena che ha le sue radici nel Regno Unito) si erano orientati verso una sorta di post-rock quasi prog, e la buona qualità delle due release menzionate aveva dato loro ragione. In questo nuovo "Lights" (che profuma di concept-album) il suono rimane in linea con la svolta del 2002, ma la band si esprime al meglio quando il tempo si fa più lento ("Veins", "Fold", "I will fade", "Headlights" e la monumentale title-track); gli spunti più prettamente rock non brillano per originalità (si fa volentieri a meno di pezzi come "Sane", "Sit back down" e "Programmed", mentre "System" si salva appena per l'interessante arrangiamento pseudo-industriale). Nonostante quei tre o quattro brani che suonano fuori luogo "Lights" conferma la predisposizione naturale degli Archive nel concepire melodie incantevoli accompagnandole delicatamente in maniera sopraffina; un capolavoro mancato.
8/10
Highlights: Veins, Fold, Lights, I will fade, Headlights, Taste of blood.
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