Il blues rarefatto dell’introduttiva “Passion” sfuma nel funk tagliuzzato della docile “The sweetest”, un tributo a quella scena trip-hop di Bristol in debito perenne con il progetto Nightmares On Wax, che con grande eleganza contribuì in maniera determinante alla sua diffusione nella seconda metà degli anni 90. “Pudpots” è un taglia-e-cuci dove viene a galla lo spirito hip-hop più jazzy di George “Dj E.A.S.E.” Evelyn, “I am you” è un pezzo soul che emoziona, mentre con gli archi di “Damn” riaffiorano gli echi dell’immortale, splendida “Les Nuits” del 1999; gli accenni black di “Soul purpose” e le derive tribali di “Deepdown” e della conclusiva “African Pirates” non stonano affatto, anzi si inseriscono con grazia nel contesto di un disco che pur non arrischiandosi più di tanto in territori inesplorati e fatta eccezione per un paio di riempitivi si fa ascoltare tutto d’un fiato, forte di un pathos nostalgico ma allo stesso tempo positivo.
7.5/10
Highlights: The sweetest, Pudpots, Damn, I am you, Soul purpose.
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