6.14.2019

Viva gli artisti che fanno come gli pare: Noel Gallagher


Il giorno in cui esce Black Star Dancing, singolo che anticipa il nuovo e.p. dei Noel Gallagher's High Flying Birds, Liam Gallagher twitta un “enigmatico” FUCK OFF a caratteri cubitali. I pochi che si rifiutano di collegare l'insulto al pezzo di Noel si devono ricredere un paio di settimane dopo, quando Liam non resiste alla tentazione di provocare nuovamente il fratello, questa volta in maniera meno sgarbata ma non per questo poco pungente: “Il fatto che mi stia facendo crescere i capelli lunghi è decisamente più entusiasmante di qualsiasi pezzo che pubblicheranno Noel Gallagher e le sue frittelle sballate”.


Tutto nella norma, conoscendo il personaggio. La reazione di Liam è inversamente proporzionale a quella di Nile Rodgers degli Chic, che stando a quanto rivelato da Noel in una recente intervista si è detto entusiasta Black Star Dancing. Anche questa dichiarazione non stupisce: il basso che saltella sulla cassa in quattro richiama esplicitamente un'estetica che Nile ha contribuito a plasmare, e anche se i chiari riferimenti disco del brano si perdono presto in contemplazioni cosmiche esplorando territori distanti dall'inclinazione pop-funk degli Chic, era del tutto prevedibile che un santone della disco si potesse trovare d'accordo con un suono simile. Sorvolando sui ben noti attriti tra i fratelli Gallagher, che sicuramente influenzano qualsiasi opinione del vulcanico Liam dandogli l'opportunità di esibirsi in una delle sue specialità (esagerare), i pareri diametralmente opposti dell'ex cantante degli Oasis e dello storico chitarrista statunitense sono un riflesso verosimile delle reazioni dei fan, che (guarda un po') si dividono.

Da una parte c'è chi si trova perfettamente in linea con le esternazioni di Liam: piuttosto di prendere in considerazione la deriva disco-psichedelica di Noel, meglio accontentarsi delle oneste rimasticature del fratellino minore, che nonostante i risultati non sempre eccelsi sfoggiano una coerenza inattaccabile. Dall'altra parte si schierano invece i sostenitori convinti della genialità del fratello più grande, che basta e avanza per dare credito a qualsiasi strada gli venga in mente di percorrere. Anche se a svettare nelle polemiche sui social sono sempre gli estremi, suppongo (e mi auguro) che esista anche una frangia di mezzo, composta da quelli che riescono a superare il tutto sommato comprensibile disorientamento iniziale apprezzando l'istinto di una conclamata rockstar di 52 anni alla ricerca di un'evoluzione di cui potrebbe fare tranquillamente a meno. Io credo di fare parte di quest'ultima categoria, per quello che possa fregare a Noel.

Complice il bombardamento di contenuti che si succedono a velocità smodata a cui siamo soggetti, è fin troppo facile cadere nella trappola di pronunciare sentenze affrettate. Ma le reazioni esagerate (siano esse ovazioni o categorici rifiuti) di fronte a un pezzo come Black Star Dancing non paiono del tutto giustificate, perché basta un ascolto distratto dei primi tre dischi degli High Flying Birds per rendersi conto del fatto che Noel ha intrapreso un percorso da qualche anno, non da qualche giorno. Un percorso che culmina in un e.p. per nulla spiazzante se ascoltato per intero, includendo dunque Rattling Rose e Sail On, brani intrisi di una dolce nostalgia che con la disco non c'entra proprio nulla, mentre con le infatuazioni del passato espresse in Chasing Yesterday vanno a nozze.


Ma a quanto pare il processo verte sul beat disco del singolo, che oltretutto nell'e.p. compare in tre versioni: originale, 12'' Mix (il formato preferito dai dj) e remix firmato The Reflex, dj francese che ha già messo le mani su diversi pezzi degli High Flying Birds. La voglia di Noel di cimentarsi con musica da ballare trapela però fin dal secondo singolo della sua band (AKA...What A Life!), visto che ai tempi è lui stesso a confessare al suo manager di sentirsi un filo in colpa per avere scritto un pezzo “disco”. Ma per dovere di cronaca occorre specificare che l'interesse di Noel nei confronti dell'elettronica risale ad almeno 15 anni prima, quando collabora con gente che il rock ce l'ha nel sangue, ma lo esprime a modo suo: i Chemical Brothers, insieme ai quali scrive le superbe Setting Sun e Let Forever Be prestando perfino la sua voce, e il pioniere della drum & bass Goldie, al quale offre volentieri il suo supporto alla chitarra nell'arrabbiatissima Temper Temper. Nonostante si parli di universi lontanissimi dal suono degli Oasis, evidentemente Noel ci vede qualcosa di intrigante, che però negli anni '90 non può fisicamente esplorare a dovere, impegnato com'è a rivestire il ruolo di rock & roll star.


C'è inoltre un prezioso particolare che accomuna i featuring citati e Black Star Dancing con annessi mix e remix: si tratta di brani che, pur deviando dalle sonorità a cui viene comunemente accostato Noel, non sono stati scritti o arrangiati con l'intenzione di sbancare le classifiche. Vent'anni fa il cantautore britannico non aveva certo bisogno di conquistare il grande pubblico, dato che la sua band era al culmine della carriera e sul tetto del mondo, così come svendersi nel 2019 comporterebbe mosse ben più spregiudicate di un pezzo disco dalla vena psichedelica che non diventerà certo la hit dell'estate. Una volta sgombrato il campo da eventuali accuse infondate, conviene accettare i fatti per quello che sono: Noel, che la cosa piaccia o meno, fa quello che vuole. Chi ha voglia di seguirlo è il benvenuto, chi proprio non ce la fa può sempre mettere in loop i dischi degli Oasis. Il resto sono chiacchiere che scompariranno con la velocità di una timeline, in attesa di una nuova polemica (sterile) in grado di oscurare il contenuto a beneficio di un'analisi superficiale che lascia il tempo che trova.

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