La canadese Claire Elise Boucher è un tipetto singolare. Da bimba ha preso lezioni di balletto per 11 anni, poi ha optato per l'università puntando alla laurea in neuroscienze. Quando però ha deciso di dedicarsi alla musica (chiudendosi in studio per lassi di tempo interminabili come il più nerd dei produttori) l'ateneo ha cominciato a punirla per le sue assenze, fino ad espellerla dai corsi. Il suo primo album esce nel 2010 su cassetta (!!!), poi nel 2012 l'influente label britannica 4AD si accorge di lei e il terzo disco (Visions) assume i contorni della svolta: diverse testate specializzate osannano la sua musica, e Jay-Z decide di arruolarla nella sua Roc Nation. Claire – oggi ventisettenne - ha una faccia da bambina: pare assurdo pensare che abbia avuto un passato molto difficile a causa di assuefazioni varie, ma fortunatamente si tratta di un problema che ora sembra essersi lasciata alle spalle.
"Art angels" esce nell'ennesimo momento delicato della vita di Claire. In tempi recenti aveva accusato l'industria musicale di focalizzarsi troppo sulla sua vocina, evitando accuratamente di menzionare le sue doti tecniche; la convinzione che una ragazza non potesse mai raggiungere lo status di produttore (a suo avviso riservato a figure maschili) l'ha frustrata al punto di considerare l'opzione di rinunciare al suo progetto artistico. Ma come spesso capita, una volta toccato il fondo si è resa conto che avrebbe dovuto continuare a lottare: doveva difendere una causa importante, che andava oltre la musica.
E meno male che ha trovato la forza di rialzarsi: perché oltre ad avere il dono di scrivere bene, Claire Boucher è anche una “produttrice” coi fiocchi. Mettendo da parte gli eccessi di sperimentazione che avevano caratterizzato i lavori precedenti, "Art angels" colpisce per come riesce ad essere diretto e al contempo illuminante. Alcune scelte spiazzano e divertono fin dal primo ascolto, come il grottesco (e geniale) cheerleading di "Kill V. Maim". l'uso fuori contesto del ritmo Diwali in "California" e quel gran casino di lingue, ritmi e stili che è "Scream". Altre soluzioni di arrangiamento paiono superficialmente revival, ma ci si mette poco ad accorgersi che nascondono un sorprendente modernismo ("Flesh without blood", "Realiti", "Artangels"). Non ci sono brani deboli (e questa è già una notizia da prima pagina), ma merita una menzione particolare il duetto con Janelle Monàe, un'altra delle "signorine alternative” più valide della nostra epoca: "Venus fly" provoca assuefazione.
"Art angels" è disseminato di colpi di genio, e non perde mai un'occasione per stupire l'ascoltatore; allo stesso tempo – grazie a qualche strana formula magica - rapisce con una facilità fuori dal normale. E' musica “diversa” per tutti. E' arte che scivola spontaneamente nel pop.
8/10
Highlights: California, Scream, Flesh without blood, Kill V. Maim, Easily, Realiti, Venus fly.
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