12.04.2015

Coldplay - A head full of dreams (2015, Parlophone)

Come preannunciato dalla poetica mossa dei poster affissi sui muri delle metropolitane di Londra un mese fa, ecco arrivare la fatidica data di release del settimo lavoro in studio dei Coldplay. «Di già?», chiede con eccitazione qualcuno (perché in fondo è passato poco più di un anno dall’uscita di Ghost Stories). «Ancora?», sbuffa distratto qualcun altro (e qui il pensiero va soprattutto ai fan della vecchia guardia che non hanno mai davvero digerito il percorso pop intrapreso da Chris Martin e soci). Io invece non so che domanda porre, perché mi colloco in una posizione intermedia: conosco a memoria i primi tre dischi (e li canticchio tuttora con convinzione sotto la doccia), ma allo stesso tempo non ho mai smesso di sostenere la band britannica in tutto quello che ha fatto. Accolgo dunque la notizia con moderato entusiasmo, e osservo pensieroso per qualche minuto il Fiore Della Vita che troneggia in multicolor sulla copertina di A Head Full of Dreams. Il primo ascolto mi disorienta. Decido di passare immediatamente al secondo, e visto che a livello cromatico la cover riavvolge il nastro a Mylo Xyloto (2011), vado a rileggermi quello che scrissi ai tempi, soffermandomi su queste parole: «Percorrendo una strada tutta loro (dal rock al pop) non si sono mai pentiti, ostentando una personalità forte, indistruttibile. Un fatto è certo: qualsiasi creazione nasca dalla mente di Chris è sigillata da una magica aura di credibilità». Mi piange il cuore, caro Chris. Sono già al quinto play, e sto provando in tutti i modi a cercare appigli. Ma non li trovo. A Head Full of Dreams rischia seriamente di sgretolare le mie certezze.

A dire il vero ho cominciato a sentire puzza di bruciato fin dalla mattina del 6 Novembre, giorno nel quale la Rete mi ha avvisato dell’uscita del singolo Adventure Of A Lifetime. E non perché fosse brutto, anzi. Ho subito colto il potenziale pop dell’arrangiamento disco e l’inattaccabile forza della melodia, però non mi siete sembrati sinceri: mi suonava come un inno alla felicità poco spontaneo. Nonostante i comprensibilissimi “up and down” di una carriera ormai quasi ventennale, è stata forse la prima volta che la mia anima non è stata nemmeno lontanamente sfiorata da un vostro pezzo. E il fatto che adesso lo reputi uno degli highlight di questo nuovo album rende il tutto molto preoccupante. Passi la leggerezza della title-track che apre le danze: può benissimo essere interpretata come mera introduzione, niente di male. Ma anche la successiva Birds – con quell’incedere veloce ma non ficcante della batteria di plastica e quella linea melodica dimenticabile – non ha lasciato alcuna traccia nel mio cuore. La decente Hymn For The Weekend mi riporta per ovvie ragioni di featuring a Princess Of China (sempre da Mylo Xyloto), ma mi è sembrata un’ottusa dichiarazione del tipo «Abbiamo fatto il pezzo pop con la numero due (Rihanna) e adesso lo facciamo con la numero 1 (Beyoncé)». Amazing Day è un pezzo che definirei “natalizio” (e no, non è un complimento), Army Of One e Up & Up sono dei trionfi di banalità. Faccio inoltre molta fatica a dare valore artistico ai campionamenti di Obama e del poeta persiano Rumi negli interludi Kaleidoscope e Colour Spectrum. Per concludere, a mio parere il punto più basso viene raggiunto con il pezzo “nascosto” X Marks The Spot (che parte dopo Army Of One). Ebbene, questa è senza dubbio la canzone che vorrei che non avessi mai pubblicato, Chris. Senza offesa: hai fatto bene a cercare di nasconderla.

Cosa rimane dunque? Un paio di ballad ben scritte come Everglow, con echi di Ghost Stories e dei Coldplay prima maniera, e Fun, con una Tove Lo che (in)canta. Rimane anche l’idea che quando ti affidi a chi è esperto del settore (in questo caso il duo norvegese Stargate, al lavoro su Adventure Of A Lifetime e Everglow) qualche risultato lo ottieni. Quando invece provi da solo a confezionare un prodotto da scaffale senza metterci la dovuta passione rischi parecchio, e devi mettere in conto anche un possibile fallimento. E se la tua band risponde al nome di Coldplay sai che le aspettative sono alte, giusto? E allora la domanda che mi sorge spontanea non è «Di già?» e neppure «Ancora?». La mia domanda è «Perché, Chris? Perché?».

5/10

Highlights: 
Hymn for the weekend, Everglow, Adventure of a lifetime, Fun.




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