11.02.2013

M.i.a - Matangi (2013, Interscope)

C’è una regola da tenere a mente quando si affronta l’ascolto di Mathangi Arulpragasam: zero compromessi. E non si parla di compromessi culturali (la musica di M.i.a si basa da sempre su miscele sonore che vanno dalla world music all’hip-hop, dalle tradizioni all’elettronica spigolosa), ma attitudinali: la voglia di spiazzare è talmente spinta che finisce per dare vita a composizioni che all’orecchio meno allenato (o democratico) possono risultare gradevoli quanto il trillo di una sveglia dopo due ore di sonno. Anche il quarto album della poliedrica artista mette alla prova lo stomaco dell’ascoltatore medio, costretto a digerire passaggi repentini, soluzioni scomode e continui cambi di umore. La smisurata propensione all’eclettismo è evidente in pezzi come "Warriors", "Come walk with me" (dove la melodia omaggia/copia "Charmless man" dei Blur) e "Attention": i tempi raddoppiano come se niente fosse, i tagli vocali da elementi ritmici diventano parte integrante delle strutture dei brani, le piccole stonature si calano perfettamente nel ruolo e si trasformano in dettagli imprescindibili. Il lato più pop di M.i.a risplende invece nella (relativamente) dolce "Exodus", nell’andamento familiare del singolo "Bad girls" (opera di Danja, stretto collaboratore di Timbaland) e nella tagliente vena hip-hop di "Bring the noize" (con l’amico Switch alla produzione). Da menzionare anche il lavoro diligente del team olandese The Partysquad, che confeziona un ammaliante reggae mutante ("Double bubble trouble") e un gustoso moonbahton ("Y.a.l.a."). "Matangi" è un disco che si prende il rischio di sfidare il concetto stesso di gusto, rifiutando di accomodarsi sui confortevoli binari del già sentito; la notizia è che spesso esce vincitore da questo duello – che è proprio quello che viene spontaneo chiedere a una figura decisa e rivoluzionaria come M.i.a.

8/10

Highlights: Matangi, Only 1 u, Atention, Exodus, Bad girls, Double bubble trouble, Bring the noize, Know it ain't right.

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